Venerdì 22, come da programma, è stato presentato il libro “Brigantaggio e lotta di classe” dei Valentino Romano e Enzo di Brango-
Dopo gli onori di casa del Sindaco Dott.Gianfranco Rinaldi e del Prof.Renato Rinaldi della Associazione culturale “Pontelandolfo Città Martire”, gli autori hanno disquisito sul loro interessante Saggio che ha messo in evidenza il fenomeno del brigantaggio post-unitario quale chiara e evidente Lotta di Classe.
Riportiamo alcuni passaggi della interessante relazione:
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In questa lotta di classe assume un ruolo importante l’odio. L’odio di classe esercitato non solo dalla classe subalterna contro la classe dirigente, ma anche e soprattutto in senso contrario. Pontelandolfo, Casalduni, Campolattaro e altre decine di paesi rasi al suolo, – scrivono gli autori – con le popolazioni massacrate e annientate dalle truppe piemontesi, non furono forme estreme di giustizia, ma libero esercizio dell’odio di classe.
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. In quasi tutto l’ex Regno delle Due Sicilie fioriscono l’insorgenza contadina ed il brigantaggio, che hanno come obiettivo di fondo: combattere la fame, condurre un’esistenza decorosa, riappropriarsi della dignità del proprio lavoro.
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Un capitolo del libro è dedicato alle brigantesse, che furono presenti massicciamente e direttamente nella rivolta contadina postunitaria; durante la durata di questa guerra le differenze di genere si assottigliarono sensibilmente, sottraendo così l’esclusiva di avanguardia al sesso maschile.
Alla domanda, posta da Franco Molfese, se fosse stato possibile evitare tantissimi morti, provocati dal brigantaggio contadino e dalla repressione statale, Enzo Di Brango e Valentino Romano nel loro libro rispondono: «Sicuramente sì, se solo alle istanze di classe si fosse risposto con una politica di riforme che le esaudisse. Ma non si è fatto, e questo pesa ancora nelle coscienze, nei destini e sul progresso della nazione».
S’è scritto tanto sul brigantaggio dopo il fortunato libro di Franco Molfese, una pietra miliare per comprendere il dramma del Mezzogiorno al momento dell’Unità. Dopo di allora sono stati pubblicati tanti libri, alcuni molto utili e basati su fonti archivistiche, altri meno interessanti perché o ideologici o faziosi.
E allora, perché un altro libro sul brigantaggio? Cosa ha spinto Enzo Di Brango e Valentino Romano a ritornare su un argomento già ampiamente trattato? La ragione è spiegata già nel titolo: Brigantaggio e rivolta di classe. Le radici sociali di una guerra contadina. L’idea del libro è quella di leggere il brigantaggio alla luce degli insegnamenti di Karl Marx, oggi studiato persino nelle università americane e ritornato quanto mai attuale dopo la crisi del 2008, per capire la quale molti sono tornati a leggere le pagine de Il Capitale