RICERCA EFFETTUATA dal Prof.Renato Rinaldi CONSULTANDO IL VOLUME :”Dizionario corografico dell’Italia” del Prof.Amato Amati Vol.QUINTO edito da Vallardi -MI-1866
MOLISE. – Provincia del Regno. E’ costituita dell’antica provincia dello stesso nome modificata però secondo la nuova circoscrizione del 25 ottobre 1861, secondo la quale le vennero tolti i comuni di Baselice, Campolattaro,Casalduni, Castelpagano, Castelvetere ,Cerce Maggiore, Circello, Colle, Foiano, Morcne, Pontelandolfo, Reino, Sassinoro,Santa Croce, S. Lupo incorporati ora nella provincia di Benevento,
e le vennero aggiunti invece Castellone, Cerro, Colli, Filignano, Montaquila, Pizzo»e, Pozzillì, Presenzano, Rocchetta, S. Vincenzo, Scapoli,
Sesto, Venafro, tredici comuni che appartenevano alla provincia di Terra di Lavoro.
La provincia di Molise confina a maestro coll’ Abruzzo Ulteriore II , a borea coll’Abruzzo Citeriore, a greco col mar Adriatico, a levante colla Capitanata, a mezzodì colla provincia di Benevento e a ponente colla Terra di Lavoro. Ha una superficie di chilometri quadrati 4603.94 con una popolazione assoluta al 31 dicembre 1861 di abitanti 4603.94 cd una relativa di abitanti 75.15 per chilometro quadrato. Amministrativamente dividosì in tre circondarii, i quali sono Campobasso, Isernia e Larino, 30 mandamenti e 134 comuni, aventi ciascuno in media (secondo il censimento suddetto) una popolazione di 2582 abitanti.
Il territorio di questa provincia è generalmente montuoso, e non conta che circa 78,000 ettari, ossia un sesto circa di pianura. La parte più alta è il Matese, situato al mezzodì: sulla cima spianata del Matese esiste un laghetto, che è chiamato appunto Lago del Matese. Oltre al Matese occupano la provincia molte altre catene secondarie dell’Appennino, che formano in molti punti roccie e burroni, in mezzo ai quali cadono torrenti e fiumi. Le cime più alte sono quelle delle Coppelle, il monte Callara, il monte Miletto, che è la cima più alta del Matese, il monte del Pozzo ed il monte Nuria.
I principali corsi d’ acqua che bagnano il Molise sono il Sinarco ed il Biferno, che corrono con direzione da libeccio a greco e vanno a gettarsi nell’Adriatico dopo essersi ingrossati delle acque di parecchi torrenti; il Volturno che vi ha le sue sorgenti; il Trigno, che dopo aver bagnata la parte orientale della provincia, scorre lungo il confine coll’Abruzzo Citeriore; il Saccione ed il Fortore, che scorrono al confine colla Capitanata. Un piccolo tratto della linea di confine coll’Abruzzo Citeriore è segnata dal fiume Sangro.
Acque minori sono la Vandra affluente del Volturno, il Verrino ed il Rio affluenti del Trigno, il Fiumicello ed il Cigno affluenti del Fortore, il Tecchio, che sì versa nell’Adriatico. Nel territorio di Montefalcone è uno stagno della superficie di ettari 25, che dà prodotti di pesca, serve di marcitoio per le canapi, ha profondità ignota e presenta il curioso fenomeno di andar soggetto a flusso e riflusso, sebbene situato in montagna. Sul Matese ed a Pettorano vi sono anche piccoli laghi.
Il Molise è coltivato a cereali, legumi, viti, olivi, alberi fruttiferi, canape, lino e pascoli. I cereali e fra essi il frumento e il frumentone tengono il primo posto nella coltivazione, e sì copiosa è la quantità dei loro prodotti, che il Molise viene considerato come uno dei granaii della vasta città di Napoli. La qualità delle granaglie corrisponde alla natura ed alla esposizione del suolo : sono dure, pesanti e danno molto pane, specialmente nelle parti piane e marittime. In generale sono assai buoni i grani duri; pregiate le romanelle della pianura di Sepino e le saragolle della vallata del Fortore; ottime le caroselle, massime dei territori di S. Giuliano, di Bonefro, di Ripabottoni e di Montagano. Il riso si coltiva solamente in Ripalta sul Trigno, nel circondario di Larino: i terreni tenuti a riso ascendono presentemente ad ettari 209, dei quali ettari 109 sono irrigati da acque avventizie ed ettari 100 da acque perenni.
