Problema randagismo
In quasi tutti i paesi viene dato sempre maggior rilievo ai problemi connessi ai cani randagi e inselvatichiti. Dell’argomento si occupano Amministrazioni della sanità, dell’agricoltura, della protezione ambientale e organizzazioni naturalistiche. La presenza del cane randagio rappresenta un serio pericolo per le comunità. Zoonosi (rabbia, leishmaniosi, ecc.), contaminazione ambientale, trasmissione di malattie infettive, attacchi all’uomo e agli animali domestici, incidenti stradali, sono solo alcuni dei problemi connessi alla presenza dei cani randagi e inselvatichiti. Il cane vagante è una questione seria, che va affrontata in modo corretto e non da lasciare correre o cercare di risolvere in modo inappropriato. Pontelandolfo certamente non esula dall’interessamento del fenomeno del randagismo, rispetto al quale l’Amministrazione ha posto e pone particolare attenzione. Monitoraggio e individuazione delle aree frequentate dai cani vaganti, consentono la cattura degli animali e l’immediato trasferimento presso struttura autorizzata al ricovero. I randagi, dunque, trovano sistemazione in un canile in possesso dei requisiti di legge per la cura e l’assistenza. In attesa di adozione, il Comune si fa carico degli oneri consequenziali al mantenimento. Cinque sono al momento ricoverati in un canile convenzionato. Nel centro urbano due sono i cani provvisti di microchip intestati al Comune, i cosiddetti cani di quartiere ritenuti non pericolosi a seguito di controllo veterinario. Solo due, invece, sono i randagi sprovvisti di microchip che abitano la piazza del centro rispetto ai quali il Comune ha dato corso alle procedure per la risoluzione della problematica. Nel 2015 il Consiglio approvava un regolamento per la corresponsione di un contributo di 200 euro per l’incentivazione dell’adozione da parte di privati cittadini di cani randagi catturati sul territorio. L’Amministrazione confida nel senso di responsabilità di coloro che posseggono cani a non scadere in comportamenti incivili e irresponsabili abbandonandoli sulle strade.
Gabriele Palladino