Mostra di Rocco Palladino e Daniele Ciarlo

IMG_20170331_0002
IMG_20170331_0003

È da tempo che nella mia mente e nel mio cuore vive l’idea di dedicare a Pontelandolfo, alla mia terra, dei pannelli istoriati per raccontare e rivivere le tradizioni popolari, i fatti e le vicende che interessano la nostra storia e cultura comunitarie.
Per la realizzazione di questo progetto ho dovuto sottoporre la mia pittura ad una ulteriore evoluzione e pervenire al genere figurativo.
Mi pare di aver colto l’obiettivo, così come l’avevo sognato.
Avevo un debito di riconoscenza con la mia terra, che dal 1989 ho riabbracciato, dopo lunghi anni trascorsi in Umbria: qui ho sofferto, ho studiato, sono cresciuto anche grazie all’amicizia ed alla simpatia guadagnata presso noti maestri dell’arte italiana: da Nuvolo, serigrafista di Guttuso a Marcelloni, a Nespolo.
Ma è a Pontelandolfo, nel mio paese, tra la mia gente, che ho ritrovato nuova volontà, nuovi stimoli e soprattutto nuova forza interiore, che mi hanno permesso, di approdare significativamente nel panorama nazionale e internazionale dell’arte moder¬na. Il mio nome insieme a quello del paese, ha varcato i confini provinciali, grazie alle mostre allestite in numerose città italiane ed estere e alle pubblicazioni su riviste e cata¬loghi specializzati.
Essere interprete ed insieme protagonista della cultura contadina dell’Alto Sannio è la costante, del mio lavoro e del mio orgoglio.
In questa mostra antologica, mi accornpagrrerà un giovane amico, Daniele Ciarlo, che ha voluto essere supporter alla mia mostra con i suoi lavori.
Non sono il maestro di Daniele: sono sicuramente il suo primo estimatore, perché questo ragazzo ha grande talento.
Daniele Ciarlo ha cominciato a frequentare, da qualche tempo, la mia bottega e in lui c’è voglia di fare e di essere!
Per Daniele sarò, forse guida, un modello, sicuramente mi sento di essere un amico, un fratello.
Da sempre ho apprezzato l’opera dei ragazzi, dei giovani, ma Daniele è un giovane veramente particolare. Apparentemente timido, introverso, ma in realtà dotato di gran¬de sensibilità e grande personalità, ma sopratutto di grande lealtà.
Un giovane, che ama l’arte e la cultura, va aiutato e curato.
Daniele, come me, è figlio di questo paese ed è qui, a Pontelandolfo, che presento il suo talento, perché venga apprezzato e valorizzato.
Daniele è alla sua prima mostra, io sono onorato di fargli da padrino e, spero, cominci per lui una lunga carriera ricca di successi.
Anch’io cominciai nel 1975 in questa piazza, e avevo più o meno la sua età. Sarà anche un fatto scaramantico, comunque grazie Pontelandolfo.

Rocco Flavio Palladino

… chi ama l’arte, o ha un minimo di dimestichezza con essa, sa che è sempre confor¬tante trovarsi di fronte alle opere di chi dipinge in termini di ricerca del proprio mondo poetico. Un mondo fatto di ipersensibilità. passione. sentimento e tanto amore.
Fattori importanti che Palladino ha il dono di saper trasferire nei suoi quadri così intrisi di magiche atmosfere e dai colori caldi e a volte eccentrici, corre quelli dei tessuti, ma anche dei costumi, pontelandolfesi.
Sì, perché Rocco Flavio Palladino non ha mai tagliato quel cordone ombelicale che lo lega alle sue radici, alla sua terra…

Sandro Tacinelli

IMG_20170331_0004

Quasi impossibile non percepire nella pittura di Daniele Ciarlo il candore linguistico ed espressivo dei suoi ventanni attraverso il quale prorompe l’energia ed íl fascino della cultura centro-meridionale. Anche l’osservatore distaccato assume senza difficoltà la carica, assolutamente vitale della dimensione fiabesca raccontata da Ciarlo con la sua solare, esplosiva policromia.
Nei suoi “mosaici” contro ogni superficiale apparenza vi è una capacità di grande sintesi che realizza di più l’ordine cosmico delle cose che non il caos vitale dell’uomo. Passato e futuro si fondono rigorosamente; mercé il colore ed il tratto dei simboli grafici e degli oggetti finalmente liberati da Ciarlo dalla loro provvisoria e contingente funzione: si apre, così, un mondo onirico in cui irrefrenabile è l’ansia di immergersi nell’improbabile tentativo di recuperare la dimensione ludica della nostra prima età.
La fiaba diventa, poi, segno espressivo della “forma” quando la sua arte recupera e traduce la nobile e suprema lezione di maestri contennporanei come Giorgio De Chirico. Ciò comporta una maggiore passività del tratto proprio, esaltando uno straordinario e conturbante talento, per lo più scenografico, per l’ambito architettonico. Osserviamo, perciò, disposte per linee verticali su prospettive spesso schiacciate, ora la teoria austera e sapiente del tempio greco, ora la scansione, casuale ma rassicurante, del borgo mediterraneo. Non c’è data, non c’è contesto di vita nel paesaggio urbano di Daniele Ciarlo: vi si ritrova a tutto tondo – invece – il “genius loci” della sua origine territoriale, Pontelandolfo ove oggi, a ragion veduta, viene tributato al giovane artista il primo meritato incontro di pubblico e di critica.

Antonio Follo

IMG_20170331_0005