Ritrovata una tomba di epoca romana
Il ritrovamento del 21 agosto scorso nei pressi della località Sorgenza nell’ambito dei lavori di interramento del cavidotto del realizzando parco eolico, di una tomba sepolcrale contenente lo scheletro di un infante, presumibilmente di epoca romana, ci riporta alla mente che nell’amena e spaziosa piana c’era una volta un florido e ridente Pago: il Pagus Herculaneus, o villaggio di Ercole. Questo distretto rurale dell’antico territorio romano, abbellito di marmi, di vetri, di mosaici di affreschi, di statue, di templi, di acquedotto, di fontane e di terme, ebbe vita in quella piana, l’anno 572 di Roma – 180 a.C. – a seguito della deportazione nell’Alto Sannio di 40.000 capifamiglia di Liguri Apuani, detti Bebiani dal console conduttore Marco Bebio, che furono distribuiti in più Paghi. Che tanto sia verità si è potuto ricavare dalla Tavola di bronzo, o Tavola alimentaria rinvenuta, l’anno 1833, nelle vicinanze di Circello, dal cav. Giosuè D’Agostino di Campolattaro, che descrive i fondi assegnati per alimentare la Colonia Bebiana, e, tra i vari Paghi, nomina il Pagus Herculaneus. Come finì questo Pago, e con esso i suoi preziosi monumenti dell’arte fiorita nel corso di un millennio, non è del tutto noto. Tornando al nostro caso, nel momento del rinvenimento della tomba, la Soprintendenza è stata tempestivamente informata, tant’è che sono pressoché immediatamente iniziati i lavori di scavo manuale dell’area interessata. L’Amministrazione Comunale, aggiornata dagli archeologi costantemente sull’andamento dell’attività, più volte si è recata sul posto per verifiche de visu. E’ stato acclarato nella giornata di venerdì ventiquattro che si trattava di una tomba delle dimensioni di 90 cm per 120 cm, presumibilmente di epoca romana, contenente lo scheletro di un infante. L’ossatura è stata successivamente conservata in luogo sicuro, mentre la tomba è stata coperta con piastre in acciaio su precisa indicazione della Soprintendenza per prenderne successivamente visione in loco. Durante tutta la durata dello scavo, il Sindaco, pur pressato dagli organi di stampa che chiedevano notizie, non ha divulgato alcuna informazione, così come richiesto dagli archeologi, come da prassi, per evitare fenomeni di sciacallaggio, eventuali sottrazioni ed accessi non autorizzati sul sito. “A tal proposito – scrive il primo cittadino su un pubblico manifesto appena affisso -, si considera estremamente disdicevole il comportamento dei soliti noti “tuttologi ben Informati” che non hanno perso tempo a diffondere notizie inesatte circa una presunta volontà di questa Amministrazione di mettere a tacere tale notizia per non ben precisate ragioni. Il tentativo di tornare a una politica becera, fatta di inesattezze, approssimazione, qualunquismo e pressapochismo non ha comunque offuscato l’importanza della scoperta, che è motivo di soddisfazione e di orgoglio per la comunità di Pontelandolfo”. La scoperta del manufatto tombale rappresenta “l’opportunità – conclude i manifesto del Sindaco – per dare corso ad una campagna di valorizzazione e di scavi in collaborazione con le principali università italiane oltre a rappresentare l’occasione per la predisposizione di un museo con i reperti già a disposizione di questo Comune, provenienti anche dagli scavi di Coste Chiavarine, e con tutto il successivo materiale che sarà eventualmente rinvenuto”.
Gabriele Palladino