chegenerediarte

Un anno fa Eliana Como e io lavoravamo febbrilmente all’apertura e al lancio della sua pagina chegenerediarte su Facebook.

L’idea di Eliana era quella di condividere opere d’arte prodotte da donne che nei secoli erano rimaste più o meno sconosciute oppure obliate, non solo da acquirenti o committenti ma soprattutto dai galleristi, dagli storici dell’arte, e quindi inevitabilmente anche dal pubblico.
Sono molto delusa da me stessa e vergognosa perché devo ammettere che pensavo che sarebbe certamente emersa qualche bella opera che avrebbe meritato miglior sorte, certamente non meno valida o significativa di un’opera maschile.
Ma mai e poi mai mi sarei aspettata questo flusso oceanico di opere che mi hanno strappato un “cuore” o un “wow” nel 90% dei casi. Perché percentualmente le opere di queste donne sono per me molto ma molto più belle di quelle realizzate da uomini. Una percentuale totalmente schiacciante, bisogna dire. Non che io sia una storica dell’arte, figuriamoci, magari! Ma di certo sono una persona che ha visitato qualche centinaia di mostre e musei, e letto alcuni volumi di storia dell’arte.

Per questo dico che mi sento vergognosa di essere rimasta sorpresa da tutto questo. Pensavo che le artiste non fossero da meno degli artisti, ma avevo torto, ché le artiste si sono rivelate migliori, in generale, nonostante tutte le enormi difficoltà che hanno incontrato: il boicottaggio continuo e efferato, il divieto a far parte delle scuole e delle accademie, l’esclusione continuativa e costante da gallerie, esposizioni, musei, libri, giornali, ovunque.

E NONOSTANTE TUTTO hanno prodotto opere meravigliose, strappando il loro tempo di creazione al ruolo materno-patriarcale, operando spesso all’ombra di qualcuno, che sovente era un rappresentante di quella intoccabile classe di Genio Maschile al quale tutto veniva tollerato. Maschi fagocitanti che hanno spesso cannibalizzato queste donne talvolta molto fragili, usandole sessualmente e emotivamente, succhiandone l’energia vitale talvolta fino alla morte. E in più tutte le donne che hanno creato nuovi stili e modalità espressive a cui artisti uomini hanno attinto per le loro creazioni, riscuotendo il successo al loro posto.
Insomma, la storia dell’arte va riscritta, da zero, perché anche l’arte rispecchia lo stesso criterio di oppressione, sfruttamento, soffocamento e abuso delle donne da parte della società patriarcale.
#chegenerediarte #artiste #womanartists #painters #womanart #shepainters #shesculptors #fuckpatriarchy

#ElizabethEleanorSiddall (1829-1862 Londra). The Haunted Wood, 1856

#eternamenteOphelia


 

Oggi @chegenerediarte compie un anno! Ho deciso di celebrare questo primo compleanno con una pittrice struggente, elegante e fragile. Lizzie Siddal, sempre ricordata non come pittrice e poeta, ma come modella di pittori famosi, tra cui Millais e Rossetti, di cui fu moglie oltre che musa.

Lizzie morì giovanissima, a 33 anni, per una eccessiva dose di laudano, che prendeva regolarmente a causa dei dolori procurati dalla malattia che aveva contratto proprio durante le pose per l’Ophelia di Millais.

Ho scelto lei, perché il destino la ha intrappolata eternamente in quel quadro e perché, come tante altre delle pittrici che qui raccontiamo, non ha avuto né giustizia né pace (sette anni dopo la sua morte, Rossetti fece riaprire la bara della moglie per recuperare il manoscritto di poesie che aveva scritto per lei e che aveva seppellito con il suo corpo. Lo fece di notte per evitare l’indignazione popolare…).

Ringrazio per questo primo compleanno Milla Viola che avuto l’idea di questa pagina e mi ha incoraggiata a farla e tutte coloro che la hanno animata, sopratutto Antonella Giordano e Rita Alù che hanno regolarmente pubblicato bellissimi post.

Ce n’est qu’un début!IMG_7161


 

 

chegenerediarte   17 novembre 2019 ·

IMG_7162Non domandiamoci perché ci siano state poche artiste donne. Domandiamoci piuttosto come abbiano fatto a essere così tante, nonostante tutto.

Nonostante i pregiudizi, i ruoli sociali, la difficoltà di accesso alle scuole, la scarsa considerazione di critici − perlopiù di sesso maschile − che le hanno escluse e cancellate da mostre e manuali… Nonostante tutto questo, le artiste sono state tantissime e certamente non meno dotate dei corrispettivi maschili che vengono normalmente considerati geni.

Oltre alla vulgata ufficiale c’è l’altra metà della storia dell’arte, perlopiù di nicchia, alla quale si sono dedicate solo alcune critiche.

Questa pagina ha lo scopo di far conoscere queste donne, le loro opere e le loro vite, per rendergli un po’ di giustizia e restituirgli un briciolo di quella notorietà che è stata loro negata. Ma anche perché − molto semplicemente − le nostre vite sono molto più povere senza questa bellezza ed è un piacere o quasi un dovere per me, che ne conosco anche questa parte, condividerla con voi.

Ma sono soltanto una sindacalista, non una storica dell’arte e quindi non ho la pretesa di rivolgermi qui agli addetti ai lavori. Sono un’appassionata studiosa di arte, orgogliosamente femminista, che ha amore per queste formidabili donne.

Ogni persona interessata a dare un contributo a questa pagina proponendo opere nuove di questo stesso spirito è ovviamente benvenuta, grazie!

@elianacomo