Grandi inventori
È tutta questione di… inciviltà.
Noi italiani siamo conosciuti in tutto il mondo per la nostra grande Arte.
Da sempre siamo noti come inventori, geni creativi e indiscussi affaristi del saper vivere bene.
Ogni tanto, riguardando i film di Totò, sorrido davanti ai caratteri umani che il Maestro italiano rappresentava con estrema efficacia. Costumi e protagonisti, che mettevano in scena la geniale fantasia con cui si stava ricostruendo l’Italia. Ogni personaggio, una invenzione, una visione. Ecco gli italiani: individui pronti ad interpretare la legge e le regole a proprio vantaggio.
(Lodi, il controllore sospeso difeso dai sindacati -Il ferroviere di Trenord ha simulato di essere stato ferito: “Voglio tornare sui treni” – Flavia Mazza Catena – Dom, 30/07/2017. Lodi – Sospeso. In via cautelativa. È arrivata la decisione di Trenord che Davide Feltri, il controllore che ha inventato di essere stato accoltellato a bordo di un regionale Trenord, temeva di più).
Le urla e la forza sono simboli del nostro Dna. Resistenti e intraprendenti, noi italiani siamo da sempre un popolo fantasioso. Una meravigliosa immaginazione, anche se la meraviglia dipende da come la si utilizza. Quando la finalità è nuocere, allora è importante tornare alla realtà.
Tutti noi sappiamo che la verità emerge lentamente, a meno che non sia illuminante e quindi appariscente persino nella sua crudezza. E spesso, abbiamo così scoperto che la storia delle cose di questo mondo è costruita attraverso una serie di menzogne utili a qualche cosa, oppure a qualcuno.
In questo caso, si fa appello ad un modello comportamentale che certo è presente nella realtà, ma che soprattutto è funzionale a passare da vittime e attirare l’attenzione.
Perché avviene questo? Perché non siamo ascoltati e abbiamo bisogno di parlare, di raccontare i propri desideri e le proprie paure. Siamo nati per questo: comunicare noi stessi e le nostre avventure. E quando non lo possiamo fare, siamo pronti a tutto per poter sollecitare l’attenzione. Cosa siamo capaci di fare per riuscire ad esserci! Penso che, aldilà della vendetta, il nostro protagonista abbia voluto un’occasione per apparire sui social.
Maroni dice che la realtà supera la fantasia. Beh, direi che forse lui stesso è una triste fantasia, e che ogni giorno trasforma la nostra realtà rendendola più triste ancora. Pur di apparire siamo pronti a sacrificare una parte di noi. Una mano ferita può far presa sull’emotività di una persona, al pari di qualsiasi altra parte del corpo.
Forse abbiamo perso il valore delle cose, e un posto di lavoro conta meno di una stupida vendetta.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È stato docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura ed è attualmente Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).
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