Un’Europa peggiore
5 Luglio 2019
Voglio proporvi le mie considerazioni antropologico-mentali partendo dalle riflessioni di Lorenzo Valloreja, saggista e autore del libro Al di à del pregiudizio, rispetto alle quali mi trovo in sostanziale sintonia.
Le parole del nuovo Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, sono, secondo il mio punto di vista, l’espressione di due sostanziali atteggiamenti mentali: il primo, in relazione al suo discorso di insediamento, è storico e patetico, nonché banale, perché fa riferimento alla sua biografia, come lui fosse l’unico ad essere il figlio di quella realtà passata (ma il motivo è, invece, fintamente empatico); il secondo è semplicemente delirante, nonché megalomane, e quindi tipico dell’asse franco-tedesco, quando pensa che un’Europa come questa possa rappresentare una valida alternativa, esistenziale ed economica, rispetto all’evoluzione tecnologica ed industriale che sta avvenendo in Cina.
L’Europa, specialmente con le nomine delle due donne bulldozer, assieme a lui, non avrà altro che un destino miserando, proprio perché continuerà a basarsi su atteggiamenti di austerity senza possibilità di costruire la solidarietà fra le nazioni. E la solidarietà fra le nazioni la si costruisce all’interno di un benessere economico generalizzato, migliorando la qualità della vita, e non certamente il livello di burocratizzazione che permette al solito potere di garantire se stesso.
Proprio sulla base di queste mie considerazioni, si sta facendo strada, in me, l’idea che la situazione economica nella quale si trova la nostra nazione sia qualche cosa di orchestrato altrove, un po’ come avvenuto per la Grecia. E non parlo solo di economia, ma anche degli scandali, dei quali tutti noi sapevamo tacitamente, che stanno emergendo in questo periodo: la corruzione universitaria, quella del Consiglio Superiore della Magistratura, le indagini verso quelle istituzioni che dovrebbero occuparsi del benessere dei bambini in affidamento a famiglie sane, e così via. Mi sembrano tutte azioni rivolte a scardinare i gangli effettivi di uno Stato, come possono appunto essere le università, la magistratura e il Welfare.
Quali possono essere le due soluzioni, di fronte a queste considerazioni personali?
La prima, che considero poco percorribile, è quella di avere rappresentanti italici presso l’unione europea in grado di condurre una contrattazione, all’interno della quale si rispetti la volontà popolare e nazionale dell’Italia. La seconda, quella che sembrerebbe essere la più semplice, ma solo in apparenza, sarebbe cominciare a pensare di uscire da questa unione. In entrambi casi, ci vogliono persone competenti, ossia politici particolarmente adatti a lavorare con altrettanti infidi esponenti nazionali. Non so se abbiamo politici di questa caratura.
Infine, come antropologo della mente, proporrei invece di sviluppare un atteggiamento del tutto positivo verso l’est asiatico, che rappresenta, secondo me, un luogo interessante, e non solo geograficamente, per produrre cambiamenti positivi nella loro cultura e ricevere rassicurazioni economiche e produttive nella nostra.
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