La Germania confisca le case per alloggiare i migranti
“Un attacco massiccio al diritto di proprietà”
di Soeren Kern 30 maggio 2017
Pezzo in lingua originale inglese: Germany Confiscating Homes to Use for Migrants
Traduzioni di Angelita La Spada
Con una mossa senza precedenti, le autorità di Amburgo hanno confiscato sei unità abitative nel semicentrale quartiere di Hamm. Un amministratore nominato dal Comune sta ora ristrutturando gli immobili per affittarli – contro la volontà del proprietario – ad inquilini scelti dal Comune. Il portavoce del distretto Sorina Weiland ha detto che tutti i costi di ristrutturazione saranno addebitati al proprietario degli immobili.
Misure di espropriazione analoghe sono state proposte a Berlino, la capitale tedesca, ma accantonate perché considerate incostituzionali.
Alcuni tedeschi si chiedono cosa succederà adesso: le autorità fisseranno un massimale per lo spazio abitabile di ogni cittadino e costringeranno i proprietari di grandi appartamenti a condividerli con degli stranieri?
Le autorità di Amburgo, la seconda città più popolosa della Germania, hanno cominciato a confiscare le abitazioni private per alleviare la carenza di alloggi, che è stata fortemente aggravata dalla decisione della cancelliera Angela Merkel di consentire negli ultimi anni l’ingresso nel paese a più di due milioni di migranti.
Alla fine del 2015, poco dopo che la Merkel ha aperto i confini tedeschi a centinaia di migliaia di migranti provenienti dall’Africa, dall’Asia e dal Medio Oriente, i funzionari comunali avevano già confiscato degli immobili commerciali trasformandoli in centri di accoglienza per migranti. Ora però il Comune espropria le abitazioni di privati cittadini.
Con una mossa senza precedenti, le autorità di Amburgo hanno confiscato sei unità abitative nel semicentrale quartiere di Hamm. Le abitazioni, di proprietà di un privato cittadino, hanno bisogno di essere ristrutturate e sono sfitte dal 2012. Un amministratore nominato dal Comune sta ora ristrutturando gli immobili per affittarli – contro la volontà del proprietario – ad inquilini scelti dal Comune. Il portavoce del distretto, Sorina Weiland, ha detto che tutti i costi di ristrutturazione saranno addebitati al proprietario degli immobili.
L’espropriazione è autorizzata dalla Legge di protezione immobiliare (Hamburger Wohnraumschutzgesetz) del 1982 che è stata riveduta dal governo socialista della città nel maggio 2013, per consentire alle autorità comunali la confisca degli appartamenti sfitti da più di quattro mesi.
Questa locazione coatta, la prima di questo genere in Germania, pare sia volta a fare pressioni sui proprietari di altre abitazioni sfitte affinché le mettano a disposizione del Comune. Il Senato di Amburgo stima che su 700mila appartamenti in affitto della città, fra i mille e i cinquemila (meno dell’1 per cento) sarebbero disabitati.
I socialisti e i Verdi di Amburgo di recente hanno istituito una “linea telefonica” alla quale potranno rivolgersi i residenti locali per segnalare gli immobili sfitti. Gli attivisti hanno creato un sito web –Leerstandsmelder (Rilevatore di appartamenti liberi) – per identificare gli immobili sfitti ad Amburgo e in altre città tedesche.
Non è chiaro perché il proprietario di Hamm abbia lasciato vuoti i suoi immobili per più di cinque anni. Qualcuno ritiene che, tenuto conto dell’ubicazione delle proprietà, i costi di ristrutturazione potrebbero essere troppo elevati e non sarebbero compensati dai redditi da locazione.
Altri invece accusano le autorità comunali di non concedere licenze edilizie per la costruzione di nuove abitazioni. Uno studio condotto nel 2012 – molto prima che la crisi dei migranti raggiungesse proporzioni epiche – aveva già previsto che nel 2017 Amburgo avrebbe avuto un deficit di almeno 50mila proprietà in affitto.
Ma secondo i dati statistici forniti dal Comune di Amburgo nel 2016, soltanto 2.433 nuove unità abitative sono state immesse sul mercato e sono state concesse solo 2.290 nuove licenze edilizie. Questi dati sono in leggero aumento rispetto al 2015 (2.192 nuove unità abitative e la concessione di 2.041 licenze di costruzione).
Nel 2012, il governo socialista di Amburgo ha presentato un piano per costruire 6.000 nuove abitazioni ogni anno. Il piano non si è però mai concretizzato, perché i potenziali costruttori sono stati dissuasi dai massimali di affitto imposti dal governo che non permetterebbero loro di ammortizzare le spese di costruzione.
Da allora, il Comune ha optato per una politica di confisca della proprietà privata per risolvere l’emergenza abitativa che le stesse autorità comunali hanno contribuito a creare.
L’1 ottobre 2015, il parlamento di Amburgo (Hamburgische Bürgerschaft) ha approvato una nuova legge che consente al Comune di sequestrare gli immobili commerciali (edifici adibiti a uffici e terreni) e utilizzarli come alloggi per migranti.
