La Basilica di Santa Maria della Sanità a Napoli

La Basilica di Santa Maria della Sanità a Napoli
da : historiaregni

Superato l’emiciclo di Capodimonte si raggiunge il Ponte della Sanità che attraversa l’omonimo popoloso quartiere di Napoli. La strada prosegue col nome di Corso Amedeo di Savoia ed a destra appare la verde cupola maiolicata della Basilica di Santa Maria della Sanità.
La basilica nasce come segno di devozione dei fedeli alla Madonna dopo il ritrovamento, nel Cinquecento, di unantico affresco della Vergine cui furono attribuiti poteri taumaturgici: a quanto pare toccarlo sanava da malattie; da qui il quartiere prese il nome di Sanità.
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Altare della Cripta con alla destra del crocifisso l’affresco della Madonna della Sanità. Foto di Angelo D’Ambra
In realtà la basilica è comunemente conosciuta come la “Chiesa del Monacone” in quanto custodisce una prodigiosa statua lignea di San Vincenzo Ferrer: secondo la tradizione, la statua portata in processione nel 1836, salvò la città da un’epidemia di colera; da allora il primo martedì di luglio la processione si ripete in ricordo della grazia ricevuta grazie all’intercessione del santo.

4 (2) L’edificio è opera dell’architetto domenicano Fra’ Nuvolo che lo progettò nel 1602 sulla precedente chiesa paleocristiana. Si sviluppa intorno all’originale soluzione della pianta a croce greca inserita in un quadrato, riproposizione del progetto di Bramante per San Pietro, ed ovunque è un tripudio di marmi colorati ma ciò che subito cattura l’attenzione è il presbiterio rialzato sotto cui si apre la cripta.
Reliquie di numerosi santi sono poste in questo splendido ambiente barocco. Alle spalle dell’altare vi si conserva l’antico affresco della Madonna della Sanità che dà il nome al quartiere mentre una pregevole scala marmorea a tenaglia conduce alla parte presbiteriale.

4 (1)La struttura ospita tra le sue navate numerosi dipinti, molte delle quali risalenti alla seconda metà del Seicento. Opere come la “Circoncisione” di Giovan Vincenzo Forlì, “L’estasi della Maddalena” e “La Vergine con i Santi Giacinto, Rosa e Sant’Agnese” di Luca Giordano, lavori di Massimo Stanzione, Agostino Beltrano, Giovanni Bernardo Azzolino e Gaspare Traversi.
Esposta è anche una Cattedra Episcopale del VI secolo proveniente dalle catacombe, mentre attraverso un corridoio che conduce alla sacrestia si può ammirare l’antisacrestia decorata con affreschi monocromatici da Giovan Battista di Pino nel 1625. Con l’avvento della casa napoleonica agli inizi dell’Ottocento, ci fu la soppressione ed espulsione dell’Ordine domenicano. La chiesa venne quindi affidata ai francescani e l’edificio iniziò a riempirsi al suo interno di opere devote al nuovo ordine religioso: sono questi i casi della tela sui Martiri francescani di Nagasaki.

cattedraepiscopalesanitàLa Cattedra Episcopale del VI secolo proveniente dalla Catacomba. Foto di Angelo D’Ambra

Edificio religioso centrale nel quartiere, questa Basilica serba al pubblico l’accesso alle Catacombe di San Gaudioso.

Autore articolo: Angelo D’Ambra
Foto tratte dalla rete salvo dove diversamente indicato.