L’eccezionale evento climatico del 15 settembre 1840
L’inarrestabile riscaldamento della terra, colpa della specie umana, ha determinato un cambiamento climatico preoccupante. Sempre più frequentemente la televisione trasmette immagini drammatiche di alluvioni, esondazioni di corsi d’acqua, crolli di ponti, frane, sprofondamenti di strade, allagamenti di città, tempeste di acqua e vento che mietono vittime e distruggono ogni cosa. Andando indietro nel tempo, esattamente 177 anni fa, il clima era ben diverso da quello attuale, ma il 15 settembre 1840 una eccezionale anomalia climatica procuro devastazione nel casertano, nella città di Campobasso e in diversi paesi del Sannio tra cui Campolattaro, San Lupo, Casalduni, Guardia Sanframondi, Solopaca e Pontelandolfo, duramente colpiti dall’imprevedibilità di madre natura. “Nell’anno 1840 nel dì 15 settembre di tale anno alle ore 20 – (p. Giosuè Tedeschi, manoscritto cartaceo, ff. 10 r. e v., li r., pubblicato a cura di Annibale Laudato, un libro di memorie, Campolattaro Centro Culturale per lo studio della civiltà contadina nel Sannio 1989, p. 30; in “Fattori climatici e calamità naturali nel Sannio” di N. Diodato, Rivista Storica del Sannio 2/99) – succedette una gran tempesta con grandini e vento impetuoso, che devastò vigneti, oliveti, frutta e quanto esisteva con mandare in aria tetti, e rompere vetrate e mandare tutto in ruina. Nel nostro comune (Campolattaro) morirono pecore, capre, polli, ma nel tenimento di Pontelandolfo e Casalduni morirono uomini, donne e fanciulli. La tempesta venne dalla parte di Terra di Lavoro, con danno maggiore da quelle contrade avendo battuto a terra querce, olive, tanto che nella strada consolare s’impedì il passaggio alle carrozze, ed in Guardia dove successe più il danno morirono quattordici persone circa. Era orribile vedere un turbine di vento con tuoni, che alzando gran quantità di polvere in aria si oscurò e tutto mostrava lutto e spavento. Trovammo molte quantità di uccelli morti, e nella tenuta nostra ai Toppi soffrimmo molto danno, non esistendo né uva, né ulive anzi tutto appariva come il mese di gennaio senza fronde gli alberi, e le viti senza pampini. Orribile vista. Le abitazioni sconquassate nei tetti venivano inondate da gran quantità di acqua, sembrando il diluvio universale, e non si sentiva altro per le abitazioni che pianto, e gemito di donne, che piangevano i loro figli, e parenti assenti e sparsi per la campagna. Nei comuni di San Lupo, Casalduni e Pontelandolfo morirono otto persone, e questi paesi della nostra provincia di Campobasso furono più subissati. In Terra di Lavoro poi Guardia fu distrutta nel generale, non che Solipaca. In Guardia morirono cinque o sei persone, e in Solipaca due o tre, ed essendo caduto un tiglio in mezzo alla piazza ammazzò una vecchia, che stava sotto le croci ivi appostate. Grandi querceti ed olivi spiantati con danno e perdita grave dei proprietari. Cosa mai sofferta”. Fu un evento meteorologico estremo ma raro, di quelli che oggi con sempre maggiore frequenza mettono davvero paura e rispetto ai quali sembra non esserci rimedio, solo un rinsavimento e una repentina marcia indietro della specie umana forse potrà salvare la terra dalla fine.
Gabriele Palladino