Si è svolto sabato 13 maggio a Morcone, presso l’Istituto di Istruzione Superiore “don Peppino Diana” – Liceo Scientifico, il convegno regionale promosso dall’Arcidiocesi di Benevento e dalla Conferenza Episcopale Campana sul tema: “La valorizzazione delle risorse dei piccoli comuni nella prospettiva dell’ecologia integrale”. Il Comitato della Montagna ha lanciato un accorato appello a S.E. l’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca per tentare di bloccare l’assalto dell’eolico selvaggio sul territorio di Morcone. E’ stata Ersilia Ponte che a nome del Comitato di cui ne fa parte, a leggere il documento di denuncia dello scempio eolico sui territori montani murgantini, gravato da usi civici. Ha sottolineato Ponte che “l’impianto eolico sula nostra montagna porterà a una inesorabile distruzione di una micro economia pastorale e del valore paesaggistico/ambientale … la Comunità e i cittadini ne subiranno inevitabilmente le conseguenze con il relativo depauperamento di preziose risorse”. La speranza del Comitato e che si possa riuscire a bloccare definitivamente, anche con l’interessamento dell’Arcivescovo, l’avanzata del parco eolico. Mons. Accrocca ha affermato che “la bellezza e la ricchezza del territorio e del suo patrimonio artistico-culturale, l’alta qualità dei prodotti ano-gastronomici e artigianali, costituiscono potenzialità notevoli ai fini di una ripresa socio-economica capace di produrre nuovi posti di lavoro in un’area che va progressivamente spopolandosi”. “Facciamo dei piccoli comuni i luoghi del ben vivere” è lo slogan di Ettore Rossi Direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento intervenuto al convegno. “ I piccoli comuni rappresentano la “carta d’identità” dei nostri territori per numero e per estensione (in provincia di Benevento i comuni con meno di cinquemila abitanti sono 69 su 78) e delle aree interne della Campania (335 su 550 con circa il 12% della popolazione totale). I nostri sono, inoltre, territori a crescente spopolamento: la provincia di Benevento sta perdendo più di 1500 abitanti all’anno e la provincia di Avellino intorno ai 2500. Essi sono sempre più colpiti dalla crisi anche perché la logica della spending review sta determinando un taglio dei servizi essenziali e quindi la fuga, a rischio di non ritorno, dei più giovani. A questi disagi si aggiungono le inadeguate vie di comunicazione che collegano questi paesi con i principali centri. Lo spopolamento priva queste territori delle forze per garantire una loro manutenzione per prevenire, ad esempio, il dissesto idrogeologico. E questi luoghi pur possedendo grandi potenzialità sul piano delle risorse storiche, culturali, ambientali, paesaggistiche, architettoniche rischiano di diventare paesi senza vitalità e vita. Dobbiamo intervenire per invertire questo processo in atto per far sì che le persone trovino le condizioni primarie per continuare a vivere in queste realtà. In questo senso è molto importante la prospettiva dell’ecologia integrale, paradigma concettuale cardine della Laudato si’ . Il concetto di ambiente assume, grazie all’enciclica, una valenza molto più ampia perché fa riferimento alla relazione tra la natura e la società che la abita. La stessa complessità e ampiezza dei cambiamenti che stiamo vivendo impongono non più, come abbiamo tentato di fare finora, di individuare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. “È fondamentale cercare soluzioni integrali – scrive Papa Francesco – che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali”. Ed in questa ricerca di soluzioni integrali è per noi significativo richiamare la responsabilità di quanti ricoprono funzioni pubbliche rispetto alle difficoltà attuali, perché “se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana”. Possiamo dire che non mancano sentieri interessanti su cui incamminarci, con scelte coerenti e conseguenti, per valorizzare le risorse dei piccoli comuni. Pensiamo alla tendenza che ormai si va affermando della cosiddetta amenity migration, cioè la tendenza a migrare e muoversi da parte di alcuni verso luoghi ameni che sono scelti proprio per le loro caratteristiche di posti più periferici ma contraddistinti da buona qualità della vita, relazioni più umane, ambiente sano, e possibilità di fruire del patrimonio artistico, culturale ed enogastronomico. Sappiamo che le persone attratte da questo tipo di luoghi in alcuni casi decidono di trasferirsi stabilmente, in altri casi di ritornarci periodicamente o comunque di visitarli per trascorrervi qualche giorno. Uno strumento fondamentale per rafforzare questa strategia è rappresentato dalla legge sui piccoli comuni che è stata approvata dalla Camera ed ora attende il via libera definitivo dal Senato. I piccoli comuni non sono un’eredità del passato ma una vera opportunità per il futuro a partire dalle identità che essi custodiscono. Sembra esserci un convergere di condizioni positive per dare respiro a questa necessità di prendersi cura di questi territori “minimi”, ma in cui affondano le radici di comunità più vaste. Va nella stessa direzione l’iniziativa del Ministero dei Beni Culturali che ha proclamato il 2017 “Anno dei borghi”, proprio allo scopo di valorizzare il patrimonio naturalistico, umano, culturale e artistico dei borghi italiani. Per preservare, inoltre, questi territori da possibili aggressioni che ne minacciano l’integrità è necessario esercitare da parte di quanti vi risiedono una competente cittadinanza ecologica. E questo può avvenire sostenendo la partecipazione degli abitanti attraverso pratiche di democrazia deliberativa. In particolare, per essere concreti, è importante introdurle in riferimento, per citare casi che riguardano la nostra provincia, alle prospezioni e alle trivellazioni petrolifere o all’installazione delle pale eoliche. Si può far ricorso a quei metodi partecipativi e deliberativi che ormai anche in Italia stanno facendo capolino come il dibattitto pubblico, la giuria di cittadini o il forum deliberativo. Il senso della nostra iniziativa, realizzata in una scuola con i ragazzi, è non lasciare soli quanti vivono in queste realtà di fronte ad una sfida difficile ma che può sortire un risultato significativo, cioè fare dei piccoli comuni i luoghi del ben vivere italiano”.
Gabriele Palladino