Il nostro rapporto Debito/Pil ha rallentato la sua progressione

Ieri (26 aprile) Corrado Augias nella consueta trasmissione del mezzodì ospitava l’ex parlamentare Gianni Letta, uno dei  pochi personaggi politici italiani veramente “onorevole”.

A conclusione della discussione si convenne che, grazie all’avvento della moneta unica europea, alla quale ora non possiamo rinunciare, il nostro rapporto Debito/Pil ha rallentato la sua progressione. Per comprendere quali siano i veri motivi che hanno provocato lo spaventoso aumento del nostro Debito Pubblico, dovremmo tornare agli inizi dell’avventura europea. Nel  1946 Alcide De Gasperi divenne capo del governo e vi rimase per sette brevi legislature fino al 1953 (caratteristica unica dei nostri governi: una durata breve, ad evitare responsabilità decisionali) Nel 1951 nacque la C.E.C.A (Comunità Carbone Acciaio) voluta dai sei Paesi fondatori di questa pseudo Comunità Europea. Con l’Italia, Francia, Belgio, Lussemburgo e Olanda ne fece parte  anche “mezza” Germania, dico “mezza”, ancora priva di quell’autoritarismo conquistato il 9 novembre 1989, quando cadde il muro di Berlino.  Nel 1957, alla firma del Trattato di Roma, il rapporto Deb/Pil iniziò a salire. Nel 1968 i soci fondatori dell’Europa abolirono le frontiere e i Dazi Doganali, mescolando latte e carbone. Nel 1973, vista l’allegra compagnia europea, l’Inghilterra aderì all’Unione e, grazie alla mancanza di regole e vincoli “seri”, poté partecipare all’assalto delle economie più deboli, rosicchiando vantaggi ed escludendo reciproci seri impegni. In seguito rifiutò l’Euro e, tenendosi ben stretta la Lira Sterlina, si avvalse del diritto concessole dagli altri ingenui membri europei, ottenendo la facoltà di opt-out, ossia di accettare o meno le clausole di futuri trattati. Per farla breve alla caduta del  muro di Berlino il nostro Deb/Pil dal 30% era salito al 91,1%!  Nel 1990, con il Trattato di Schengen, si completò il Mercato Unico, le banche cessarono il loro iter virtuoso e furono privatizzate, libere di fallire. In quell’anno nacquero le Fondazioni Bancarie, tenutarie, senza responsabilità, delle azioni dei vari Istituti, con piena disponibilità di elargizione degli utili realizzati, senza la preoccupazione di eventuali perdite di esercizio. Inizialmente il loro dovere era quello di collocare sul mercato le azioni avute in custodia, cosa mai fatta. Le banche abbandonarono il loro ruolo di raccolta e impiego di denaro e si trasformarono in società aperte alla speculazione. Al Trattato aderirono 26 Stati, tranne Inghilterra e Irlanda che, libere da ogni vincolo comunitario, mantennero condizioni più favorevoli, allettando le nostre aziende a trasferire le direzioni delle società nei loro territori. Il Trattato prevedeva la libera circolazione di beni, servizi, persone e capitali, e la frittata era fatta: entrata di clandestini, uscita di capitali, fallimenti, licenziamenti, interessi iugulatori. Era la vittoria della globalizzazione.Tra il 2004 e il 2007 entrarono a far parte altri Paesi, dalle monete super svalutate che ottennero il permesso di mantenere il LEV-KUNA-ZLOTY-LEU-CORONA-FIORINO-LITAS… Questi nuovi soci iniziarono una concorrenza spietata ai Paesi deboli (Grecia, Italia, Portogallo,Spagna) attirando medie e piccole aziende che poterono sfruttare condizioni economico-fiscali favorevoli e una manodopera a basso costo.  Nel 1999 entrò in funzione l’Euro, limitatamente al mercato finanziario, e il nostro Deb/Pil giunse al 105%! Il 1° gennaio 2002 entrò in vigore la moneta unica, l’Euro… e il caffé raggiunse un Euro: 1936 lire! E’ unicamente merito del buon Draghi (finché dura) che, mantenendo bassi i tassi d’interesse, salva l’Italia… poi “Dio salvi la Repubblica”! Ergo, se mantenevamo la nostra vecchia lira, e non avessimo voluto fare i primi della classe, oggi con la nostra liretta attrarremmo capitali esteri e una massa di turisti… e saremmo un paese del bengodi… P.S. quando gli Istituti e le Casse di Risparmio raccoglievano e retribuivano il risparmio, nelle Agenzie c’erano funzionari, impiegati e cassieri che assistevano privati e imprenditori… ora le aziende chiudono gli sportelli, le pratiche di fido sono affidate ai centri elettronici e le banche privatizzate,  in mano a speculatori, falliscono! A proposito, nel 1991 nelle banche erano già in funzione i “borsini”, li chiamavamo “i confessionali” dove un inesperto impiegato consigliava i clienti a investire i risparmi nei “fondi” consigliati dalle loro Direzioni. In quell’anno nacquero le SIM, Società di Intermediazione Immobiliare che, ben presto, trasferirono le loro sedi in Lussemburgo per convincere gli imprenditori a spostare (nominalmente) la direzione delle società presso di loro… per pagare meno tasse. Il futuro, enorme debito pubblico italiano fu deciso, scientificamente, sessantasei anni fa. con la CECA. Francia, Germania, Belgio avevano il carbone, l’Italia era CECA, i nostri rappresentanti erano ciechi, non sapevano che non avevamo carbone, solo un pò di torba… e i nostri lavoratori nell’agosto del 1956,  morirono a centinaia a Marcinelle, nelle miniere di carbone, nelle gallerie prive di validi sistemi di sicurezza…