Prostitute, maschi e mogli…
È tutta questione di… educazione permanente.
Cari signori maschi, attenzione. Se vi recate in Spagna e siete improvvisamente colti da istinti testosteronici, fate molta attenzione: potreste essere beccati ad abbordare una prostituta e, anziché sentirvelo contestare immediatamente come infrazione dalle autorità spagnole, potrebbe essere vostra moglie ad essere informata e a procedere di conseguenza. A casa, e in Italia, oppure in qualsiasi altra parte del mondo abbiate residenza.
Da adesso, trovare le valigie fuori di casa equivale a notifica della sanzione amministrativa. Sembra evidente che in Spagna, avvicinare una prostituta è un’infrazione di tipo amministrativo e, come accade per tutte le violazioni ad un sistema normativo, la repressione di una condotta illegittima è finalizzata a far diminuire il numero di tali comportamenti. Per questo motivo, la repressione amministrativa va esercitata in modo tale che la sanzione sia irrogata e notificata con modalità coerenti rispetto alla motivazione, per cui una determinata condotta viene punita.
Il rapporto tra un essere umano e la legge è eminentemente personale, per cui se qualcuno trasgredisce, la legge lo persegue per ripristinare la genuinità di quel rapporto personale. In quest’ottica, ogni comunicazione tra organi sanzionatori della Pubblica Amministrazione e soggetto privato, devono svolgersi nel rispetto della soggettività privata.
Una relazione a due, insomma. Dove la Pubblica amministrazione fa leva soltanto sulla necessità che il singolo cittadino rientri nell’ambito di quel normale rapporto a due. Un po’ come accade nei litigi tra amici. Se un mio amico ed io litighiamo, per ragioni che riguardano esclusivamente lui e me, la soluzione va trovata nell’ambito del nostro rapporto.
Se il motivo della discussione concerne me e lui, lui e me, per quale ragione uno di noi due dovrebbe andare dalla moglie dell’altro a raccontarle che ci siamo litigati? Se l’intervento di una delle rispettive mogli fosse determinante per risolvere la controversia, allora avrebbe un senso. Ma se così non fosse, il fatto di aver ampliato la rete delle persone a conoscenza dei fatti che riguardano solo il mio amico e me, quale valore aggiunge?
Nessuno.
Anzi, può avere una conseguenza estremamente nociva, ovvero esacerbare gli animi di tutti i coinvolti e, magari, dilatare gli originari motivi di attrito ed il numero di persone in discordia.
Ed allora mi domando quale vigore possiede un sistema giuridico e politico che per farsi rispettare, per mettere le persone nella condizione di non trasgredire più, fa appello ad istanze che nulla hanno a che vedere con l’obbligo di rispettare la legge, e molto hanno in comune con gli schiamazzi degli animali da cortile? Sembra uno Stato pruriginoso, disperato e volgare, quanto possono essere, esattamente, i clienti e le prostitute stesse.
La prostituzione, specie quella compiuta su strada è un problema sociale serissimo. Spesse volte le prostitute sono obbligate a vendere il proprio corpo perché minacciate. Intorno alla prostituzione proliferano decine di altri importanti reati.
E dato che la prostituzione è un “settore merceologico”, in questo ambito vale la stessa regola su cui si regge qualunque altro settore di mercato, ossia: se c’è un’offerta significa che c’è una domanda. Punto. Per stroncare l’offerta della prostituzione, indubbiamente bisogna colpire la domanda. Ma non solo, e sarà il caso di colpire coloro che trafficano con la prostituzione, ancora prima dei clienti.
Occorre uno Stato che persegua questa finalità in maniera forte e determinata, che sappia trovare in se stesso e nei suoi mezzi l’autorità e l’autorevolezza per combattere la prostituzione. Che sappia educare le famiglie, i genitori, ad affrontare la sessualità dei giovani maschi e delle giovani femmine senza l’ipocrisia e l’omertà che invece caratterizza l’evoluzione dei nostri giovani. E noi, in Italia, siamo davvero bravi a disattendere questa prospettiva pedagogica.
Uno Stato che intende scoraggiare il fenomeno facendo leva sui litigi tra un marito frequentatore di prostitute e una moglie che vive il tradimento di bassa lega, è uno Stato sconfitto in partenza. È uno Stato al capolinea, nell’angolo della propria autorevolezza. È uno Stato che sa di non avere alcuna autosufficienza sanzionatoria e, quindi, suscettibile di offesa ad ogni piè sospinto. E’ uno Stato cinico, perché disposto ad arginare una piaga sociale aprendone un’altra: cosa prova una donna nel venire a sapere che suo marito l’ha tradita con una prostituta, soltanto perché un postino o un ufficiale giudiziario le recapitano un verbale di sanzione? È uno Stato ottuso, che non arriva a comprendere quanto sia insondabile l’animo umano. Una moglie che si sente tradita così può avere qualunque reazione, dal volersi separare al volersi vendicare col sangue.
Dante ha scritto che l’Italia è “di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta”.
E’ vero, e siamo in ottima compagnia.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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