Genitori delinquenti
È tutta questione di… parlare chiaro.
Questa volta, di fronte a questa notizia ( 6 luglio 201913:27 Cremona, si accordavano sui social per scatenare risse in strada: 7 arresti | Un’intera classe nel mirino dei bulli Sgominata una baby gang: gli indagati, tra i 15 e i 18 anni, avevano trasformato angoli della città in veri ring. Altri 18 denunciati) ed ai video che tutti potete visionare, le mie parole saranno durissime. È inevitabile.
Qui, non si tratta di “controllo genitoriale che viene meno”, ma di totale disinteressamento affettivo, dunque anche cognitivo, nei confronti dei propri figli. E non è assolutamente vero, come ci faranno credere gli avvocati, dopo i loro arresti, che non sapevano quello che facevano, perché per spacciare droga, fare i soldi, produrre atti persecutori, estorsioni, danneggiamenti e risse il cervello funziona bene. Eccome!
Come può accadere tutto questo? Accade quando le femmine umana non utilizzano il contraccettivo, e per questo motivo sarebbe meglio si facessero chiudere le tube, mentre i maschi che le fecondano potrebbero prodursi in atti di autoerotismo altamente gratificanti, per il corpo e la mente.
Io non capisco con quale atteggiamento educativo queste famiglie si rapportano con i loro figli, ammesso che anche un minimo di volontà di educare esista. Inoltre, quando un giovane adolescente, nel pieno della sua accettazione identitaria e della sua evoluzione sessuale, si comporta in casa come un santo, significa che proprio in questo caso qualcosa di grave sta avvenendo dentro di sé, perché non riesce a mediare in famiglia i conflitti che vive. Lo sanno, oramai, anche i sassi che in questo periodo esistenziale è importante canalizzare le proprie ansie interne, le proprie contraddizioni confrontandosi con i propri genitori. I quali devono parlare, parlare e parlare con i loro figli. Devono affaticarsi, affaticarsi e affaticarsi nel farlo. Se non lo vogliono fare, ecco cosa alimentano. E in questa fatica educativa, visto che nessun medico curante ha ordinato loro di coitare per avere figli abbandonati, non devono desistere e non devono trovare le scuse del tipo “abbiamo poco tempo, dobbiamo lavorare in due”. Il padre, specialmente, deve produrre “no secchi”, di fronte a certi desideri esageratamente inconsulti per quella età.
Qui, in questa nazione, di persone equilibrate ne abbiamo ben poche, come anche gli ultimi fatti in tema di immigrazione ed altre amene situazioni da CSM dimostrano. Quindi, quando mettete al mondo dei figli, sappiate che persino i cani si tengono al guinzaglio, se siamo civili.
Altrimenti, meno impegnativi sono i pesci rossi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).