Minore è il prodotto dell’orzo, dell’avena e dei legumi, fra i quali coltivansí specialmente fave, fagioli, ceci, piselli, lenticchie, cicerchie. Sempre più estendendosi va invece la piantagione delle patate, introdotta in questa provincia nel 1810. Le viti occupano una discreta porzione di territorio, e il loro raccolto negli anni anteriori alla crittogama era assai copioso, quantunque non fosse sufficiente al consumo locale. Per la massima parte il vino è bianco e leggero ma delicato: nelle pianure orientali e marittime riesce grave e duro alla digestione; sui poggi e nelle colline di gusto soave spiritoso, e di bel colore. Eccellenti fra gli altri sono i vini di Fossaceca, Lucito, Mirabella, Montagano, Petrella, Toro, Limosano,e Campo di Pietra.
Importante pure per la Provincia del Molise è la coltivazione degli olivi, da cui traesi un ottimo olio, che viene in parte venduto alle limitrofe provincie, ed anche fuori del Napoletano. Abbondanti sono quasi dappertutto gli alberi da frutti , che danno prodotti delicatissimi. L’agricoltore di quei luoghi ne moltiplicò all’indefinito la varietà, sicchè sonvi frutta estive e frutta invernali, le quali ultime sono assai saporite e di molta durata e spedisconsí in quantità a Napoli e in Capitanata. Meno estesa è la coltivazione del gelso e percib quivi la produzione media annua dei bozzoli non si valuta che di chilogrammi 26,000.
Prima dell’epizoozia del baco da seta vi si raccoglievano annualmente in media chilogrammi 115,000. Altri prodotti agricoli sono la canapa, che vi si coltiva in molta quantità, il lino e il cotone, introdottovi questo ultimo prodotto recentemente. Dal lino e dalla canapa, stante la mancanza di buona macerazione e la raccolta tardiva, non si ottengono che fili piuttosto grossolani, coi quali si fabbricano tele per la classe più bisognosa.
Assai fiorente per questa provincia è la pastorizia. Oltre ad un gran numero di capre, maiali , bovi, vacche, asini, muli, è la provincia specialmente ricca di bestiame pecorino. Pochi anni sono vi si contavano 322,292 capi di pecore in parte indigene e in parte abruzzesi, merinos, gentili e bastarde, e spettanti per 133,591 capi al circondario di Isernia, per 95,662 a quello di Larino e per 93,039 a quello di Campobasso. La lana che se ne cava è generalmente buona, e porzione si consuma nell’interno della provincia e parte si vende alle fabbriche di panni. Il valore medio del bestiame calcolasi a L. 9 per capo; quello della lana a L. 2. 86 per chilogrammo. Le greggia dell’ Abruzzo, nell’ autunno scendono nel Tavoliere, per ritornare in primavera, compiendo il cammino su larghissime strade chiamate tratture ed estese abbastanza, perchè le pecore vi pascolino strada facendo.
Quanto all’estensione dei boschi, l’Annuario del Ministero di agricoltura, industria e commercio (anno 1°) dà per questa provincia un totale di ettari 73,210.
Boschi spettanti a privati : Bosco ceduo et. 4,958 – bosco d’alto fus. et. 18,732 Totale ett.23,690
Boschi epettantti a corpi amministrativi : bosco ceduo ett.14,420 – bosco d’alto fusto ett. 35.100 Totale ett.45,520
La rotazione agraria del Molise è la seguente: maggese e fromentone nel primo anno; grano nel secondo; riposo o biade nel terzo: i legumi si coltivano separatamente.
Gli abitanti della provincia sono generalmente dedicati all’agricoltura: le arti belle sono il lavoro di alcuni pochi che le coltivano con amore e intelligentemente. I mestieri febbrili sono esercitati con certa proporzione quasi in tutti i comuni; ma sono da distinguere Campobasso pe’ suoi fini lavori di acciaio ridotti a martello ed a lima; Agnone e Frosolone pei lavori di ferro, di acciaio e rame e per altre manifatture; Sepino e Morcone per le tintorie di panni di lana. Vi sono, oltre a ciò, in Campobasso una filanda, in Isernia fabbriche di carta, in Colletorto fabbriche di cappelli. Nè mancano carterie, concerie, fabbriche di liquori, di candele dì sego, e di panni ordinari.
Il commercio che esercita la provincia, sì terrestre che marittimo, è poco importante. Manda le suee granaglie in Terra di Lavoro
e in Napoli, e ne esporta anche per le rade di Termoli e di Campomarino. Ricambia coi paesi vicini i suoi bestiami e manda fino nell’estero i suoi, bei lavori di acciaio.
Il territorio della provincia di Molise venne anticamente abitato da quella colonia dei Sabini, che i Romanii chiamarono Sabelli e Sanniti, e che successivamente si ripartirono questa contrada distinguendosi fra di loro col nome di Pentri e Caudini. Caduti sotto il dominio dei Romani, questi vi dedussero varie colonie, alcune delle quali godettero i privilegi di municipio. Al tempo dei Longobardi fece parte del potente ducato di Benevento; in seguito vennero da esso smembrate Sepino, Boiano e Isernia per formare un gastaldato ai Bulgari venuti dalla Sarmazia in aiuto del re Grimoaldo. Due secoli dopo, questa provincia cadde sotto Guadalberto col titolo di Contado di Boiano, che mutò non molto dopo in quello di Contado di Molise. Quando Federico II istituì i Ciustizierati, il contado di Molise venne posto sotto la dipendenza di quello di Terra di Lavoro, finchè, dopo varie mutazioni subite ai tempi degli Angioinì e dei primi re aragonesi, rimase incorporato alla Capitanata. La ricostituzione del Molise in provincia risale al 1811.
Alcuni antiquari vollero derivare la denominazíone di Molise da un’ antica città dei Sanniti; ma questa opinione è destituita di fondamento, non essendo mai esistita una città di simile nome. L’etimologia di tal nome pare invece che si debba ricercare non oltre l’epoca dei Normanni: la storia infatti fa conoscere che ai tempi del primo Ruggero, questa contrada era sotto il dominio del conte Ugone di Molisio.
Il Molise è tra le provincie dell’Italia meridionale una delle meglio dotate di strade. Nel 1862 si calcolavano 799,812 metri di strade nazionali, dei quali metri 204,086, importanti L. 766,763 per spesa di annua manutenzione, erano aperti al carreggio, e metri 595,726, importanti la spesa di L. 404,000 erano in corso di costruzione e di riordinamento. A quell’epoca erano pure progettati metri 85,561 con un preventivo di L. 138,000 per la relativa costruzione. Nel 1864 si spesero L. 242,452 per opere di manutenzioni e riparazioni ordinarie, L. 97,635 per la rettifica dell’innesto della traversa di Pecci a Campobasso della strada Sannitica, e L.243,494 per la costruzione del primo tratto della strada degli Abruzzi dalla Ravindola ad Alfidena per Casteldisangro, fra Ravindola e Cartellone, di metri 20,899. Le strade principali sono la strada degli Abruzzi, che dall’Abruzzo Ulteriore II, conduce nel Molise a Rionero e poscia ad Isernia, dalla quale poco innanzi a questa città si distacca un tronco che conduce a Campobasso, a Jelsi e alla Riccia, e di là da un lato al Fortore e dall’altro alla provincia di Benevento; la strada da Campobasso al litorale Adriatico a Termoli passando per Larino e Casacalenda, dalla quale si dirama la via che scorge ad Acquaviva Collecroci e di là per due rami all’Abruzzo Citeriore.
Quanto a strade ferrate non è percorsa che dalla linea che da Ancona conduce lunghesso l’ Adriatico a Barletta, Bari, Brindisi.
Il comune principale della provincia è Campobasso, che ne è anche il capoluogo e conta 14,346 abitanti. Vengono dopo in ragione di popolazione Agnone con 10,230 abitanti, Isernia con 8584, Riccia con 7595 , Larino con 6152, Guglionesi con 5119, Casacalenda con 6017, Frosolone con 5067. Degli altri comuni 7 hanno una popolazione dai 5 ai 4 mila, 18 dai 4 ai 3 mila, 41 dai 3 ai 2 mila, 53 dai 2 mila ai 1000, 7 dai 1000 ai 500.
