Nubifragi sul Sannio: dramma e paura nel ricordo

Nubifragi sul Sannio: dramma e paura nel ricordo di quei terribili momenti di un’alunna della Scuola Elementare di Cuffiano

E’ ancora fortemente vivo il ricordo di quelle drammatiche ore di paura vissute nella notte tra il 14 e il 15 ottobre. Le ferite inferte con violente accanimento dalla pioggia intensa che il cielo riversava impetuosa sul nostro Sannio, sono ancora sanguinanti. Strade sprofondate e chiuse al transito per le voragini insanabili, ponti divelti dai fiumi in piena, adagiati sulle acque chete, reti idriche ancora a secco, fognarie in tilt, terreni erosi, case in preda al fango, paesi in ginocchio, questo è il triste quadro che oggi si presenta ai nostri occhi. Affidiamo il ricordo di quella notte spaventosa e dei giorni successivi terribili, alle parole di una bambina di Morcone A.G., alunna della Scuola Elementare di Cuffiano: “Nella notte del 14 e la giornata del 15 ottobre, Benevento e tanti altri paesi sono stati colpiti da un alluvione eccezionale che né io, né la mia famiglia e né i miei nonni avevamo mai visto. La notte del 14 mi ricordo che quando sono andata a dormire pioveva tanto, la luce andava e veniva, ma non immaginano assolutamente quello che ho trovato il mattino seguente. Quando mi sono svegliata c’erano tutte le strade piene di fango e non sono potuta andare a scuola. Ho chiesto a mamma che cosa era successo e lei mi ha risposto che era piovuto tanto nella notte e le strade erano bloccate. Ho acceso il televisore e il telegiornale parlava del disastro che aveva colpito Benevento, Castelpagano, anche Cuffiano dove abito con la mia famiglia e tanti altri paesi del Sannio. Mi ricordo del pomeriggio del giorno diciannove quando avevo appuntamento con il dentista, ma per la paura perché cominciò a piovere ancora forte forte, mia madre decise di non muoverci. Meno male, perché dopo poco tempo la mia casa era circondata da un fiume enorme di fango. Ci siamo spaventate tanto e abbiamo chiamato mio padre al lavoro, che per tornare da Morcone, ha impiegato circa tre ore con l’aiuto di una ruspa che toglieva il fango dalla strada che porta a casa. Sotto casa si vedeva il fiume Tammaro che era diventato grandissimo e che sembrava un mare in tempesta. La potenza del fiume fece cadere il ponte di Tammarecchia sulla strada che serve per raggiungere Circello, Colle e altri paesi. Quel giorno ho chiamato la mia compagna N. che mi ha raccontato che sua nonna si era allagata e avevano impiegato un giorno intero per togliere il fango dalla casa. Anche mio zio è stato danneggiato dall’alluvione. Mi raccontava che in quelle ore non riusciva più a trovare i mezzi agricoli perché stavano coperti dal fango. Anche i miei nonni che abitano alla contrada Torre hanno dovuto aggiustare per due volte la strada che porta alla loro casa. Tutte le strade sono rotte e piene di pietre e fango, anche quella che porta a casa mia che circa un mese avevano aggiustato, era bellissima e nuova, ora è peggio di prima, è diventata anche pericolosa perché passano tutti di là in quanto è l’unica strada che porta a Circello, Colle e altri paesi. Spesso questi fenomeni siamo abituati a vederli in televisione al telegiornale, ma questa volta abbiamo vissuto dal vivo la paura. Spero che tutto questo non succeda mai più”. Anche noi speriamo che tutto questo non succeda e ancor più auspichiamo in un intervento istituzionale reale e concreto per il serio risanamento in tempi brevi dei tanti paesi di inestimabile ricchezza, flagellati da una calamità senza precedenti.

Gabriele Palladino