Coronavirus: La campagna di propaganda della Cina in Europa
di Soeren Kern 24 marzo 2020
Pezzo in lingua originale inglese: Coronavirus: China’s Propaganda Campaign in Europe
Traduzioni di Angelita La Spada
Non è ancora chiaro se l’opinione pubblica europea, che deve sopportare il peso delle sofferenze causate dall’epidemia, sarà altrettanto facilmente disposta a trascurare la cattiva condotta delle autorità cinesi.
“Questa è un’operazione di propaganda che nasconde varie verità. La prima, e la più importante, è che il colpevole di questa pandemia è il regime cinese. Non occorre nessuna teoria cospirazionista per evidenziarlo.” – Emilio Campmany, Libertad Digital, 3 marzo, 2020.
“La Cina vuole trarre vantaggio da questa calamità per strappare la leadership globale agli Stati Uniti. Sarà il Paese comunista che fornirà i farmaci più efficaci per combattere il virus. Scoprirà il vaccino prima di chiunque altro e lo distribuirà in tutto il mondo in tempi record. Acquisterà i nostri beni e investirà nei nostri Paesi per salvare le economie. E alla fine, affermerà di essere stato il nostro salvatore.” – Emilio Campmany, Libertad Digital, 3 marzo, 2020.
Il governo cinese ha accelerato la fornitura di aiuti sanitari all’Europa, che è diventata l’epicentro della pandemia di coronavirus scoppiata nella città cinese di Wuhan. La generosità sembra essere parte di una campagna di pubbliche relazioni voluta dal presidente cinese Xi Jinping e dal suo Partito comunista per sviare le critiche mosse alla loro responsabilità per l’epidemia letale.
La campagna di Pechino come benefattore globale potrebbe sortire risultati in Europa, dove leader politici compiacenti da tempo hanno notoriamente paura di inimicarsi il secondo partner commerciale dell’Unione Europea. Non è ancora chiaro se l’opinione pubblica europea, che deve sopportare il peso delle sofferenze causate dall’epidemia, sarà altrettanto facilmente disposta a trascurare la cattiva condotta delle autorità cinesi.
In quella che può essere considerata un’umiliazione geopolitica, Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, il braccio amministrativo dell’Unione Europea, che si autodefinisce come “l’economia più grande del mondo”, ha elogiato la Cina comunista per aver donato al blocco una quantità insignificante di attrezzature mediche. Il 18 marzo la Von der Leyen ha twittato:
“Ho parlato con il primo ministro cinese Li Kequiang, il quale ha annunciato che la Cina fornirà due milioni di mascherine chirurgiche, 200 mila mascherine N95 e 50 mila kit per i test. A gennaio, l’UE ha aiutato la Cina donando 50 tonnellate di materiale. Oggi siamo grati per il sostegno della Cina. Abbiamo bisogno di sostenerci a vicenda nei momenti di bisogno”.
L’Unione Europea non è stata in grado di fornire una valida assistenza all’Italia, il terzo membro più grande del blocco, che è stato particolarmente colpito dal virus. Dopo che la Germania, il più potente Paese membro dell’UE, aveva vietato l’esportazione di dispositivi di protezione medica al fine di evitare la propria carenza di scorte di mascherine, di guanti e di tute, è intervenuta la Cina.
Il 12 marzo, Pechino ha inviato in Italia un team di nove medici cinesi insieme a circa 30 tonnellate di materiale sanitario con un volo organizzato dalla Croce Rossa cinese. Il presidente nazionale della Croce Rossa italiana, Francesco Rocca, ha dichiarato che la fornitura “ha mostrato il potere della solidarietà internazionale”. E ha aggiunto:
“In questo momento di grande tensione e di grande difficoltà, siamo sollevati dall’arrivo di queste forniture. È vero che saranno solo un aiuto temporaneo, ma sono importanti. Abbiamo un disperato bisogno di queste mascherine in questo momento. Abbiamo bisogno di respiratori che la Croce Rossa donerà al governo. Si tratta sicuramente di un’importante donazione per il nostro Paese”.
Negli ultimi giorni, la Cina ha inoltre inviato aiuti a:
Grecia. Il 21 marzo, un aereo dell’Air China che trasportava 8 tonnellate di attrezzature mediche – tra cui 550 mila mascherine chirurgiche e altro materiale come dispositivi di protezione, occhiali, guanti e copriscarpe – sono arrivate all’aeroporto internazionale di Atene. L’ambasciatore cinese in Grecia, Zhang Qiyue, ha parafrasato Aristotele dicendo: “Cos’è un amico? Una singola anima che vive in due corpi”. E ha asserito che “i momenti difficili rivelano i veri amici” e che la Cina e la Grecia “lavorano a stretto contatto nella lotta contro il coronavirus”. E questo “conferma ancora una volta gli eccellenti rapporti e l’amicizia tra i due popoli”.
