L’Islam, non il Cristianesimo, permea l’Europa
di Giulio Meotti
16 aprile 2017
Pezzo in lingua originale inglese: Islam, Not Christianity, is Saturating Europe
Traduzioni di Angelita La Spada
I jihadisti sembrano condurre l’assalto contro le libertà e le democrazie laiche.
Il predicatore più importante dell’Islam sunnita, Yusuf al Qaradawi, ha dichiarato che arriverà il giorno in cui, come Costantinopoli, anche Roma sarà islamizzata.
L’Islam, non il Cristianesimo, ora permea il panorama e l’immaginario europeo.
Secondo Steve Bannon, il consigliere strategico del presidente americano Trump, “l’Occidente giudaico-cristiano è al collasso. Sta implodendo. E lo sta facendo sotto i nostri occhi. E il contraccolpo sarà terribile”.
L’impotenza e la fragilità della nostra civiltà perseguitano anche molti europei.
L’Europa, secondo lo storico David Engels, affronterà lo stesso destino della Repubblica romana: una guerra civile. Ovunque, gli europei vedono segni di frattura. I jihadisti sembrano condurre l’assalto contro le libertà e le democrazie laiche. Le paure occupano l’immaginario collettivo degli europei. Un sondaggio che ha coinvolto oltre 10mila persone provenienti da dieci diversi paesi europei ha mostrato una crescente opposizione dell’opinione pubblica all’immigrazione musulmana. Il Royal Institute of International Affairs (Chatham House) ha condotto un sondaggio online chiedendo agli intervistati di esprimere la loro opinione in merito all’affermazione di “interrompere ogni ulteriore migrazione dai paesi prevalentemente musulmani. Nei dieci paesi europei, una media del 55 per cento degli intervistati ha condiviso l’affermazione.
I media mainstream ora si chiedono se “l’Europa teme i musulmani più degli Stati Uniti”. La fotografia utilizzata nell’articolo era una recente preghiera collettiva dei musulmani davanti al Colosseo. Facendo eco alla conquista della grande civiltà cristiana bizantina, con capitale Costantinopoli, il predicatore più importante dell’Islam sunnita, Yusuf al Qaradawi, ha dichiarato che arriverà il giorno in cui, come Costantinopoli, anche Roma sarà islamizzata.
Le civiltà muoiono dall’esterno o dall’interno? La loro scomparsa è il frutto di aggressioni esterne (guerre, disastri naturali, epidemie) o la conseguenza di una erosione interna (decadimento, incompetenza, scelta disastrosa)? Arnold Toynbee, nel secolo scorso, è stato irremovibile: “Le civiltà muoiono per suicidio, non per omicidio”.
“Gli storici contemporanei dell’antica Grecia e dell’antica Roma hanno visto le loro civiltà iniziare il declino e la caduta, sia i greci sia i romani lo attribuivano al crollo della natalità perché nessuno voleva la responsabilità di allevare i figli.”, ha detto l’ex rabbino capo del Regno Unito, Lord Sacks.
Ovunque in Europa ci sono segnali di una sostituzione. In più di trenta scuole sottoposte all’autorità della chiesa d’Inghilterra, gli studenti di religione musulmana hanno superato in numero i cristiani. In una scuola primaria anglicana “il 100 per cento degli studenti è di fede musulmana”. La chiesa d’Inghilterra stima che in una ventina delle sue scuole ci sono più studenti musulmani che cristiani e in quindici scuole cattoliche gli studenti musulmani sono la maggioranza. Anche in Germania ci sono timori di un afflusso massiccio di musulmani nel sistema scolastico e gli insegnanti tedeschi denunciano apertamente la minaccia di una “ghettizzazione”.
Un nuovo rapporto ha appena rivelato che lo scorso anno in Francia sono nati 34.000 bambini in meno rispetto al 2014. Il numero delle donne francesi che hanno figli ha raggiunto il suo livello più basso in 40 anni. Un basso tasso di natalità è diventata una piaga in tutta Europa: “Nel 1995, solo un paese, l’Italia, aveva più persone sopra i 65 anni che sotto i 15; oggi, sono trenta paesi e nel 2020 saranno trentacinque”. Benvenuto “all’invecchiamento dell’Europa”.
Inoltre, se non fosse per le donne musulmane, la Francia avrebbe un tasso di natalità ancora più basso: “Con un tasso di fertilità di 3,5 figli per donna, l’algerino contribuisce in modo significativo alla crescita della popolazione in Francia”, ha scritto il celebre demografo Gérard-François Dumont.[1]
Grazie ai migranti musulmani, i reparti di maternità degli ospedali svedesi sono affollati, ultimamente.[2]
A Milano, cuore finanziario dell’Italia, il nome più in voga tra i neonati è Mohammed. Idem dicasi a Londra, nelle quattro più grandi città olandesi e altrove in Europa, da Bruxelles a Marsiglia. L’Islam, non il Cristianesimo, ora permea il panorama e l’immaginario europeo.
Intanto, i leader europei sono quasi tutti senza figli. In Germania, Angela Merkel non ne ha, come la premier britannica Theresa May e uno dei principali candidati alle presidenziali francesi, Emmanuel Macron. Dal momento che i leader europei non hanno figli e ragione di preoccuparsi del futuro (tutto finisce con loro), essi stanno ora aprendo i confini dell’Europa per mantenere in equilibrio il saldo demografico del continente. “Credo che gli europei dovrebbero capire che abbiamo bisogno della migrazione per le nostre economie e i nostri sistemi di welfare, con l’attuale andamento demografico dobbiamo essere sostenibili”, ha detto Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri.
La battaglia di Tours del 732 segnò la battuta d’arresto dell’ondata musulmana nell’Europa occidentale. Se i cristiani non avessero vinto, “forse”, ha scritto Edward Gibbon, “l’interpretazione del Corano sarebbe insegnata nelle aule di Oxford, e i nostri pulpiti sarebbero calcati da chi predica la santa verità della rivelazione di Maometto”. Queste parole non suonano familiari di questi tempi?
Gli islamisti danno maggior peso alla cultura e alla storia di quanto non facciano gli occidentali. Di recente, a Parigi, un terrorista egiziano ha cercato di colpire il Louvre. Voleva sfregiare le opere d’arte del museo, egli ha detto, perché il Louvre “è un potente simbolo della cultura francese”. Pensiamo a un estremista islamico che al grido di “Allahu Akbar” squarcia la Gioconda. Questa è la tendenza che dobbiamo iniziare a invertire.
Giulio Meotti, redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano.