Sindaco stabilisce la spesa minima

Sindaco stabilisce la spesa minima che si può fare
Fa discutere l’ordinanza con cui il sindaco di Crespina Lorenzana, in provincia di Pisa, ha fissato dei limiti minimi di spesa negli esercizi commerciali al di sotto dei quali i cittadini possono essere sanzionati (leggi qui l’ordinanza). L’accesso ai negozi è consentito esclusivamente per l’acquisto di prodotti per una spesa complessiva pari o superiore ai seguenti importi: cinque euro per acquisto di generi alimentari presso panifici; venti euro per acquisto presso esercizi di vicinato di generi alimentari, comprese macellerie (tale limite minimo si applica anche nel caso di acquisto di pane); cinquanta euro per acquisto di prodotti presso medie strutture di vendita (supermercati). Nelle tabaccherie è vietata la vendita di una quantità minore di n.3 pacchetti di sigarette (da 20). Nelle farmacie è consentita la vendita di prodotti che non siano farmaci o parafarmaci (es. cosmetica, giocattoli…) solo se abbinati alla vendita di farmaci o parafarmaci, per i quali non si applica alcun limite minimo di spesa. Si precisa, inoltre, che è ammessa deroga in caso di comprovata necessità, ma è necessario comunicarlo via mail alla Polizia Municipale. Il mancato rispetto dell’ordinanza è punito ai sensi dell’art.650 c.p. “inosservanza provvedimenti dell’Autorità oltre all’applicazione della sanzione amministrativa di cui all’art. 7, comma 1 bis, del D.Lgs. n. 267/2000. L’ordinanza, preventivamente comunicata al Prefetto della Provincia di Pisa, è immediatamente esecutiva ed è resa pubblica mediante la pubblicazione all’Albo Pretorio Comunale e attraverso il sito internet dell’ente.

Il sindaco Thomas D’Addona spiega che “chi esce, anche per andare al supermercato, lo fa rischiando la salute sua e di tutta la comunità. Proprio perché siamo in una condizione per la quale l’imprudenza di uno può nuocere tutti, abbiamo voluto mettere un freno ai tanti che, lo sappiamo per esperienza, approfittano della spesa per uscire tutti i giorni, se non addirittura più volte al giorno”.

“Il senso dell’ordinanza sui minimi di spesa – spiega il sindaco – è che il cittadino rifletta sulla opportunità di razionalizzare le proprie uscite evitando inutili rischi. Siamo convinti che la nostra cittadinanza comprenda l’opportunità di adottare questi comportamenti anche senza porre obblighi perentori in capo agli esercenti, per cui abbiamo modificato il testo dell’ordinanza senza mutarne il significato: i limiti minimi di spesa sono delle indicazioni che saranno sottoposte alla clientela dei nostri esercizi commerciali mediante avviso, indicazioni con le quali i cittadini dovranno confrontarsi e poter scegliere di discostarsi se ritengono che sia il caso. Siamo convinti che siano indicazioni sagge che la maggior parte delle persone si sforzerà di rispettare per il loro bene e per il bene della collettività”.

Noi, signor sindaco, non condividiamo questa sua decisione, pur comprendendo che è mossa dalle migliori intenzioni. Non ci pare che in nessun decreto emanato dal Governo sia mai stato inserito un limite di spesa, lasciando al buon senso dei cittadini il compito di non uscire tutti i giorni e più volte al giorno per approvvigionarsi di ciò di cui hanno bisogno. E crediamo che il modo migliore per ottenere dei risultati è spiegare bene le cose, evitando inutili pignolerie tali da arrecare solo ulteriore nervosismo alle persone, già affaticate, e non poco, dalla difficoltà del momento che stiamo tutti vivendo.

L’ORDINANZA:  ImportiMinimi_signed

L’esposto di Confesercenti al prefetto

Dura la presa di posizione di Confesercenti Toscana Nord. “In questo momento delicatissimo per tutti – scrive il responsabile Simone Romoli – cittadini e imprese, ancora in piena emergenza Covid 19, non c’era bisogno di ordinanze creative da parte dei sindaci. Tra l’altro in evidente contrasto con le direttive del governo. Per questo, sul caso Crespina-Lorenzana, abbiamo scritto al Prefetto e alla Regione perché intervengano sul provvedimento del sindaco D’Addona. Abbiamo interessato il Prefetto Castaldo ed il governatore Rossi della vicenda perché siamo di fronte ad una ordinanza più restrittiva delle norme governative e che quindi può essere firmata solo dalla Regione. Chiedendo quindi il suo annullamento. Ci sono davvero tante motivazioni per contestare il provvedimento. A cominciare ad esempio dal fatto che il territorio non sembra, più di altri, essere investito da una emergenza contagi tale da intervenire in maniera così drastica . Poi una evidente sperequazione a favore della media distribuzione dove sicuramente sembra più facile spendere 50 euro (visto la quantità di prodotti) rispetto ai 20 in un alimentari o addirittura 5 in un panificio. E che dire delle farmacie, dove ad esempio una neo mamma ogni volta che dovrà acquistare i pannolini o il latte in polvere, dovrà per forza abbinarci anche un farmaco. Poi non dimentichiamo che a qualcuno spendere 50 euro in una volta potrebbe essere difficile viste le difficoltà economiche del momento”. La conclusione. Ci auguriamo che il sindaco D’Addona, anche se animato da una volontà di garantire la salute ai cittadini, si accorga comunque di avere firmato una ordinanza sbagliata e che quindi la revoca. Senza la necessità di un intervento di un organo superiore come la prefettura”.

20 Aprile 2020