Serbia. Il 21 marzo, la Cina ha inviato a Belgrado sei medici specializzati, ventilatori e mascherine mediche per aiutare il Paese balcanico ad arginare la diffusione dell’infezione da Covid-19. “Un sentito ringraziamento al presidente Xi Jinping, al Partico comunista cinese e al popolo cinese”, ha detto il presidente serbo Aleksandar Vucic. L’ambasciatore cinese a Belgrado, Chen Bo, ha dichiarato che gli aiuti sono un segno dell'”amicizia di ferro” tra i due Paesi. L’agenzia di stampa cinese Xinhua ha riportato che “”il presidente Xi attribuisce grande importanza allo sviluppo delle relazioni tra la Cina e la Serbia, e ritiene che attraverso la lotta congiunta contro l’epidemia la comprovata amicizia tradizionale tra i due Paesi otterrà un maggiore sostegno da parte della loro popolazione, e la partnership strategica globale si rafforzerà e raggiungerà un livello più elevato.
Spagna. Il 21 marzo, il fondatore e il presidente del colosso tecnologico cinese Huawei, Ren Zhengfei, ha donato un milione di mascherine. Sono arrivate all’aeroporto di Saragozza, nella parte nordorientale della Spagna, e saranno conservate in un magazzino di proprietà del gigante del tessile spagnolo, Zara. La catena di abbigliamento metterà a disposizione del governo spagnolo la sua capacità logistica. Questa fornitura potrebbe essere la prima di molte altre, dal momento che decine di fornitori cinesi che lavorano da anni con Zara si sono detti disposti a inviare materiale. Gli Stati Uniti hanno avvertito la Spagna in merito al rischio per la sicurezza insito nell’apertura delle sue reti di comunicazione di quinta generazione ai fornitori cinesi di tecnologia mobile, tra cui Huawei.
Repubblica Ceca. Il 21 marzo, un aereo cargo cinese che trasportava 100 tonnellate di forniture mediche dalla Cina è atterrato all’aeroporto di Pardubice, una città situata a 100 km ad est di Praga. Il 20 marzo, un aereo cinese con un milione di mascherine è arrivato nel Paese, che pare abbia ordinato a Pechino altri 5 milioni di respiratori insieme a 30 milioni di mascherine e 250 mila set di indumenti di protezione.
Francia. Il 18 marzo, la Cina ha inviato in Francia, un lotto di forniture mediche, tra cui maschere protettive, mascherine chirurgiche e guanti medici. L’ambasciata cinese in Francia ha twittato: “Uniti vinceremo!” Il giorno seguente, la Cina ha inviato un secondo lotto di forniture. In un tweet dell’ambasciata cinese si legge: “Il popolo cinese è vicino al popolo francese. La solidarietà e la cooperazione ci consentiranno di superare questa pandemia”.
Paesi Bassi. Il 18 marzo, China Eastern Airlines, China Southern Airlines e Xiamen Airlines, partner in codeshare di KLM Royal Dutch Airlines, hanno donato 20 mila mascherine e 50 mila paia di guanti. La fornitura è arrivata all’aeroporto Schiphol di Amsterdam su un volo della Xiamen Airlines. “Questi sono tempi estremamente difficili per il nostro Paese e la nostra azienda, pertanto siamo molto felici di questo aiuto offerto a KLM e ai Paesi Bassi”, ha dichiarato il Ceo di KLM, Pieter Elbers. “Meno di due mesi fa, KLM aveva fatto una donazione alla Cina e ora venimao aiutati in modo così meraviglioso e generoso”.
Polonia. Il 18 marzo, il governo cinese si è impegnato a inviare in Polonia decine di migliaia di dispositivi di protezione e 10 mila kit per i test. Il 13 marzo, l’ambasciata cinese a Varsavia ha patrocinato una videoconferenza durante la quale esperti cinesi e dell’Europa centrale hanno condiviso le loro conoscenze sulla lotta contro il coronavirus. Il ministro degli Esteri polacco Jacek Czaputowicz ha ringraziato la Cina per il sostegno e ha rilevato la necessità di condividere le esperienze nella lotta contro la pandemia.
Belgio. Il 18 marzo, un aereo cargo cinese che trasportava 1,5 milioni di mascherine è atterrato all’aeroporto di Liegi. Le mascherine, da distribuire in Belgio, Francia e Slovenia, sono state donate da Jack Ma, fondatore di Alibaba, un colosso cinese dell’e-commerce, conosciuto come “Amazon della Cina”.
Repubblica Ceca. Il 18 marzo, un aereo che trasportava 150 mila kit per i test è atterrato a Praga. Il Ministero della Salute ha sborsato circa 14 milioni di corone ceche per 100 mila kit per i test, mentre altri 50 mila kit sono stati acquistati dal Ministero dell’Interno. Il trasporto è stato fornito dal Ministero della Difesa.
