Assassino
È tutta questione di… follia.
Questa non è più eclatante di altre, ma certo fa un certo effetto. Mi ricordo che quando ero adolescente le cose erano difficili anche per me, perché avevo qualche problema a propormi nel gruppo di amici che giocavano tutti i pomeriggi in piazza. Non mi piaceva il calcio, e non mi piace nemmeno oggi.
Studiavo pianoforte, e conoscevo bene Chopin e Beethoven. Meno bene i cantanti degli amici e delle amiche. E poi, in discoteca andavo raramente, ma quando ci andavo mi divertivo molto. Stavo bene.
Eppure, nell’insieme, avevo difficoltà a stare con coetanei troppo sbrigativi nei giudizi, nelle soluzioni dei problemi, e nella valutazione degli altri. Mi sentivo solo, e rispetto a questi temi non avevo altra scelta che stare con persone più grandi di me. E le avevo trovate. Certo, mi hanno insegnato molte cose, ma mi hanno anche costretto a fare scelte difficili, come quella di non frequentare coetanei insulsi e faticare sforzandomi di conoscere, dubitare e soprattutto chiedere.
Eh, sì! Il trucco è quello di chiedere aiuto alle persone giuste, saperle individuare e frequentarle, anche quando ci sentiamo lontani e inadeguati rispetto alla loro esperienza. Eppure, le storie di tutti noi sono molto simili, e si deve imparare, proprio durante l’adolescenza, a stare assieme a quelle persone che ci motivano nel positivo, supportando anche la nostra eventuale tristezza, la solitudine, più percepita che reale, e il naturale disorientamento.
In questi casi non è accaduto questo, perché questi ragazzi hanno incontrato un criminale. Erano già depressi e soli di fronte ad uno schermo. E lo schermo rende soli, e induce a pensare che dietro esista quello che si desidera trovare. Anche quando conosciamo la realtà, ossia sappiamo che non esiste nulla di ciò che immaginiamo, facciamo finta di niente e ci inganniamo.
E vi sono coloro che giocano sui nostri stessi inganni, incitandoci al peggio. Genitori: state attenti, siate più vicini ai vostri figli, anche andando incontro a scontri quotidiani, ma parlate, parlate e amateli con tutti i loro problemi. Non abbiamo altra via, credetemi.
Alessandro Bertirotti si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Statale di Musica di Pescara e laureato in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Firenze. È docente di Psicologia per il Design all’Università degli Studi di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento di Scienze per l’Architettura. Visiting Professor di Anthropology of Mind presso l’Universidad Externado de Colombia, a Bogotà; vice-segretario generale della CCLPW , per la Campagna Internazione per la Nuova Carta Mondiale dell’educazione (UNEDUCH), ONG presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Parlamento Europeo, e presidente dell’International Philomates Association. È membro della Honorable Academia Mundial de Educación di Buenos Aires e membro del Comitato Scientifico di Idea Fondazione (IF) di Torino, che si occupa di Neuroscienze, arte e cognizione per lo sviluppo della persona. Ha fondato l’Antropologia della mente (www.bertirotti.info).