Mente: La mente è “ambientale”

natura1La mente è “ambientale”

È tutta questione di… Natura.

Esiste una correlazione fra lo sviluppo di alcune capacità della nostra mente e le malattie degenerative.

Questa scoperta, che sembra riportare un semplice dato scientifico, rivela invece qualche cosa di importante, se riusciamo a superare il mero dato teorico e cerchiamo di interpretare il nostro funzionamento cerebrale alla luce della propria esistenza.

Il fatto che alcuni network di geni, definiti M1 e M3, siano responsabili di importanti capacità ed abilità cognitive, come il pensiero laterale, il problem solving, la capacità di risolvere i giochi enigmistici, e quando danneggiati siano corresponsabili di alcune malattie degenerative ci dovrebbe far riflettere sul ruolo che l’esercizio della mente gioca rispetto al nostro stile di vita.

In altri termini, partendo dal presupposto che la Natura ci correda di tutti i geni necessari per il nostro sviluppo e che l’ambiente nel quale viviamo ne stimola il funzionamento, quando il nostro cervello utilizza al massimo queste abilità cognitive, significa che i geni responsabili sono in sintonia con la loro funzione, ossia trovano una loro ragione di essere. In altre parole ancora, il nostro corredo genetico si esprime, in termini scientifici si dice “si codifica”, quando trova un ambiente che lo rende possibile, cioè quando il mondo nel quale viviamo favorisce lo sviluppo dei “motivi” per cui ogni gene è stato programmato.

Ecco perché se viviamo in un ambiente povero di stimolazioni cognitive i geni deputati al funzionamento di alcune abilità mentali non arriveranno ad esprimersi sino in fondo, e potranno subire quelle modificazioni che conducono a possibili patologie mentali. Utilizzo la formula ipotetica, perché le ricerche sono in corso e non conviene mai, secondo i criteri scientifici occidentali, attribuire eccessiva importanza a qualche scoperta sino a quando non emergono ulteriori ricerche che ottengono risultati nella stessa direzione.

Eppure, ciò che comunque risulta essere fondamentale e scientificamente documentato, è la relazione fra DNA ed ambiente, secondo criteri che si stanno studiando e che dimostrano l’esistenza di una stretta interdipendenza fra questi due attori importanti della nostra vita.

In conclusione, sarebbe il caso di sviluppare maggiormente e al meglio le nostre abilità cognitive, per tutta la vita e senza sosta, per essere in sintonia con le prerogative che la Natura ci ha dato fin dalla nascita e come appartenenti alla nostra Specie, cercando di reagire in ogni modo a quei poteri che cercano di anestetizzare il nostro cervello per raggiungere meri obiettivi di “bassa economia”.

 

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Alessandro Bertirotti, antropologo della mente, è nato nel 1964. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È Vice Segretario Generale dell’Organizzazione Internazionale della Carta dell’Educazione CCLP Worldwide dell’UNESCO, membro del Comitato Scientifico Internazionale del CCLP e Membro della Missione Diplomatica, per l’Italia, Città del Vaticano, Repubblica di San Marino e Malta, del CCLP Worldwide presso l’Unione Europea. È docente di Psicologia Generale presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Genova. Il suo sito è www.alessandrobertirotti.it