La Faggeta di Monte Calvello – un monumento della natura.
Nonostante una primavera capricciosa, instabile e fresca con i suoi sbalzi termici, seppur faticosamente, la natura si colora di verde. E si colora di verde la faggeta secolare, ricca di storia e di vicissitudini (i provvedimenti della Regina Margherita di Durazzo nel 1381, le incursioni degli armigeri del Principe di Colobrano nel 1773, le manovre di guerra del Principe Umberto di Piemonte, la leggenda di “Mattabuffo e Luciferro), radicata sulle alture montane che si aprono sull’immenso, suggestivo panorama dei paesi del Sannio. Superata la zona delle querce, dei cerri, degli ornielli e del castagno posizionati ad un’altitudine di 750/800 metri circa nel settore nord occidentale del territorio di Pontelandolfo, a quota 900 metri circa, alle falde di monte Calvello, nell’ambito del S.I.C. 31 (Sito di Interesse Comunitario) Pendici Meridionali del Monte Mutria, si mostra in tutto il suo splendore il bosco di Faggio. Inoltrandoci appena nel bosco, l’occhio rimane attonito a tanto splendore. Adagiato sul dorso della montagna, il bosco ci appare immutato nei secoli. Un mondo fantastico, quasi magico, dove la voce del silenzio viene interrotta, di tanto in tanto, da un’armonia di rumori e suoni, taluni misteriosi, altri di facile percezione: il cigolio dei rami piegati dal vento, il fruscio delle foglie secche, uniformemente depositate sul suolo, che a folate si rincorrono, il tonfo improvviso dei rami secchi che cadono a terra, il grido di libertà del falco che si libra sontuoso in volo. Un’oasi incantata di naturalezza e di pace che cattura il visitatore inebriato dal profumo aulente delle mammole in fiore. La Faggeta di Monte Calvello fa parte, dunque, di quell’immenso patrimonio ambientale, culturale, tradizionale di Pontelandolfo, da consegnare alle generazioni future, che dovranno sentirsi custodi di una un’imponente opera d’arte, di inestimabile valore, magistralmente plasmata e modellata, con grande perizia selettiva, da madre natura nel corso di secoli e secoli di vita. Per tale motivazione l’Amministrazione Comunale di Pontelandolfo dell’allora Sindaco Cosimo Testa, nel 2004 con una delibera di Giunta adottava il provvedimento di conservazione, tutela e salvaguardia della Faggeta.
Gabriele Palladino