Crimini e migranti europei

Crimini e migranti europei

denuncia-violenza-hotspot-samos-150x150È tutta questione di… Unione.

Bene, ossia male, perché questa situazione è indecorosa, indegna e tipica di quella Unione Europea fasulla e criminale di cui tutti noi sappiamo. Ma, come sempre, le colpe sono di coloro che non accolgono, mentre è certamente meglio stipare le persone in questo modo, peggio di animali in cattività. Sì, perché in cattività si fornisce il cibo, si curano gli animali e si cerca di rendere la gabbia, se non d’oro, almeno vivibile. Qui, no, assolutamente.

Intanto, da noi, ci sono coloro che si fanno installare statue in onore di migranti, (Migranti, l’inferno sotto gli occhi dell’Ue: ‘Bimbi trattati da subumani’- A Samos oltre 1500 bimbi vivono senza acqua tra ratti e serpenti. Bruxelles sotto accusa: “Permette tutto questo” –Giuseppe De Lorenzo Marianna Di Piazza – Sab, 05/10/2019 )  ed altri che continuano ad accogliere esseri umani disperati, per farli vivere ancora più disperatamente. Ora, a cosa serve tutto questo? Quali scopi vengono raggiunti in questo modo, da coloro che agevolano questi viaggi infernali, eliminando in effetti ogni barlume di dignità umana?

E l’Unione Europea finanzia questi centri di raccolta subumana, come ben racconta nel video Nicolò Govoni, che ha giustamente denunciato le autorità che gestiscono l’hotspot dove vengono messi in atto questi trattamenti. Dove vanno a finire i soldi per migliorare le condizioni di vita di questi esseri umani? È questo il tipo di integrazione che desideriamo tutti noi? Penso proprio di no, e penso inoltre che dovremmo fare in modo, anche solo parlando economicamente, di investire su queste persone, proprio perché in grado di lavorare in futuro, producendo i diversi PIL dei Paesi membri. Mi sembra, in effetti, assodato che non si pensa neanche lontanamente di contrastare questo tipo di lacerante politica migratoria, magari aiutando seriamente le persone a migliorare le condizioni esistenziali nei loro paesi di origine, intervenendo non solo economicamente, ma soprattutto politicamente. No, è stato deciso che è meglio importarli, oppure fomentare dall’interno, con una serie di metodi vincenti, il desiderio di andarsene, di emigrare verso quei paesi in cui si crede vi sia una possibilità di vita migliore. E se è stato deciso questo, è possibile che non si mettano nelle condizioni queste persone di lavorare, di avere quel futuro che oramai noi europei non siamo più in grado di sperare. Non facciamo figli, siamo sempre più vecchi, e dunque mi sembra proficuo importare nuova forza lavoro, e sarebbe meglio che questi migranti non fossero schiavizzati, o sbaglio?

Insomma, continuo a vedere in tutto questo una farsa madornale, costruita su promesse e volontà fasulle e generalmente elettorali, per ingraziarsi i poteri del momento, in grado di assicurare finanziamenti lucrando su questa povera gente, e riducendo anche noi a povera gente. Il problema del clima, in fondo, è solo piccola cosa, rispetto al fatto che stiamo facendo di tutto per dimostrare a Madre Natura e alla Terra di essere indegni abitanti di questo paradiso. E forse, la Terra stessa non ne può più di questa specie di distruttori che sono gli esseri umani.

Davvero, una tristezza.

 

 
alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).