Scegliere la deficienza
È tutta questione di… volontà.
In questo articolo, che evidenzia lo stato attuale delle cose virulente in questa nazione, emerge una serie interessante di dati, che conducono ad altrettante riflessioni.
Io scelgo di proporvene una sola, fra quelle che considero più significative, ovviamente dal mio punto di vista, come sempre.
Mi riferisco al titolo di questo articolo, ossia alla capacità di scegliere che ogni essere umano, dalla prima infanzia in poi (0-3 anni), esercita quotidianamente. Questo sano esercizio, fondamentale per la sopravvivenza, nella nostra specie si caratterizza perché è veicolato dalla coscienza. Ed una delle più importanti funzioni della coscienza umana è l’esercizio dell’attenzione. Quest’ultima, a sua volta, è frutto di una cosiddetta percezione selettiva.
Bene, per sintetizzare, le cose stanno come segue.
Noi percepiamo la realtà selezionandola in base all’attenzione che poniamo ad alcune cose, rispetto ad altre; quindi, prendiamo coscienza di questa selezione e agiamo scegliendo come comportarci di fronte ai dati che abbiamo incamerato.
Mi sembra un processo chiaro, lineare e sereno. Non comporta un’alterazione della nostra capacità di comprendere il mondo, anzi, è proprio tale procedimento che dimostra la nostra attività cognitiva.
Ma, questo stesso procedimento ci dice anche come e in quale misura avviene la comprensione del mondo che ci conduce a scegliere.
Noi ascoltiamo (e consiglio, a questo proposito, di ascoltare solo una volta al giorno le notizie nei media…) tutto ciò che sta accadendo oggi al mondo, grazie al saggio avvento di zio Covid-19. Ognuno di noi seleziona ciò che è degno di attenzione, ne diviene cosciente e prende una decisione, ossia sceglie, circa il comportamento da adottare. Un comportamento che lui/lei stesso/a porta avanti, che ha conseguenza anche, ora più che mai, per l’intera collettività.
Dunque: coloro che escono di casa, per fare gli affari propri, come se nulla fosse; coloro che dicono di pensare alternativamente al mainstream (nel quale, fra l’altro, si muore…), credendo di sconfiggere con la forza della mente zio Covid-19; coloro che scrivono autocertificazioni false; coloro che dicono che gli operatori sanitari sono eroi, dimenticando che per anni lo Stato ha tagliato loro fondi su fondi, ma hanno continuato a votare i cialtroni che ci governano da decine di anni; coloro che si preoccupano di pensare che si può ritornare a vivere, come sempre e come prima; ebbene, tutte queste tipologie di individui scelgono di essere deficienti.
E lo scelgono, perché sono deficienti.
Punto.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).