BENEVENTO-TORINO: OLTRE LA PARTITA DI CALCIO…

BENEVENTO-TORINO: OLTRE LA PARTITA DI CALCIO…
IL TORO NELLA CITTA’ DELLE STREGHE!

Eh già! Sembrava un sogno impossibile eppure è realtà. Con il Benevento nella massima serie nazionale di calcio vedremo partite con le squadre del cuore di ogni sannita , anche le più disparate.
A noi tifosi del “Toro” del Sannio, il calendario ci riserva subito il derby del cuore. Ma Benevento-Torino non è soltanto una partita di calcio, ma qualcosa di più: cultura,storia,passione.
Non ci sono dubbi o perplessità: i tifosi del Toro non hanno similari, proprio per quello che questa gloriosa squadra di calcio rappresenta.E lo dimostreranno anche domenica. Prevarrà il tifo per il nostro Toro, anche se in fondo ai nostri cuori non vorremmo che il Benevento perdesse. Ma questo è lo sport e vanno accettati i risultati indipendentemente dall’esito favorevole o meno. Il cuore-Toro va oltre le radici e la storia!
L’assenza del Benevento nella massima serie sin dalla sua nascita ha certamente favorito negli anni il tifo per le squadre blasonate, mettendo la passione per i giallorossi in secondo piano. Siamo certi che i nostri conterranei di fede juventina,milanista,interista saranno facilitati ad accantonare quel tifo per sostenere il Benevento, perché le loro squadre non sono come il Torino.
Il Toro nel tempo ha pagato caramente il suo tributo al destino e questo ha rinsaldato la passione, i valori, la tradizione sportiva, tanto da divenire un legame spirituale irrinunciabile. Per questo non si consumerà mai un tradimento alla propria terra d’origine,tanto più domenica, con il tifo per il Toro di noi sanniti. Saremo tutti al Vigorito, fianco a fianco ai nostri fratelli, divisi nel tifo, ma pronti ad esternare tutti valori dello sport. Faremo vincere lo spettacolo nel reciproco rispetto!
Non è peccato tifare Toro domenica, perché non tiferemo contro il Benevento, ma solo a favore della nostra amata maglia granata. Scomodiamo anche la storia per questo e scopriremo che il Torino è la squadra più sannita del nostro campionato, forse anche più del Benevento. A cominciare dallo stemma: il Toro rampante simboleggia l’animo indomito,la furia, la forza, la tenacia, la fierezza, l’orgoglio e la dignità che ritroviamo nelle tribù dei nostri avi sanniti. Il Toro carica, non s’arrende mai e lotta con onore e lealtà, come i gladiatori del Sannio, temibili e valorosi, una casta votata al sacrificio estremo, pur di difendere la propria gente. Del resto la tribù sannita più numerosa era quella dei Pentri che aveva come simbolo il bos taurus: più tori di così?! Sacrificio più estremo del Grande Torino?
Ancora contatti con la storia: per noi di Pontelandolfo , Torino potrebbe significare il tragico e oltraggioso episodio del 14 agosto 1861:l’eccidio consumatosi per gli episodi di brigantaggio in occasione dell’Unità d’Italia. Già una rappresaglia che colpì una popolazione innocente e il paese raso al suolo da truppe che di piemontese avevano solo un vessillo appartenente ad una casa regnante per di più di origini non italiche: i Savoia che manipolavano la storia a seconda delle convenienze del momento. Ed anche nel 1861 si proclamarono fautori di un’unità territoriale per opportunismo. L’ordine di distruzione di Pontelandolfo lo diede un generale emiliano ad un esecutore vicentino che si avvalse di truppe mercenarie ungheresi, come abbiamo potuto accertare nel corso degli anni.Quindi di piemontese nulla o poco, ma di sabaudo tanto.
Anche le origini del Torino Fc la dicono lunga: infatti fu fondata da un appassionato tifoso svizzero che adottò il colore granata , qualcuno dice come il sangue sparso in occasione della liberazione della Torino capitale del Ducato di Savoia , altri invece come il Servette squadra svizzera d’origine del fondatore Dick. Che dire, invece, dell’altra squadra, quella strisciata di bianco e di nero, nota come Juventus e sabauda in tutto e per tutto, quella sì che potrebbe avere qualche voce in capitolo in quel tragico episodio unitario e che da quest’anno ha avuto finalmente il coraggio di eliminare dal suo simbolo lo scudo col toro rampante della città di Torino, per adottare una J stilizzata, rendendo così felice una città che è sempre stata e sarà sempre granata.
“Siamo noi quelli del Toro, quelli con il cuore d’oro e gli occhi dentro il cielo, siamo noi cuori Granata e sarà un colore solo per tutta la vita” recita il testo di uno degli infiniti inni della squadra, scritta dai genovesi De Scalzi e D’Adamo, altrimenti noti come New Trolls ,che sintentizza e spiega il perché il tifoso del Toro non tradirà mai la propria fede,ma sa sovrapporre il proprio cuore granata a quello giallorosso.
Siamo unici per tutto questo e apriamo le porte della nostra fede ad iniziative bellissime come quella che il Presidente del Toro Club di Benevento Daniele Capossela ha voluto organizzare in occasione della partita:

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Una promozione turistico-culturale per la città, ma anche occasione per vivere lo sport nel vero senso della parola. Un reciproco scambio : da un lato i tifosi granata che possono scoprire le bellezze culturali ed artistiche della città e per gli altri, scoprire il mondo Toro , per riuscire a comprendere cosa vuol dire essere granata. Cominciando dagli invincibili degli anni ’40, quel Grande Torino che commosse l’intera nazione per la sua tragica scomparsa. Così si capirà che il tifoso granata ama una squadra che incarna i valori e la tradizione che sono propri anche di noi sanniti. Facendone principi di vita. E questo essere speciali ci rende solidali: quando incontri per la prima volta un tifoso del Toro, incontri un fratello o una sorella.
Non ci sono squadre in Italia che possono registrare l’interesse artistico e culturale che il Toro suscita, specie il Grande Torino: il mito, la leggenda rivive nella letteratura, nel cinema, nella musica e soprattutto nei ricordi di chi li aveva ammirati e vissuti. Oggi son rimasti pochi in vita che lo possano fare.
Certo quei campioni sono vivi nella memoria di chi ama questa squadra: ad ognuno di loro ed a tutti insieme sono dedicati qualcosa come 30 stadi in tutta Italia. Nessuno ha potuto annoverare 10 titolari in Nazionale più il portiere di riserva, almeno in Italia.
Chi scrive ha ereditato questa passione dal suo papà che all’epoca era uno dei pochi se non il solo a tifare per il Toro, perché aveva vissuto l’epoca del Grande Torino. Quando raccontava le gesta, gli aneddoti, i suoi occhi brillavano, si illuminavano alla poesia dei ricordi e della memoria.
tonino e radice

(Tonino De Michele con Gigi Radice a Villa Sassi a Torino)

Gestiva un bar che era completamente granata: che tempi, che ricordi e quanta emozione e gioia che lo pervadeva.

bar tonino

(Il Bar di Tonino De Michele)

 

 

 

 

 

 
Il suo Toro era fenomenale ed era occasione di sfottò con tutti i tifosi delle altre squadre. Credo che siano ancora vivi nei ricordi dei tanti, le atmosfere, le ilarità e soprattutto la gioia di vivere di quegli anni fantastici.

Per tutto questo non possiamo essere come gli altri e perdonateci se la nostra fede è invincibile. Ed è ancora Toro e sempre Toro, come canta il nostro inno ufficiale. Partecipate con noi e vivrete con noi la passione che ci prende e potrete capire i perché di questo nostro essere granata.
Anche se è la prima in serie A, Benevento-Torino non è una novità, lo abbiamo già vissuto ed era il 1°settembre 1982, partita di Coppa Italia all’allora Santa Colomba finì 1 a 2 con reti di Carboni per il Benevento e di Galbiati e Dossena per il Toro. Fu una bella partita e il Benevento di serie C diede filo da torcere al Toro di serie A.
In quell’occasione brillò Pato Hernandez, argentino appena acquistato ed era la riserva in nazionale di Maradona: un funamboliere dai piedi deliziosi e le sue giocate strapparono parecchi applausi.
Ma non ebbe molta fortuna in Italia. Certo che in quella partita le sue giocate entusiasmarono. In panchina c’era Bersellini altro sergente di ferro alla Radice, uno di quegli allenatori che restano nell’immaginario granata. In campo anche Selvaggi con Dossena freschi campioni del mondo con la Nazionale e nostro ospite in questo fine settimana torinista in terra sannita. Ex come Ermini l’anno prima al Benevento.
Di seguito alcune immagini di quell’incontro.

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Il Vigorito, soprattutto quando era Santa Colomba ha sempre portato bene al Toro. Più tardi, il 6 giugno del 1999, complice la squalifica del campo, il Toro è ospite della Fidelis Andria e si gioca a Benevento. Il campionato era quello di serie B, penultima giornata, il Toro vincendo sale automaticamente in serie A. Partita entusiasmente che finì 4 a 1 per il Toro. Era la squadra di Mondonico, con in rosa Sommese, Ferrante, Lentini,Sorrentino, Pellissier,Bucci,Scienza,Scarchilli,Artistico e così via.Alla fine della partita tutti a festeggiare la ritrovata serie A.
Se queste righe hanno solleticato la curiosità, non resta che partecipare agli eventi insieme a noi Tori sanniti, stregati dal Toro!

NICOLA DE MICHELE

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