Piazza Roma un tempo Largo Tiglio

Piazza Roma un tempo Largo Tiglio

La monumentale Piazza Roma di Pontelandolfo, teatro di eterne vicissitudini, luogo di sosta e di aggregazione sociale, area commerciale, naturale palcoscenico per la rappresentazione delle solennità festive e delle manifestazioni tradizionali, punto di passaggio fuori le mura tra la nuova espansione e l’antico borgo medioevale, si carica di innumerevoli significati. Un tempo si chiamava Piazza Largo Tiglio, per la presenza fino alla morte per vecchiaia nel 1956 di un tiglio secolare, divenuto il simbolo di questo luogo. La mancanza di un documento storico in grado di chiarire l’epoca e le ragioni che hanno portato gli abitanti a scegliere questa pianta porta necessariamente a ricercare quale sia stato il significato attribuitogli in passato dalle genti che influenzarono con le loro credenze questa Comunità. Nei paesi scandinavi, germanici e celtici il tiglio era considerato l’antenato di un clan, di una famiglia, e per tale motivo fu, oltre che albero gentilizio, albero di giustizia. In Belgio, tra due vecchi tigli, chiamati “Groen Vierschaar”, lungo la strada che va da Oudenaarde a Wortegem nella Fiandra orientale, si è conservato un “banco di giustizia”. Il tiglio di Marche-en-Famenne in Lussemburgo, davanti alla chiesa di Waha del 1050, sarebbe stato piantato a quell’epoca; quello di Mettet, chiamato “zoccolo di san Nicola”, del XIV secolo; infine quello accanto alla chiesa di Thiaumont che passa per il discendente di un tiglio “cristianizzato” di san Willibrod, fondatore dell’abbazia di Echternach, nel VIII secolo. In Svizzera, a Friburgo, è celebre il “tiglio di Morat” sotto cui si teneva una corte di giustizia nel secolo XVI. In Francia, nel parco di Breteuil, a Choisel, vi è un tiglio di oltre cinquecento anni; più vecchio è il grosso tiglio (nove metri di circonferenza) nella piazza di Samoëns in Alta Savoia, piantato nel 1436; l’enorme tiglio di Brieulles-sur-Bar, che ha una circonferenza di nove metri e mezzo sarebbe anteriore. Tutti questi record sono ampiamente battuti da alcuni tigli tedeschi, come quello di Neustadt, che nel 1831 aveva già una circonferenza di dodici metri, già rinomato per la sua grossezza nel 1229; quello di Upsted, presso Hannover, che ha un diametro di otto metri, è citato in un documento del 1100 e sarebbe stato piantato verso l’anno 800. Tra i tigli, che al pari delle pietre indicavano i luoghi venerandi in cui si teneva il giudizio, sono da rilevare “Gerichtslinde” (Tiglio del giudizio) di Basdorf, presso Itter, quella di Kasberg bei Gräfenberg, nominata già in fonti scritte del 1373, e quella di Rottweil in Schwaben sotto la quale si tenne “giudizio” fino al 1774. La consuetudine di riunirsi sotto un tiglio per prendere delle decisioni importanti si riscontra spesso anche nella nostra penisola, dall’altopiano di Asiago, come ricorda Mario Rigoni Stern, a Pontelandolfo, come narra Annibale Paloscia. Dove un giorno regnava incontrastato nella piazza grande di Pontelandolfo l’antico albero ricordato dal Paloscia nella Storia Saffica di Lucistella, oggi vive un giovane tiglio nato nel 1996 con il difficile compito di emulare il vecchio antenato.

Gabriele Palladino