Scuola – Nuovi Orari Nuovi banchi

Scuola, genitori in allarme per i nuovi orari delle lezioni: pomeriggio in classe per pochi studenti
21 luglio 2020

Ogni istituto deciderà in base alle necessità e agli spazi a disposizione, ma il normale orario 8:30-16:30 diventerà una rarità

Quando manca poco più di un mese al ritorno a scuola, i genitori sono allarmati. Ciò che preoccupa è l’orario delle lezioni, che – a causa del coronavirus – subirà uno stravolgimento. L’obiettivo è garantire le 40 ore settimanali, ma il normale orario 8:30-16:30 diventerà una rarità. Per evitare gli assembramenti, infatti, ingressi e uscite saranno scaglionati. Inoltre potrebbe essere necessario far lezione anche il sabato. Ogni scuola deciderà in base alle necessità e agli spazi a disposizione.

Le lezioni di pomeriggio si ridurrebbero. Un problema non certo di poco conto per tutte quelle famiglie con i genitori che lavorano che scelgono il tempo pieno per necessità. Ad esempio, come riporta Il Messaggero, se si decidesse di aprire gli istituti il sabato mattina, le 8 ore di presenza per 5 giorni a settimana diventerebbero 6 ore e mezzo al giorno per 6 giorni. I bambini uscirebbero quindi alle 15. Se l’ingresso venisse anticipato alle 7:30, invece, gli scolari uscirebbero alle 14.

Ma esiste anche il problema opposto. Potrebbe capitare di dover uscire da scuola dopo le 17. Se si entrasse alle 9, infatti, l’orario di fine lezione slitterebbe di parecchio e in quel caso si ridurrebbe il tempo a casa per i compiti e per le attività extra-scolastiche.

C’è poi la questione dei più piccoli. Se alle superiori, infatti, l’ingresso scaglionato non dovrebbe causare grossi problemi, non è così per le elementari, dove i bimbi vanno accompagnati a scuola. Nel caso di figli con età diversa, poi, potrebbero esserci orari di ingresso e uscita diversi per ognuno. Tanti nodi da sciogliere, insomma. Spetterà ad ogni istituto, in base allo spazio delle aule e alle varie necessità, stabilire i nuovi orari, con le lezioni che potrebbero durare 40-45 minuti, al posto dei 55-60 tradizionali.


Scuola, scoppia la polemica per i mono-banchi da 300 euro: c’è esposto sui costi

Il ministro Azzolina spiega che “molto presto” sarà bandita la gara per i banchi singoli. E sulle supplenze assicura: “Non daremo cattedre a chi non ha titolo per insegnare”

E’ lotta contro il tempo per fare arrivare i mono-banchi nelle scuole entro l’inizio delle lezioni a settembre, con l’obiettivo di “massimizzare gli spazi” ai tempi del coronavirus ed “evitare lo sdoppiamento delle classi”. I tempi per il commissario Domenico Arcuri sono strettissimi, tanto che il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha affermato che la gara sarà bandita “molto presto”. Ma non si placano le polemiche, soprattutto sui costi: si stima 300 euro per ogni singolo banco.

Esposto del Codacons Non solo promesse di interrogazioni parlamentari, contro i mono-banchi il Codacons ha annunciato un esposto alla magistratura contabile “affinché si faccia chiarezza su tutti gli aspetti dell’appalto del Miur. Vogliamo capire se vi sia stata una regolare gara e come sia stata individuata la società che dovrà fornire i nuovi banchi. E’ necessario inoltre appurare se la spesa a carico della collettività sia congrua e proporzionata o se, al contrario, vi siano stati sperperi di fondi pubblici”.
Secondo il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, l’esposto all’Anac serve a verificare la sussistenza di potenziali conflitti di interesse: “Se emergeranno irregolarità o aspetti poco chiari, non esiteremo a chiedere il blocco dell’appalto, a tutela degli interessi della collettività”.

Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha visitato l’istituto comprensivo Riccardo Massa, nella periferia nord-ovest di Milano. Ad accoglierla il dirigente scolastico, Milena Piscozzo, e il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Augusta Celada. Il ministro ha fatto un giro delle aule, già predisposte per la riapertura in sicurezza il 14 settembre. Ad attendere la Azzolina anche un gruppo di rappresentanti del “Comitato priorità alla scuola”, che hanno espresso preoccupazione per la ripartenza.

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Azzolina: “Banchi singoli necessari per il distanziamento” Il ministro Azzolina, a margine della sua visita all’istituto comprensivo Riccardo Massa di Milano, ha detto che “i banchi sono singoli e al momento sono quelli che ci garantiranno maggiore distanziamento ma in futuro permetteranno l’avvicinamento, cioè di avere un’innovazione didattica che permette agli studenti di lavorare in gruppo”.

Quanti ne servono? “Stiamo facendo le rilevazioni, le abbiamo fatte prima con l’ufficio scolastico regionale. E adesso anche con i dirigenti scolastici. Stiamo distinguendo per la scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado”, ha sottolineato l’Azzolina. Le scuole hanno tempo fino al 24 luglio per avanzare le richieste del loro fabbisogno.

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Ma è polemica anche per le supplenze Sull’assegnazione delle supplenze, invece, il ministro ha spiegato che “qualcuno vuole far credere che daremo le cattedre a chi non sa insegnare e non ha titolo a farlo. Niente di più falso. Voglio rassicurare tutti, soprattutto le famiglie: stiamo facendo l’esatto contrario”.

“Fino ad oggi accadeva che le supplenze potessero andare a chiunque, anche a chi non era minimamente formato, attraverso le cosiddette Mad, le messe a disposizione. Si presentava un curriculum a scuola e avveniva la chiamata – ha proseguito -. Noi stiamo cambiando sistema. Per infanzia e primaria i contratti a tempo determinato, perché di questo stiamo parlando, andranno prima a chi è abilitato, e dopo, in subordine, a chi si sta laureando in Scienze della formazione primaria”.

“Si tratta della laurea che abilita all’insegnamento proprio per questo grado di scuola e durante la quale si fanno anche specifici percorsi di tirocinio. Parliamo quindi di giovani preparati, perché già in possesso delle competenze derivanti dallo svolgimento del tirocinio. Ci rimproverano per questo?”, ha concluso.