Venti milioni per l’Appia Antica: un cammino dentro la storia, da Roma a Brindisi
Il Mibact sviluppa il progetto che Paolo Rumiz ha pensato e raccontato su “Repubblica”. Lo scrittore: “Il cammino della Regina Viarum, via d’accesso al parco archeologico più grande del mondo”
“Regina viarum”, la regina di tutte le strade. Ma anche “insignis, nobilis, celeberrima”, come scrivevano i latini. Raccontata da Goethe e ancora oggi la più ricca di memorie e testimonianze dei fasti dell’epoca romana e di secoli di cammini, commerci e pellegrinaggi che l’hanno attraversata.
La Via Appia ritrova il suo antico percorso, 360 miglia da Roma a Brindisi, con il progetto del Mibact “Appia Regina Viarum – Valorizzazione e messa a sistema del cammino lungo l’antico tracciato romano”, che prende ufficialmente il via oggi e la trasformerà nel “primo cammino laico al mondo”, “E’ un po ‘il giorno zero”, racconta lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, che nel 2015 insieme a Riccardo Carnovalini, Irene Zambon e Alessandro Scillitano percorse tutta l’Appia a piedi raccontandola ai suoi lettori su “Repubblica” e oggi tra gli ideatori del progetto. “A minuti”, dice, verrà aggiudicata la progettazione definitiva ed esecutiva del cammino. Un’operazione da 20 milioni di euro complessivi.
Viaggio sull’Appia Antica: da Roma a Brindisi, il cammino laico più lungo del mondo
La fase al via oggi, spiegano dal Mibact, coinvolgerà tre grandi gruppi di progettisti e durerà 210 giorni, al termine dei quali si presenteranno i quattro lotti di lavori per altrettante regioni coinvolte: Lazio, Campania, Basilicata, Puglia. Già individuate le 29 tappe del cammino, con gradi di difficoltà diversi: ad Itri, ad esempio, si può serenamente camminare su quattro chilometri di basolato romano, lungo la fettuccia di Terracina, invece, l’Appia è “inghiottita” dal traffico veicolare e si dovrà trovare una soluzione alternativa. Una prima ricognizione aerea ha già dato la panoramica delle principali criticità, sulle quali ora i progettisti andranno a lavorare, in quella che è ufficialmente la prima gara completamente informatizzata del Mibact. Dei 20 milioni di euro, 9 milioni 150mila sono destinati ai lavori “non invasivi” in loco, come la cartellonistica, l’installazione dei cippi miliari, le colonnine di inizio e fine tappa. La competenza è dei comuni che potranno eventualmente delegarla alle Regioni.
Alle Soprintendenze coinvolte verranno assegnati 6,8 milioni per restauri e ricerche scientifiche, anche per sciogliere dubbi sull’effettivo tracciato di alcuni tratti, che ancora non mettono d’accordo gli studiosi. Un piccolo budget rimarrà al Mibact per eventi e promozioni, come la mostra “L’Appia ritrovata in cammino da Roma a Brindisi”, che oggi torna al Casale di Santa Maria Nova (fino al 13 settembre), dopo tre anni di tour e più di sessanta mila visitatori. “In un paio di anni” – dicono al ministero – il cammino sarà interamente percorribile” (info e per seguire l’avanzamento dei lavori: www.camminodellappia.it).
“Non è vero che tutte le strade portano a Roma, semmai partono da Roma. Era questa la visione del tempo – racconta Rumiz – Quando, cinque anni fa, ci siamo incamminati non riuscivamo a credere di essere i primi dopo due secoli a farla tutta a piedi. Un percorso costellato di monumenti il cui valore va al di là dell’archeologia, perché l’Appia riassume millenni di storia del Paese” con “accesso al parco archeologico più grande del mondo. E a differenza del cammino di Santiago, che finisce nel nulla, è un grande inizio e una grande ripartenza con la Via della Seta. Il progetto – conclude – avrà bisogno del coinvolgimento di tutte le popolazioni locali. Molte associazioni si sono già fatte vive e sono nate maratone di corsa tra comuni che fino a qualche tempo fa non si parlavano neanche. Un’operazione che” attraverso un “turismo leggero” riuscirà a “valorizzare aree ‘dimenticate'”, donando “nuova autostima a tutta un’Italia che forse soffre un pò di marginalità”.