13 settembre – anniversario della strage di Petrillo
Quattrocentoquarantatremila furono le vittime accertate in Italia dalla disumana violenza del secondo conflitto mondiale. 313mila caddero sul campo di battaglia per l’onore della Patria, 130mila civili furono vittime di persecuzioni, stragi, bombardamenti. Anche Pontelandolfo pagò con il sangue e la morte di incolpevoli innocenti l’agognata liberazione. Il 13 settembre del 1943, quando i soldati del Reich indietreggiavano sotto la spinta delle Forze Alleate, a Pontelandolfo calò il buio della morte. Nessun elemento, nessuna attività, nessuna azione lasciava presagire che quella sera di lì a poco sarebbe accaduto il putiferio. Pressoché inosservata passò qualche istante prima dell’accaduto, una perlustrazione di routine di un cacciabombardiere delle Forze Alleate sui cieli del paese. Improvvisa, inaspettata, ancora oggi il paese si chiede perché, fu la sequenza micidiale di esplosioni che scatenò l’inferno nell’umile caseggiato di Petrillo. Le schegge impazzite per la deflagrazione degli ordigni fecero strage. Come ci ricordano gli anziani della località testimoni del bombardamento, otto malcapitati caddero subito al suolo nel corpo dilaniati, gravemente ferita a una gamba Italia Rinaldi lottò lungo tempo tra la vita e la morte. L’arto le fu amputato, ma miracolosamente riuscì a sopravvivere. Persero la vita quella triste notte Maria Giuseppa Polletta, le due giovani figlie Lucia Maria e Giocondina rispettivamente di tredici e otto anni, Antonia Polletta e Michelangelo Polletta, Maria Cristina Pesce e Anna Marcello, quest’ultima deceduta durante il tragitto che la portava presso l’ospedale “A. Cardarelli” di Campobasso e infine Vitantonio Polletta e Pietruccia Polletta morirono tra i corridoi del capoluogo molisano per la gravità delle ferite. Il 30 luglio 1943 intanto, nell’ospedale militare di Caserta, gravemente ferito nel corso di un bombardamento nel casertano, già Antonio Polletta perdeva la vita. Il successivo 20 agosto 1943, nel corso di un improvviso bombardamento diretto contro la stazione ferroviaria di Benevento, in attesa del treno che li conducesse a Pontelandolfo caddero a terra colpiti a morte Giuseppe Polletta, Domenico Longo e Maria Guerrera. Poco più di un mese dopo la tragedia di Petrillo, la mattina del 7 ottobre 1943, l’insaziabile cosiddetta “Guerra Totale” per l’elevato numero di vittime civili coinvolte, si accanì ancora una volta contro Pontelandolfo. Miracolosamente scampato alla strage di Petrillo dove abitava, Raffaele Polletta, di appena nove anni, nel corso di un violento attacco dell’artiglieria delle Forze Alleate dalla città di Benevento diretto contro le postazioni delle milizie tedesche sul territorio di Pontelandolfo, fu colpito da una scheggia all’aorta. Nulla si poté fare, il piccolo morì tra le braccia del padre, alla contrada Gugliete.
Gabriele Palladino