Saltano i tombini

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È tutta questione di… sporcizia.
Su 10 persone che frequentano gli stadi, è risaputo che almeno quattro sono emarginati. Un’emarginazione mentale e sociale che vivono e mettono in scena proprio quando vanno a vedere la loro squadra del cuore. Questa è la realtà e che nessuno vuole davvero raccontare al popolo italiano. Ossia, quando qualcuno ci prova, viene tacciato di qualunquismo o pressappochismo.
Quindi, anche io sarò tacciato nello stesso modo. Ma non me ne importa nulla.

Analizziamo quello che è accaduto cercando di trovare il perché accadano cose simili e quali sono le condizioni antropologico-mentali che portano questi individui ad esprimersi in questo modo.

(Lotito in Sinagoga si dissocia: “Domani foto di Anna Frank sulla maglia” – Ultrà della Lazio sotto accusa dopo lo sfregio ad Anna Frank. Lotito depone una corona di fiori in Sinagoga e annuncia: “Ogni anno 200 tifosi a Auschwitz”. Identificate alcune persone che hanno diffuso gli adesivi incriminati
Giovanni Neve – Mar, 24/10/2017 )

In genere, una prostituta non parla molto bene delle altre prostitute, perché vuole essere la migliore nella sua immaginazione; l’unica a soffrire dell’allontanamento sociale per essere la migliore vittima agli occhi di se stessa e di tutti. La stessa cosa accade per qualsiasi altro tipo di emarginazione, e mi riferisco quindi a quella di questi individui amanti del calcio. Conducono una vita quotidiana triste, non si sentono realizzati nei loro affetti, cercano di trovare l’affrancamento sociale, anche da se stessi, attraverso i loro beniamini. Giocatori che si manifestano in pubblico come giocatori amanti delle femmine più vistose, in grado di fare persino uno sciopero perché non volevano pagare le tasse. Sappiamo quanti di loro le evadano.

Ora, anche se la situazione non è generalizzabile, come possiamo pretendere che alcuni individui frequentatori di questi luoghi non se la prendano con una povera emarginata, ammazzata nei campi di sterminio, quando loro stessi sono mentalmente già morti?

Indi, anziché prendercela con questi poveri cristi, prendiamocela con questo sistema che crea personaggi di questo tipo che necessitano di frequentare la domenica il rimedio alla loro tristezza quotidiana, e si illudono così di diventare persone importanti attraverso la maglia di una squadra. Senza tenere conto di come questo calcio sia completamente corrotto e nulla di reale accada in campo che non sia prima deciso a tavolino.

Stanno davvero mescolando le carte per farci credere che solo alcune persone sono responsabili di una situazione che invece sta condizionando la mente e la vita di tutti noi, anche di coloro che si credono immuni.

 

 
alessandro_bertirotti3Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).

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