Dalle pubblicazioni ufficiali del Ministero di agricoltura, industria e commercio, negli ultimi anni ricavansi intorno alla popolazione di questa provincia i seguenti dati:
Anno 1861-62 :popolaz. di fatto abit. 346,007 -popolaz.di diritto abit.352,381
Anno 1863 :popolaz. di diritto abit.347,065
Anno 1864 :popolaz. di diritto abit.347,851
La popolazione di fatto nel 1862 era così ripartita:
1° Secondo il sesso, case e famiglie.
celibi 95,160
Maschi :163,590 coniugati 68,633
vedovi 5,797
celibi. 88,985
Femmine:176,417 coniugate 70,279
vedove 17,153
Case :71,937 Abitate 66,402 Vuote. 5,535
Famiglie : 76,007
2°Secondo le lingue.
Italiana :346,006 – maschi 169,590 femmine 176,416
Tedeschi 1 femmina.
3.° Secondo le religioni.
Cattolici.346,006 – maschi 169,590 femmine 176,417
Acattolici 1 maschio.
4°Secondo le condizioni,professioni e origini
5°Infermità apparenti.
Sordo-muti :236 maschi 131 femmine 105
Ciechi :226 maschi 122 femmine 104
6° Emigrazione.
L’emigrazione si limita quasi esclusivamente all’interno del regno. Sopra 3786 emigranti, 69 soli vanno all’ estero. I mesi, in cui avviene maggiore la partenza sono maggio (1284), novembre (920), giugno (644), ottobre (647); i mesi in cui è più numeroso sono: giugno (1273), maggio (853) e agosto 126. Questi emigrantiapparangono alle seguenti condizioni: agricoltori proprietari, agricoltori fittaiuoli e contadini, pastori, muratori, cardatori, giornalieri e braccianti, lupinai, possidenti e senza professione. Nel circondario di Campobasso fra gli emigranti, sopra specificati, alcuni partono e ritornano più volte all’anno entro i limiti dello Stato e sono 3 arrotini. 10 cenciai, 636 fittaiuoli, 8 lupinai, e quindi in tutto 657.
La sua popolazione di diritto era divisa fra 175,701 maschi e 176,680 femmine. Confrontata con quella di fatto, si ha sul totale complessivo una differenza in più nella popolazione di diritto di 6374 abitanti.
Nel 1863 vi erano 169,611 maschi e 177,454 femmine, con una popolazione urbana di 47,241 abitanti ed una rurale di 299,824 abitanti. Nel 1864 vi erano 170,023 maschi e 177,828 femmine, con una popolazione urbana di 47,340 abitanti ed una rurale di 300,511 abitanti.
Il movimento dello stato civile nel 1864 fu di 3118 matrimoni, 13,992 nati (7232 maschi e 6760 femmine), nati-morti 177 (101 maschi e 76 femmine), morti 13,206 (6820 maschi e 6386 femmine).
La guardia nazionale di questa provincia consta di una forza di 29,698 militi, di cui 23,155 attivi e 6543 di riserva, organizzati in 3 battaglioni e 194 compagnie. La mobilizzabile è di 8765 militi.
La proporzione fra gli abitanti e i militi è di 12 ad uno. Sopra 100 militi 78 sono attivi e 22 di riserva. I mobilizzabili sono in ragione di 30 per 100.
Gli elettori politici sono in numero di 5280, ripartiti in 8 collegi elettorali e 34 sezioni. I collegi sono compresi fra i numeri 251 e 258 inclusivamente, e sono i seguenti:
251 Campobasso elettori 1070
252 Morcone elettori 600
253 Riccia elettori 770
254 Isernia ” 469
255 Boiano ” 466
256 Agnone. ” 573
257 Larino ” 718
258 Palata ” 614
Totale elettori 5280
Non privi d’interesse sono i seguenti dati statistici sui bilanci comunali e provinciali di questa provincia negli anni 1862-63, dati che vengono desunti da una pubblicazione ufficiale (Bilanci comunali e provinciali , anno 1863. Firenze, 1863)
Entrate : Bilancio ordinario L. 1,253770 – Bilancio straordin.o L. 324,336 Totale L. 1,578,106
Spese : Bilancio ordinario L. 1,083,517 – Bilancio straordin.o L. 533,479 Totale L. 1,616,996
Le tasse locali furono nel 1863 di L. 248,613, mentre nel 1861 ascesero a L. 112,772 e nel 1862 a 197,480. Le sovratasse alle imposte erariali ascesero nel 1863 a L. 119,300, mentre nel 1861 furono di L. 17,175 e nel 1862 di L. 16,737.
Bilanci provinciali.