Spagna. Il 17 marzo, un aereo cinese che trasportava 500 mila mascherine è atterrato all’aeroporto di Saragozza. “Il sole sorge sempre dopo la pioggia”, ha detto il presidente cinese Xi Jinping al primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, affermando altresì che l’amicizia tra Cina e Spagna sarà più forte e i rapporti bilaterali avranno un futuro più luminoso dopo la lotta comune contro il virus. Xi ha affermato che dopo la pandemia entrambi i Paesi dovrebbero intensificare gli scambi e la cooperazione in una vasta gamma di settori.
Belgio. Il 16 marzo, un’altra fornitura di aiuti sanitari donati dalla Jack Ma Foundation e dalla Alibaba Foundation per la prevenzione dell’epidemia in Europa è arrivata all’aeroporto di Liegi.
La rivista Fortune ha spiegato i motivi che si celano dietro l’iniziativa della propaganda cinese:
“Per la Cina, gli aiuti all’Europa fanno parte di un tentativo di riconquistare un ruolo di leadership internazionale dopo una politica di dissimulazione che ha contribuito alla propagazione del virus ben al di là dei confini cinesi. Il governo del presidente Xi Jinping ha cercato di mettere a tacere i critici, compresi i giornalisti e i commentatori online, e altresì di diffondere teorie cospirazioniste sull’origine del virus.
“A livello geopolitico, la Cina tenta di farsi passare per il salvatore dell’Europa al fine di migliorare la sua posizione sulla scena mondiale nonché a litigare con l’amministrazione Trump. La Cina e gli Stati Uniti conducono una lotta per conquistare un’influenza mondiale – questa settimana, Pechino ha espulso più di una dozzina di giornalisti americani – nel tentativo di distogliere l’attenzione dalla gestione dell’epidemia”.
In un’intervista al quotidiano britannico Guardian, Natasha Kassam, un’ex diplomatica australiana, ha detto:
“Ora vediamo i dirigenti e i media di Stato cinesi affermare che la Cina ha dato il tempo al resto del mondo di prepararsi a questa pandemia. Sappiamo che la macchina di propaganda cinese è in grado di riscrivere la storia, ma ora constatiamo che ciò sta accadendo anche all’estero. La vittoria della Cina sul Covid-19 è già stata scritta e le autorità stanno lavorando sodo per diffondere questo messaggio all’estero”.
In un saggio per la pubblicazione spagnola Libertad Digital, il commentatore Emilio Campmany ha astutamente spiegato:
“L’enorme apparato di propaganda cinese è stato attivato. L’Italia, che, a giusto titolo, si sente abbandonata dall’Unione Europea, è grata per l’aiuto che il paese asiatico le sta dando. Ciò è stato adeguatamente amplificato dai media italiani.
Questa è un’operazione di propaganda che nasconde varie verità. La prima, e la più importante, è che il colpevole di questa pandemia è il regime cinese. Non occorre nessuna teoria cospirazionista per evidenziarlo. È ampiamente riconosciuto che i mercati cinesi di animali vivi rappresentano un pericolo epidemico molto grave. Il regime comunista della Repubblica popolare, che controlla rigidamente ogni aspetto della vita dei cinesi per il loro benessere, non è stato capace di mettere fine all’epidemia. Quando si sono verificati i primi casi, c’è voluto del tempo prima che il Partito comunista così altamente efficiente reagisse e nel frattempo ha mobilitato le sue innumerevoli risorse per insabbiare la verità. Quando non gli è stato più possibile nascondere quello che stava accadendo, il regime è intervenuto duramente e solo in questo modo è riuscito a fermare l’epidemia, non senza prima permettere al virus di diffondersi nel mondo intero.
“La seconda verità è che la brutalità comunista non è necessaria per combattere efficacemente il virus. Risultati infinitamente migliori si possono ottenere con l’intelligenza capitalista, come è stato dimostrato dalla Corea del Sud, che è stata molto più capace della Cina. Per giorni, questo Paese ha dimostrato quanto possa essere prezioso eseguire test di massa. Questo è il modo migliore per ora, ed è incredibile che gli italiani e gli spagnoli ci abbiano messo del tempo a capirlo. Tuttavia, questo ritardo non è una conseguenza del non essere benedetti da due regimi comunisti, ma di essere governati da incompetenti che, nel nostro caso, sono: socialisti e comunisti.
“La Cina vuole trarre vantaggio da questa calamità per strappare la leadership globale agli Stati Uniti. Sarà il Paese comunista che fornirà i farmaci più efficaci per combattere il virus. Scoprirà il vaccino prima di chiunque altro e lo distribuirà in tutto il mondo in tempi record. Acquisterà i nostri beni e investirà nei nostri Paesi per salvare le economie. E alla fine, affermerà di essere stato il nostro salvatore
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.