PROTEZIONE (GRATUITA) CIVILE
La passione, che spinge l’individuo a produrre valori in modo costruttivo e concreto, spesso è celata tra i meandri di una personalità timida e riservata, incapace di far emergere le proprie peculiarità. Compito delle istituzioni e delle varie associazioni operanti nel sociale, dalla scuola ai vari circoli ricreativi, dalle attività sportive – gratuite o meno – alle associazioni culturali, è, citando Italo Calvino, «Cercare e saper riconoscere che e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio». Un’impresa sicuramente ardua ma non impossibile.
A circa dieci giorni dalla fine del campo scuola organizzato dalla Protezione Civile di Pontelandolfo, un ulteriore articolo, che richiami le attività e la cronologia degli eventi strutturati all’interno dell’iniziativa, potrebbe palesarsi come un elemento pedante e già ampiamente visionato sulla stampa locale e non. L’apparente ritardo dello scritto, dovuto ad un periodo di intensa riflessione, trova una giustificazione lecita nella volontà di trasferire l’occhio del lettore dal periodo laborioso dell’iniziativa “QUESTA E’ LA PROTEZIONE CIVILE” alla sua essenza più profonda: una sorta di piccola ricerca dei cardini che formano la meravigliosa ideazione che prende vita dai volontari.
Partendo in modo legittimo dalle dichiarazione espresse dal Presidente Stefano Baldini, per il quale l’attività svolta “è un modo per dare continuità all’anima del volontariato”, il campo scuola della Protezione Civile restituisce alla società pontelandolfese un granitico insegnamento fondato su principi legati all’integrazione e alla cooperazione costruttiva. Lavoro di gruppo, divulgazioni delle norme che regolano l’intervento dei volontari e sensato divertimento animano lo stabile da cui prende vita l’idea: una forma di avamposto militante, di ultima generazione, che resiste all’inferno collettivo teorizzato da Calvino.
E’ bene, a questo punto, risalire ai principi che hanno generato l’equilibrio sociale e amichevole all’interno del campo.
1-Trasmettere passione: spesso si assiste, ahimè inermi, a saccenti lezioni impartite da apparenti sapienti in ambiti in cui l’istruttore perde il suo principale obiettivo: essere un educatore. Le urla, le imprecazioni, gli sfottò appartengono a colui che non sa e che riduce ad un mero passatempo, infruttuoso per alcuni e proficuo per altri, l’attività svolta. Con la presenza di noti professionisti, dall’ex pilone della Nazionale Italiana di Rugby Salvatore Perugini all’ingegnere dell’associazione “Telesia” Rinaldo Uccellini, il programma del campo scuola si divincola da una consuetudine erronea e dona ampie e serene vedute ai giovani partecipanti. E’ solo attraverso la reale e armoniosa trasmissione del sapere che sorgono futuri lavoratori e validi volontari.
2- Cooperazione: oltre alla massiccia presenza della Protezione Civile di Pontelandolfo, la gestione dei 38 partecipanti è frutto di una collaborazione lodevole tra differenti gruppi di volontari. Con l’ausilio della Protezione Civile Irpinia di San Potito Ultra, la Protezione Civile di Bisaccia e l’Associazione “Farnitum” di Fragneto l’Abate, il campo scuola vive sotto il segno marcato della lotta all’egoismo e all’alienazione dando seguito ad un consorzio produttivo e ben amministrato.
3- Gratuità: i bambini non pagano, o meglio non c’è nulla da pagare. Dopo il duro lavoro dei volontari, la domanda sorge legittima; va bene, ma quanto si paga? Zero. Tutto è gratuito. Le lezioni, l’impegno dell’area, la gestione logistica delle attività, i validi partecipanti esterni non invadono le tasche dei genitori. La gratuità dona una nobile configurazione all’insieme teorizzato. Può sembrare banale e ripetitivo relegare una maggiore importanza al terzo punto, ma ideare un ambiente formativo e attualizzarlo nella sfera collettiva secondo i principi dell’aziendalismo (prestazione/pagamento) è ignobile e diseducativo per i partecipanti. Non è retorica né tantomeno adulazione servile nei confronti della Protezione Civile. A ricevere compensi economici per “sopportare” i bambini ci pensano le babysitter, non strutture o associazioni legate al pubblico fieramente sponsorizzate e patrocinate con il petto gonfio.
La Protezione Civile di Pontelandolfo sceglie; sceglie di cambiare abitudini ancestrali, di modificare umilmente visioni assetate di potere, di fondare il suo lavoro non sul prezzo delle cose ma sul loro valore.
16/07/2018 Gianmarco Castaldi
Foto del titolo dalla rete