Pontelandolfo ricorda

Ricordo dei caduti sul lavoro

 

L’8 agosto in occasione della “Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo” istituita nel 2001 con direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri in memoria della tragedia di Marcinelle, l’Italia ha ricordato tutti i connazionali caduti sul lavoro in patria e all’estero. Correva l’anno 1956, era l’8 di agosto quando le fiamme di un incendio innescato dalla rottura di un cavo dell’alta tensione per causa del montacarichi avviato nel momento sbagliato, in breve si impadronirono della miniera di carbone di Bois du Cazier in Belgio appena fuori la cittadina di Marcinelle.
Intense colonne di fumo invasero i tunnel sotterranei. I lavoratori colti di sorpresa rimasero intrappolati nei cunicoli, in sette riuscirono a risalire, solo dodici misero in salvo la propria vita, altri duecentosessantadue minatori morirono per il fumo, le ustioni e la esalazione dei gas tossici, di questi 136 italiani bloccati nelle viscere della miniera, oggi patrimonio dell’Unesco, ad oltre mille metri di profondità, non videro mai più la luce del giorno. b_marcinelle1

Fu una tragedia immane, come ugualmente triste fu la sciagura di Bridgeport, seppur di proporzioni minori, del 23 aprile del 1987, che segnò nel profondo dei sentimenti i pontelandolfesi di ogni angolo della terra. Otto operai originari della comunità sannita emigrati negli Stati Uniti nel corso di una giornata di lavoro come tante, senza che nulla lasciasse presagire quello che poi di infernale accadde, coinvolti dal crollo di un impalcato durante la costruzione di un grattacielo, persero la vita sepolti dalle macerie.
DSC_009810-779x768Pontelandolfo ha ricordato, purtroppo, anche altre storie drammatiche di conterranei che hanno trovato la morte pure in situazioni ancora oggi in cerca della verità e delle motivazioni, ignobilmente assassinati durante il ritorno a casa con l’incasso di una giornata di lavoro nella propria attività commerciale, come è sono stati dei casi in terra venezuelana. Sono queste storie tristi di caduti sul lavoro in terra straniera, ma Pontelandolfo ha ricordato con particolare commozione la storia Giovanbattista di Ciarlo caduto nella madre terra.

particolare lavori fogne

Il 6 agosto del 1956, solo due giorni prima che il dramma di Marcinelle sconvolgesse il popolo italiano, il giovane Giovanbattista, venticinque anni appena compiuti, fu travolto e sommerso dal terreno improvvisamente staccatosi dalle pareti di uno scavo per il drenaggio delle acque meteoriche nella centrale piazza Roma, nell’ambito dei lavori di consolidamento idrogeologico dell’area a valle della piazza e la realizzazione della rete fognante a servizio del centro abitato.  Giovambattista Ciarlo morì davanti agli occhi dei suoi colleghi lavoratori che cercarono in tutti i modi di tirarlo fuori da quella maledetta fossa ora sommersa dal terreno, ma a nulla valse ogni sforzo. L’operaio lasciò in preda alla disperazione e senza un reddito per poter sopravvivere, la moglie e due bambine. Il giorno successivo con una delibera del Consiglio Comunale convocato in seduta straordinaria, l’Amministrazione di quel tempo concesse alla vedova un sussidio di 30mila lire. Fu quella una morte inopinata di un giovanissimo, onesto lavoratore, che ancora oggi, a distanza di sessantatre anni, il suo ricordo intristisce e commuove i pontelandolfesi.

 

Gabriele Palladino