Tristezza, festeggiata nel giorno del Blue Monday
18 gennaio 2018 Michele Massimo Casula
Il nostro corpo parla.
La cosa che possiamo fare è ascoltarlo.
La nostra immagine può diventare lo specchio per capire quale emozione stiamo vivendo, importante saper leggere attraverso i nostri movimenti.
Ci sono emozioni che ci portano verso l’alto e altre che, al contrario, ci buttano a terra.
Se come abbiamo già detto la gioia e la felicità non esistono in natura alla nostra nascita, come tutte le altre nostre emozioni, il loro contrario che chiamiamo tristezza possiamo riconoscerlo solo avendo vissuto le prime.
Infatti tutte le emozioni esistono solo se conosciamo il loro opposto.
In questi giorni leggendo l’articolo sul Blue Monday , considerato il giorno più triste dell’anno, sorrido ripensando a quando, essendo un artista, provo l’emozione di tristezza e malinconia. Della seconda parleremo un’altra volta.
Per un artista essere sotto tono è un dono del cielo perché misteriosamente da quell’emozione così apparentemente negativa nascono le più grandi opere.
Mi accorgo che alla base c’è una sensazione di privazione, mancanza di qualcosa che non so.
Come se avessi perso o immeritatamente non avessi avuto quello che desideravo.
Il tempo, il piacere, una persona, tutto si può perdere e la sensazione si accentua vedendo che gli altri al contrario ancora hanno ciò che io ho perso.
Alla base della tristezza generale, che oggi viene riconosciuta e festeggiata, c’è la necessità di sentirci “normali” così da poter condividere un’ emozione, da ex movere cioè muovere da, e quindi un movimento comune che ci rende più simili.
In fondo sentirsi troppo originali ha lo stesso peso che sentirsi unico. Ma di questi tempi il diverso fa paura quindi meglio omologarsi.
Quello che mi chiedo è come si possa essere tristi solo al lunedì , forse perché al venerdì precedente ci siamo dimenticati che quello che facciamo non ci piace.
Consigli
Seguendo la saggezza del popolo citerei il detto secondo cui il bicchiere può essere “mezzo pieno o mezzo vuoto”
Se vogliamo, sentirci più tristi, guardiamo la parte vuota, se vogliamo invece essere felici ci basta guardare quello che abbiamo ed essere felici per quello che abbiamo ottenuto pensando che il bicchiere si può ancora riempire.