OGNI 24 ORE UN INTERVENTO ANTINAPOLETANO (E SIAMO COSTRETTI A PARLARE DI QUESTO MENTRE VORREMMO PARLARE D’ALTRO).
MYRTA MERLINO SU LA7, di fronte alla eccellenza internazionale del Cotugno di Napoli dichiara “PER ME È INCREDIBILE, NON CI ASPETTAVAMO MAI CHE UNA ECCELLENZA ARRIVASSE DA NAPOLI”. Ho scritto sul suo profilo (link allegato) queste parole.
Gentile Myrta Merlino, la sua sorpresa in merito all’eccellenza del Cotugno, il suo sorrisino e le sue parole denotano una GRANDE IGNORANZA sulle eccellenze del passato (anche nel settore scientifico e sanitario) e anche su quelle del presente; OFFENDONO una città e una popolazione intera e le scuse inutili ma doverose servirebbero solo ad evitare danni alla sua immagine, a quella della tv per la quale lavora e anche ai SUOI SPONSOR. La prossima volta, se può, eviti di parlare al plurale (per fortuna non tutti i napoletani hanno tanti COMPLESSI DI INFERIORITÀ). Se può eviti anche dichiarazioni tipo “non avete capito e siete permalosi” (strano che migliaia di persone abbiano capito una cosa diversa), “mi hanno insultata” (ci dissociamo dagli insulti ma ad onor del vero avrebbe iniziato lei), “SONO NAPOLETANA” (in questo caso è una aggravante e non una attenuante). Saluti non cortesi da Napoli. Prof. Gennaro De Crescenzo PS Ho anche scritto una mail agli sponsor della trasmissione.
La vostra azienda è sponsor della trasmissione “L’aria che tira” su La7: se la sua conduttrice parlando dell’Ospedale Cotugno si dichiara sorpresa “che una eccellenza medica arrivi da Napoli” (puntata del 7/4/20), consapevoli o no, il vostro prestigioso marchio è associato ad una offesa ad una città intera con danni oggettivi perché da ora in poi per me sarà difficile scegliere i vostri prodotti come facevo in passato.
Saluti rammaricati da Napoli
Prof. Gennaro De Crescenzo
grazia.bonvissuto@bayer.com; ufficiorelazioniesterne@barilla.it
Link profilo della Merlino
https://www.facebook.com/myrtamerlino/videos/219093912749304/
IN PRECEDENZA:
RICCARDO LUNA (MEMBRO DELLA NEO-COMMISSIONE CONTRO LE FAKE) E QUELLE FAKE SUI “BALZELLI BORBONICI”.. .
Gentile dr. Riccardo Luna, nell’articolo del 7/4/20 a proposito dell’autocertificazione voluta da Conte lei ha usato l’espressione “balzello borbonico”. In quanto componente della nuova commissione appena istituita dal governo contro le fake news la invitiamo ad evitare espressioni che dal punto di vista storico-culturale offendono la storia del Sud e un’intera popolazione e si configurano come una vera e propria… fake news! Poco dopo l’unificazione italiana i meridionali si trovarono a pagare più del doppio delle tasse pagate nelle Due Sicilie con tasse prima del tutto sconosciute (100% in più, secondo gli studi di Salvemini). Con l’estensione del sistema fiscale piemontese in tutto il Paese, il Regno delle Due Sicilie si trovò improvvisamente “a passare dalla categoria dei paesi a imposte lievi [tra le più lievinin Europa] in quella dei paesi a imposte gravissime” (F.S. Nitti). Le imposte indirette sabaude (quelle che colpiscono i consumi e tutti, indiscriminatamente) erano il doppio di quelle dirette e le stesse imposte dirette erano regolate da una “proporzionale secca” senza considerare i redditi. E se l’indice delle tasse pagate a Napoli con il governo borbonico era pari a 100, lo stesso indice a Milano era pari a 156 e a Torino addirittura a 594… “Mentre con le leggi anteriori nelle province meridionali si pagavano sei milioni dl lire per registro e bollo, oggi le tasse medesime imposte con le nuove leggi (fa ribrezzo a pronunciarne la cifra, che sembra incredibile ) toccano circa i 39 milioni” (Atti della Camera, 1862). Queste alcune delle nuove tasse italiano-sabaude: tassa sulle successioni, imposta personale, tassa su donazioni, mutui e doti, tasse sull’emancipazione e sull’adozione, tassa per farsi riconoscere le lauree preunitarie, tassa sulle pensioni, tassa sulle fabbriche, tassa sanitaria, tassa sulle società industriali, tassa sulle vetture, tassa per la caccia, tassa sul consumo di carni, pelli, acquavite, birre, tasse sulle finestre… Le suggeriamo, allora, sia in qualità di autorevole giornalista di un autorevole quotidiano che di componente di quella commissione, di evitare espressioni frutto di luoghi comuni e di una propaganda anti-borbonica e anti-merridionale che, purtroppo, dura da oltre 150 anni. A sua disposizione per ulteriori approfondimenti e fonti, cortesi saluti.
Prof. Gennaro De Crescenzo