La centrale idroelettrica della valle Amendola
L’energia idroelettrica è una fonte alternativa preziosa. Le zone più adatte alla sua produzione, per una evidente questione di dislivelli, sono quelle montane, ma non solo, dato che è possibile sfruttare anche corsi d’acqua con dislivelli minori. L’Italia, ricca di fiumi e di valli, sfrutta largamente questa fonte oggi, ma c’è da dire che già agli inizi del Novecento, pur non potendo avvalersi di una tecnologia avanzata, costituiva già un’asse portante dell’energia italiana. Anche i torrenti Alente e Alenticella, i due corsi d’acqua di rilevante portata che circondano Pontelandolfo hanno rappresentato in passato una delle principali ricchezze del paese. Era l’anno 1907, centodieci anni or sono, quando alla contrada Molino Vecchio nell’amena valle Amendola, ci fu un evento straordinario, forse unico nel circondario. L’imprenditore Carlo Antonio Borrelli aveva costruito sulle sponde del torrente Alente nei pressi della località Sabatino, pensate un po’, una centrale idroelettrica. A monte del corso d’acqua aveva realizzato un grande bacino in muratura collegato a una grossa condotta in acciaio del diametro di circa mezzo metro, che scendeva a valle con un salto abbastanza ripido per circa mezzo chilometro, fino alla cabina della centrale di trasformazione. Ci fu grande festa il giorno dell’inaugurazione che si tenne in occasione della ricorrenza del Corpus Domini. Una moltitudine di gente si assiepò in febbrile attesa nei pressi della grande vasca. Mentre tutti attendevano il fatidico momento dell’immissione dell’acqua nella condotta per mettere in moto la centrale di trasformazione, si udì un forte boato, il bacino improvvisamente si aprì e un fiume d’acqua travolse ogni cosa a valle. Due furono i morti, molti i feriti. Un giorno felice si trasformò in dramma per il paese. Ma l’imprenditore Borrelli non si arrese e dopo alcuni anni, superato quel momento di tristezza e delusione, ricostruì il bacino. Questa volta l’invaso tenne l’enorme quantità di acqua. E fu così che la centrale idroelettrica si mise in moto, le turbine rotanti investite dalla forza dell’acqua avviarono i generatori di corrente, che felicità! Pontelandolfo fu il primo paese del circondario ad avere la luce elettrica e la forza motrice per le industrie fiorenti. Le strade e le case del centro del paese furono illuminate. Nelle zone rurali l’elettricità arriverà 30 anni dopo.
Gabriele Palladino