Funzionari comunali hanno affermato che la misura era necessaria perché a quel tempo arrivavano ad Amburgo più di 400 nuovi migranti al giorno e tutti i centri di accoglienza esistenti erano pieni. E poiché i proprietari non hanno messo spontaneamente a disposizione i loro immobili, il Comune oggi dovrebbe avere il diritto di procedere al sequestro forzato.
La sinistra ha espresso apprezzamento per la misura. “Stiamo facendo il possibile affinché i profughi il prossimo inverno abbiano una casa”, ha dichiarato il senatore Till Steffen del partito dei Verdi. “Per questo motivo abbiamo bisogno di utilizzare gli immobili commerciali vacanti”.
Altri sostengono che gli sforzi compiuti dallo Stato di sequestrare gli immobili privati sono autocratici e puzzano di comunismo. “La confisca di terreni ed edifici privati è un massiccio attacco al diritto di proprietà dei cittadini di Amburgo”, ha detto André Trepoll dell’Unione cristiano-democratica (CDU). “Ciò equivale a un esproprio da parte dello Stato.” Trepoll ha inoltre asserito che la misura proposta è una “legge di intimidazione” che corrisponde a una “rottura politica con implicazioni di vasta portata”. E poi ha aggiunto: “I fini non giustificano affatto i mezzi”.
La leader dei Liberi Democratici (FDP) di Amburgo, Katja Suding, ha chiosato che la proposta di legge è “un inaccettabile attraversamento delle linee rosse. (…) Tali misure coercitive non faranno che alimentare il risentimento contro i profughi”.
Analoghe misure di esproprio sono state proposte a Berlino, la capitale tedesca, ma sono state accantonate perché considerate incostituzionali.
Nel novembre 2015, i legislatori berlinesi avevano esaminato una legislazione di emergenza che avrebbe consentito alle autorità locali di sequestrare le abitazioni private per accogliere i richiedenti asilo. Il testo proposto autorizzava la polizia a entrare nelle abitazioni e negli appartamenti di privati cittadini senza avere un mandato per stabilire la loro idoneità a essere utilizzati come alloggi per rifugiati e immigrati.
La riforma legislativa, proposta dal sindaco di Berlino Michael Müller dei socialdemocratici (SPD) di centrosinistra, modificava l’art. 36 della Legge generale berlinese per la sicurezza e l’ordine pubblico (Allgemeine Gesetz zum Schutz der öffentlichen Sicherheit und Ordnung, ASOG), che attualmente permette alla polizia di entrare nelle abitazioni private solo in casi estremi, per “scongiurare le gravi minacce”, ossia per combattere gravi forme di criminalità. Müller voleva estendere il campo di applicazione dei controlli senza mandato per “prevenire il fenomeno dei senzatetto”.
La proposta è stata tenuta segreta all’opinione pubblica fino a quando il leader dei Democratici liberi (FDP) di Berlino, Sebastian Czaja, ha avvertito che la misura violerebbe la Costituzione tedesca. Egli ha dichiarato:
“I piani del Senato berlinese di requisire gli immobili residenziali e commerciali senza il consenso del proprietario per ospitare i profughi violano apertamente la Costituzione. Il tentativo da parte del Senato di minare il diritto costituzionale di proprietà e l’inviolabilità del domicilio deve essere fortemente contrastato”.
Da allora, tanto l’ufficio del sindaco quanto il Senato sembrano aver abbandonato il loro progetto.
Il giornalista Gunnar Schupelius, un editorialista del quotidiano berlinese BZ, ha scritto:
“Nel fine settimana girava la strana voce che il Senato avrebbe autorizzato la polizia a entrare nelle abitazioni private per stabilire se esse avrebbero potuto ospitare i rifugiati anche contro il volere del proprietario. Ho pensato che fosse solo satira o un malinteso, perché l’art. 13 della Costituzione afferma che ‘il domicilio è inviolabile’.
“Così ho fatto una ricerca sulla fonte di questa strana voce e l’ho trovata. Esiste una ‘proposta’ che la cancelleria del Senato (Senatskanzlei) ha fatto circolare tra i senatori. La cancelleria del Senato è un altro nome dell’ufficio del sindaco. Il segretario permanente è Björn Böhning (SPD)…
“La proposta è chiara: la polizia può entrare in una proprietà privata senza un mandato del tribunale per cercare alloggi per i profughi quando questi ultimi rischiano di non avere una fissa dimora. È possibile farlo ‘senza il consenso del proprietario’. E non soltanto la polizia dovrebbe essere autorizzata a farlo, ma anche le agenzie di regolazione.
“Questa ‘proposta’ delicata ha attirato poca attenzione pubblica. Solo il segretario generale dell’FDP di Berlino, Sebastian Czaja, ha messo in guardia da ‘un’aperta violazione della Costituzione’. All’interno, ci sarebbero state proteste. E la ‘proposta’ è improvvisamente scomparsa dal tavolo. È sparita del tutto o verrà rilanciata?”
Non è chiaro perché nessuno abbia contestato la costituzionalità della legge di espropriazione di Amburgo.
Intanto, alcuni tedeschi si chiedono cosa succederà adesso: le autorità fisseranno un massimale per lo spazio abitabile di ogni cittadino e costringeranno i proprietari di grandi appartamenti a condividerli con degli stranieri?
Soeren Kern è senior fellow al Gatestone Institute di New York.