Giovani, fuggite da qui!
È tutta questione di… cognizione di sé.
So che questo titolo farà infuriare alcuni miei lettori, ma trovo divertenti le loro alterazioni dello stato di coscienza. In fondo, il mondo, come da sempre diciamo, è bello perché vario. Ed io sono un uomo molto tollerante, specialmente verso l’umanità. Ho imparato la tolleranza, e continuo ad a praticarla sempre meglio, giorno dopo giorno, specialmente in questo periodo storico- politico italiano ed europeo.
Certo, la cosa migliore sarebbe, per i nostri giovani, trovare il modo di emigrare verso un nuovo sistema solare, e le prospettive che abbiamo rispetto agli eventi programmati intorno alla ISS (International Space Station) ci fanno sperare che questo sia possibile nei prossimi secoli (se ci arriviamo…). Per ora, in mancanza di possibilità realisticamente percorribili per i nostri laureati, e lavoratori professionisti, i giovani dovranno accontentarsi di trovare qualche Paese del globo circumterrestre in grado di ospitare il loro lavoro, le loro competenze e le loro speranze, per accedere a quella cosa così tradizionalmente italiana e che chiamiamo pensione.
Con questa meravigliosa vittoria di Conde (con la “d” e non affatto con la “t”, per non offendere il lavoro dei contadini… termine che deriva da contea, per cui i contadini sono i servi di conti – trovate voi le analogie) in Europa costerà ai nostri giovani tutto il loro futuro. Allo stato attuale delle cose, il nostro conquistador italiano ha portato a casa prestiti da pagare, che arriveranno il prossimo anno, che saranno soggetti al controllo in itinere della Commissione Europa (che avrà l’ultima parola), e che saranno sottomessi all’esecuzione di riforme di quota 100 e del Reddito di Cittadinanza (per iniziare).
Insomma, ci danno i soldi (nostri, peraltro…) dietro controllo diretto europeo, proprio perché tutti sanno (in Europa e nel mondo) che noi italiani, quando abbiamo a che fare con i soldi abbiamo qualche problemuccio con mafia, camorra, ‘ndrangheta, dunque politico. E sono appunto i politici che ci rappresentano, e verso i quali i Paesi frugali non nutrono la minima fiducia (è difficile, in effetti, dar loro completamente torto).
Dunque, riforme nel mondo della digitalizzazione (in sintonia con i banchi a ruote, al misero costo di 300 Euro l’uno, per agevolare i bambini nel prossimo processo di de-socializzazione e patologizzazione antropologico-esistenziale…); depotenziamento del welfare, fino alla sua totale morte se non associabile a future assicurazione private, che avranno certamente un boom nei prossimi anni; realistico commissariamento della politica amministrativa italiana, proprio sulla base della nostra tradizione di collusi e corrotti (potrebbe essere persino la volta buona, un cambiamento epocale per la nostra nazione… che si ritroverebbe a diventare onesta per imposizione europea).
Mi sembra una prospettiva fulgida per i nostri giovani ed il loro futuro.
In conclusione, ecco perché rinnovo la mia realistica, concreta e meravigliosa emozione positiva per non aver messo al mondo figli, futuri infelici, tristi e melanconici italiani, e inviterò, con sempre maggiore forza, i giovani ad abbandonare questo Paese.
Il turismo lo avremo sempre, perché arriveranno comunque i turisti a visitare la nostra unica arte, e potremo fornire loro robot italianoidi, accuratamente istruiti e forniti di quella AI (Artificial Intelligence) auto-apprendente, in grado di fornire il meglio di noi, una volta tolti definitivamente di mezzo, con l’avvento di questa fine programmata.
Buona fortuna.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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