Bar e ristoranti: torna il vuoto a rendere

Bar e ristoranti: torna il vuoto a rendere
Chiara Samperisi  10 0ttobre 2017

Da oggi la riconsegna di bottiglie vuote di plastica e di vetro fa bene all’ambiente e alle tasche

Per alcuni l’espressione vuoto a rendere può rievocare dolci ricordi di gioventù, mentre per le nuove generazioni risulta quasi del tutto sconosciuta. Eppure il vuoto a rendere torna ad essere realtà. Infatti, con la raccolta delle bottiglie vuote di plastica e di vetro, bar e ristoranti potranno risparmiare: torna, infatti, l’antica pratica del vuoto a rendere, ossia un virtuosismo che consente da un lato agli esercizi commerciali di risparmiare e dall’altro di ridurre l’inquinamento. Il meccanismo, già utilizzato negli anni 80 per il vetro, permette di ottenere la restituzione della piccola cauzione pagata al commerciante al momento dell’acquisto una volta che gli viene restituito il contenitore vuoto.

Il sistema del vuoto a rendere è molto diffuso all’estero, soprattutto nei paesi del nord Europa come Germania, Danimarca, Norvegia. Il Italia il vuoto a rendere lo ha previsto un regolamento del Ministero dell’ambiente pubblicato lo scorso 25 settembre [1]. L’iniziativa, in fase sperimentale per un anno, entrerà in vigore oggi 10 ottobre. Gli esercizi commerciali aderenti a questa fase sperimentale – bar, chioschi, ristoranti, alberghi ecc – esporranno al loro interno un simbolo grafico dell’iniziativa. L’obiettivo che si pone il regolamento sul vuoto a rendere è sensibilizzare i consumatori sull’importanza del riciclo, oltre a diminuire la produzione stessa dei rifiuti. Infatti i contenitori di vetro, plastica o altri materiali resistenti potranno essere utilizzati oltre 10 volte prima di essere buttati. Ovviamente questo consente di ridurre di almeno 10 volte l’inquinamento legato a quello specifico contenitore. Il decreto prevede poi un sistema di monitoraggio, per la valutazione della fattibilità del sistema del vuoto a rendere, che sarà decisiva per l’eventuale conferma dell’iniziativa e la sua estensione ad altri tipi di prodotto al termine del periodo di sperimentazione
Ma come funziona in concreto il vuoto a rendere?

Il consumatore viene incentivato al riciclo e al riutilizzo attraverso la restituzione di una piccola cauzione versata al momento dell’acquisto. La sperimentazione di un anno riguarda i contenitori di volume compreso tra gli 0,20 e gli 1,5 litri, in particolare bottiglie di birra e acqua minerale. Inoltre il valore della cauzione sarà proporzionale a quello del recipiente vuoto per cui l’importo potrà variare da 5 centesimi per i contenitori da 200 ml, fino 30 centesimi per le bottiglie da un litro e mezzo
Il vuoto a rendere in Germania

Come detto, nei Paesi del nord Europa il sistema del vuoto a rendere è oramai una buona abitudine consolidata da almeno un decennio. In Germania, ad esempio, all’acquisto di una bottiglia d’acqua minerale o di birra, nel costo del prodotto viene indicato anche il cosiddetto “pfand“, ossia un deposito il cui importo varia a seconda delle dimensioni e del materiale di cui è composto il contenitore. Una volta bevuto il contenuto, il consumatore può restituire al barista la bottiglia vuota, ottenendo in cambio la restituzione del deposito.