Non basta un algoritmo per costruire una società
Internet ha messo in crisi la parola scritta e il concetto sostituito dall’analogia
Francesco Alberoni – Dom, 15/09/2019
Con internet è stata data a tutti la possibilità di comunicare, ma questo è avvenuto in contemporanea con la crisi del concetto, della parola scritta e dell’argomentazione razionale sostituita dall’immagine dall’analogia, oppure dal quiz, dal test e dall’algoritmo.
Se creo un algoritmo che riconosce tutte le parole aggressive e un altro che impone di ridurre l’aggressività politica di un testo web, non devo più argomentare, dimostrare, mi limito a oscurare le pagine dei miei nemici
In questo modo l’uso del pensiero razionale viene ridotto: sta scomparendo la concettualizzazione che si svolge sulla carta stampata. I giornali vendono un decimo di quanto vendevano prima, i libri con elaborazioni concettuali non vengono quasi più letti. Gli studiosi, gli intellettuali, i grandi scrittori sono impoveriti, impotenti. La gente raccoglie moltissime informazione parziali guardando al cellulare i notiziari.
Il risultato ultimo è l’allargarsi di quella che Annah Arendt chiama ne L’origine del totalitarismo e Vita activa, la plebe. La plebe è una massa passiva e ignorante che va distinta dal «popolo» che sa autogovernarsi. La plebe segue i demagoghi come succede in tutti i paesi dove non c’è stata una elaborazione concettuale e una rigorosa formazione all’autogoverno, come è avvenuto nei paesi democratici ed in particolare in quelli anglosassoni grazie a opere di Hobbes, Locke e di Adam Smith, o in Francia grazie alle straordinarie analisi di Tocqueville nei libri La democrazia in America e L’antico regime e la rivoluzione. L’alta cultura, espulsa dal processo produttivo, vi rientra come consumo, diventa svago. Chi vuol discutere Aristotele Seneca o Agostino, dedicarsi alla pittura o alla poesia, scrivere romanzi o saggi può farlo in cenacoli ristretti pagando lui. Siamo allora tornati all’otium latino? Per ora no perche l’otium presupponeva la ricchezza, questo spesso la povertà. Ma non si può mai prevedere cosa avverrà nel futuro. Io sono convinto che il progresso passa attraverso i processi che hanno portato in alto l’Occidente e non basta l’immagine, l’analogia, il riconoscimento simbolico e la semplice tecnica per costruire una civiltà libera e creativa.