Crescono, seppur di poco, gli assegni
Pensioni: ci sono (+1,2%) aumenti dal 1 gennaio 2018. Ridotti per quelle più alte
di Camillo Cipriani – martedì, 24 ottobre 2017
Per due anni, il numero è stato zero per tutti: l’andamento dei prezzi, piatto o addirittura in leggerissima discesa, ha fatto sì che nel 2016 e nel 2017 non scattasse nemmeno la parziale rivalutazione delle pensioni prevista dalla legge in vigore. Dal primo gennaio del 2018 però si ritorna agli aumenti per rivalutazione (tecnicamente si chiama perequazione): nei prossimi giorni l’Istat ufficializzerà una percentuale – calcolata in via provvisoria – che con ogni probabilità dovrebbe assestarsi all’1,2 per cento; ma questo incremento non sarà pieno per gli assegni superiori a tre volte il trattamento minimo Inps.
Lo schema soprastante, ripreso dal Messaggero, indica un adeguamento pieno per le pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo Inps (che è di 501,89 euro mensili), ridotto per le altre. Quindi l’incremento sarà effettivamente dell’1,2 per cento per gli assegni fino a circa 1.505 euro mensili lordi. Così per un importo di 1000 euro mensili l’incremento lordo sarà di 12 euro, che però diventeranno circa 8 in termini netti dopo l’applicazione dell’Irpef. Per quelle fra tre e quattro volte il minimo Inps ci sarà un aumento lordo minore, perché la perequazione è riconosciuta in misura del 95%. Tra quattro e cinque volte si scende al 75% dell’1,2% ovvero lo 0,9%: una pensione di 2.500 euro mensili lordi avrebbe uno scatto lordo di 23 euro che però si riducono a 13 per la progressività dell’Irpef. Per importi ancora superiori la percentuale di incremento viene applicata al 50 e poi al 45 per cento. Questo meccanismo limita il recupero dell’inflazione in base ad una percentuale che si applica all’intero importo della pensione, una volta superate le soglie. Dal 2019 si tornerà invece alla legge del 2000 e quindi alla formula per scaglioni, con percentuali del 100 del 90 e del 75 % applicate però solo sulle quote di pensioni che superano i tetti: l’adeguamento sarà pieno o quasi per i trattamenti bassi e medi e più sostanzioso anche per quelli alti.