Il romanzo:”Il delitto di via Puccini”

Il romanzo:”Il delitto di via Puccini”, non ha nulla a che vedere con scenari pruriginosi o mettere in atto una campagna denigratoria sulla figura di Anna Fallarino ed il marchese Casati Stampa di Soncino. Anzi, cerca di fare chiarezza e onorare quella che è stata una storia d’amore intensa, passionale e vera tra i coniugi. Anna e Camillo non sono stati altro che vittime di tempeste sociali, politiche ed ideologiche, che hanno attraversato la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. I fatti che vengono esposti sono assolutamente frutto della mia fantasia letteraria e sicuramente atti al ripristino della dignità dei personaggi Anna e Camillo, osservati, sino ad oggi, solo in chiave morbosa, e non come vittime di un sistema…Anna era figlia del nostro Sannio, complice ingenua dell’esteta Camillo, che amava, a dirla come D’Annunzio, vivere la vita come “opera d’arte”; il tutto va sperimentato nel tempo reale, nello spazio contingente, nelle forme costituite e va osservato in un’ottica universale. Nel mio romanzo(giallo-fantastico) i marchesi hanno ruolo secondario, i protagonisti sono: gli anni ’60 e ’70, la politica, la cultura, le rivoluzioni ideologico-chimeriche del tempo…

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IL DELITTO DI VIA PUCCINI, CASATI-STAMPA-FALLARINO, DIVENTA UN FILM. IL REGISTA UMBERTO RINALDI
ISPIRATO DAL NUOVO ROMANZO DI MARIA PIA SELVAGGIO

by redazione   13 July 2020

Siglato il contratto cinematografico e televisivo che prevede la produzione di un film sulle controverse figure di Anna Fallarino ed il marchese Casati-Stampa di Soncino, protagonisti sfortunati del delitto di via Puccini, che la penna di Maria Pia Selvaggio tratteggia in una veste, in giallo, rinnovata e clamorosa. A firmare l’intesa, che vede coinvolto il romanzo: ”Il delitto di via Puccini, Il Confidente (anonimo), edizioni 2000diciassette, il regista Umberto Rinaldi e la casa di produzione Hitch2.
Il romanzo ripercorre le vicende che portarono alla morte violenta dei coniugi Casati Stampa di Soncino a Roma in via Puccini. Anna Fallarino, sannita di nascita, morì insieme al marchese Camillo Casati, in circostanze ancora non del tutto chiare, il 30 agosto del 1970. A cinquant’anni dalla morte, Maria Pia Selvaggio, rimodula quello che è stato un delitto passionale per gli inquirenti del tempo e ne tratteggia scenari insoliti, coraggiosi e coinvolgenti. Quella che fino ad oggi poteva sembrare la storia coniugale di una coppia aperta, dedita a erotismo sfrenato e vizi di una classe nobiliare nella Roma “bene” degli anni sessanta, nel romanzo: Il delitto di via Puccini, il confidente (anonimo), si tinge di giallo e diventa un vero e proprio “affare di Stato”.

Scenari nuovi e la consapevolezza che un delitto così ridondante, che ha segnato il confine tra gli anni’60 e ’70, non può morire nell’oblio di un tempo che fu e di una Roma distratta, attraversata dagli anni di piombo, hanno convinto ed affascinato il regista Umberto Rinaldi e la casa di produzione Hitch2, tanto da deciderne una realizzazione cinematografica. Il film vedrà impegnati scenari diversi e località diverse sia sul territorio sannita, che su quello nazionale, nonché all’estero.
Un anno di lavoro intenso da parte di Maria Pia Selvaggio, di cui non si contano più i lavori e gli interessi. Si è dedicata alla scrittura dal 2002 ed è divenuta, nel corso degli anni, un faro della cultura sannita nel mondo.

Impegnata nella narrativa, nel teatro, nell’editoria, avendo nel 2017 fondato la casa editrice 2000diciassette, è l’autrice più poliedrica e tenace del panorama culturale sannita. Ha pubblicato svariate produzioni che variano dalla saggistica alla narrativa, è conosciuta all’estero come scrittrice di testi teatrali, due dei quali rappresentati in vari teatri esteri e italiani, ha pubblicato in Brasile, in lingua portoghese. Appassionata del Sannio, soprattutto delle figure femminili che hanno fatto la storia del territorio, si appresta, con “Il delitto di via Puccini, il Confidente (anonimo)” a tratteggiare, oltre la vicenda contorta e pruriginosa dei Casati Stampa di Soncino, il ritratto di un’epoca che vede destini storici e territoriali incrociarsi, Milano, Roma e il Sannio. Attraverso la figura di Anna Fallarino, vittima e carnefice di un’epoca al bivio, siamo alla fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, la scrittrice esplora tutta l’esplosione di un cambiamento sociale, politico e umano che investe quegli anni terribili e determinanti per la storia a venire.

Una produzione cinematografica impegnativa, una sfida anche per la casa di produzione Hitch2, operante in Piemonte, a Torino, e per il regista Umberto Rinaldi, che abbiamo visto ultimamente impegnato nel festival del cinema di Roma e con la produzione: “Volevo essere Imbriani”. Pluripremiato anche all’estero, Umberto Rinaldi ci farà “rivivere” sulla scena un “brogliaccio” anni ’70, quello del delitto Casati-Stampa, dove sesso, soldi, politica e utopie s’intrecciarono. Un progetto ambizioso che vedrà il coinvolgimento della Regione Campania. Non ci resta che attendere il casting.
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