LE NEVÈRE DELLA MONTAGNA DI MORCONE
La “Nevèra” (neviera=ghiacciaia) è un’ampia e profonda buca rivestita con blocchi di pietra calcare a secco che, i contadini di una volta, usavano scavare nel terreno per conservare la neve, affinché non si sciogliesse durante il periodo estivo.
Questa tipica costruzione ha rappresentato, per i nostri territori, l’unico modo di ottenere bevande o cibi freddi o di poter refrigerare e conservare più a lungo cibi deperibili quando non esisteva ancora la possibilità di fabbricare il ghiaccio.
Durante l’inverno, i commercianti di neve, salivano sulle cime più alte della Montagna di Morcone per raccogliere la neve e conservarla nelle “nevère” scavate nei boschi esposti al nord, al riparo dai raggi solari. Questa, se necessario, era pressata con i piedi o con appositi attrezzi in legno dagli “insaccaneve” (contadini della zona addetti alla raccolta della neve) per poi essere ricoperta con paglia e terriccio, che fungevano da isolante termico, felci e fogliame secco.
Arrivata l’estate, iniziava il commercio della neve, che grazie alla pressatura, era diventata ghiaccio.
Tagliato a blocchi, il ghiaccio veniva avvolto in sacchi di tela e paglia e caricato sui carretti o sul dorso di muli per essere trasportato, durante le ore più fredde della notte, fino alle botteghe dei vicini paesi per la rifregerazione del vino.
Ma se inizialmente la neve ghiacciata veniva destinata alla sola conservazione degli alimenti, con il tempo si cominciò a distribuirla ai gelatai delle città costiere costituendo la fortuna di molti commercianti di neve fino all’avvento dei moderni refrigeratori che hanno relegato all’oblìo del tempo le antiche “nevère” della Montagna di Morcone.
Angela la nostra terra