Anno 1862
Entrate ordinarie :imp. e sovr. L. 199,270 rend. diver. L. 280 , Entrate straord. L. 66,263 Totale L.265,813 Totale Spese L.265,818
Anno 1863
Entrate ordinarie :imp. e sovr. L.L. 56,119 rend. diver. L. 138,650 Entrate straord. L. 101,293 Totale L.296,062 Totale Spese L.296,062
La beneficenza, secondo una statistica ufficiale (Statistica delle opere pie dei comuni e dei circondarii del regno), conta in questa provincia un totale effettivo di 75 pii istituti, in 46 dei quali entra con altri scopi anche quello del culto. Distinti secondo gli scopi a cui servono, il loro numero ascende a 76, così ripartiti:
12 ospedali per tutte le malattie acute in genere, 58 opere di limosine e beneficenze in genere, una dì medicinali, una di doti a povere nubende, 4 monti di pietà su pegno ad interesse.
Per gli uffici e pubblici istituti e scuole vedi il capoluogo della provincia e i capi luoghi di circondario e mandamenti.
Sotto i rapporti ecclesiastici vi sono sedi vescovili a Boiano, Larino, Termoli e ad Isernia e Venafro, delle quali le prime tre dipendono dall’arcivescovado di Benevento, e l’ultima dall’arcivescovado di Capua.
Sotto il rapporto dell’istruzione primaria si hanno per l’anno 1863-64 i seguenti dati, desunti dalle statistiche ufficiali pubblicate dal Ministero nel 1866.
Scuole elementari. Ascendevano in complesso a 351, delle quali 229 maschili e 122 femminili. Le scuole pubbliche erano 271 (maschi 162, femmine 109), le private grano 80 (maschi 67, femmine 13). Gli alunni furono in numero di 12,268, di cui 7897 maschi e 4371 femmine, la maggior parte dei quali frequentarono le scuole pubbliche; mentre questi infatti ascesero al numero di 11,328 (maschi 7139, femmine 4189), quelli che frequentarono le scuole private non furono che 940 (maschi 758, femmine 182). Il numero degli insegnanti fu di 350 (maschi 227, femmine 123), dei quali 268 addetti alle scuole pubbliche e 82 alle private. Gli insegnanti appartenenti al clero si regolare che secolare furono in numero di 131.
Confrontato il numero delle scuole con quello degli abitanti, si avevano 10 scuole ogni 10,000 abitanti; confrontato colla superficie, si avevano 8 scuole ogni 100 chilometri quadrati. Le scuole private stavano alle pubbliche nel rapporto di 30 a l00; le femminili stavano alle maschili nel rapporto di 53 a 100.
Ogni 100 abitanti, dagli anni 5 ai 12, frequentavano le scuole 29 maschi e 17 femmine, cioè a dire ogni 100 abitanti che dovevano andare a scuola non vi andavano che poco più di una metà. Ogni scuola pubblica annoverò in media 42 allievi; ogni scuola privata 12 Gli insegnanti delle scuole pubbliche poi ebbero in media per ciascuno 42 alunni; quelli delle scuole private non ne ebbero invece per ciascuno che 11. Gli alunni delle scuole private stavano agli alunni delle scuole pubbliche come 8 a 100, ossia sopra 100 alunni frequentanti le scuole pubbliche, non si avevano che 8 frequentanti le scuole private. Le alunne stavano agli alunni nel rapporto di 55 a 100, ossia le femmine che andavano a scuola erano poco più della metà dei maschi.
Del totale complessivo dei comuni componenti la provincia di Molise, 131, con una popolazione complessiva di 340,822 abitanti, avevano scuole o pubbliche o private, o maschili o femminili; 3, con una popolazione di 5185 abitanti, erano affatto privii di scuole; 3, con una popolazione complessiva di 2549, erano privi di scuole maschili pubbliche o private; 3, con una popolazione di 2549, erano privi di scuole femminili pubbliche o private; 36, con una popolazione di 30,962, erano privi di scuole femminili pubbliche o private; 4, con una popolazione di 7053, erano privi di scuole maschili o femminili pubbliche; 5, con una popolazione di 5037, erano privi di scuole pubbliche maschili; 37, con una popolazione di 35,389, di scuole pubbliche femminili; 100, con una popolazione di 205,391, di scuole private maschili o femminili; 101, con una popolazione di 102,641, di scuole private maschili; 129, con una popolazione di 159,631, di scuole private femminili.