Pasqua, tristi ricordi
La Pasqua di Pontelandolfo da anni ormai è accompagnata da ricordi tristi e drammatici. Indimenticabile è la figura di don Giovanni Casilli di Campolieto nella provincia di Campobasso, parroco di Pontelandolfo dal 1962, che la Domenica delle Palme del 1999 morì improvvisamente per una crisi cardiaca lasciando sgomenta la Comunità. Prete di cultura e di carità, di grande carisma, plurilaureato, compagno di classe del Mons. Vittorio Fusco, futuro Vescovo di Nardò-Gallipoli, all’epoca dei suoi studi presso il Seminario di Benevento, don Giovanni fu più volte membro del Consiglio Presbiteriale e Vicario Foraneo, oltre che docente di catechetica presso il Seminario di Benevento. Tanti sono gli studi preziosi che don Giovanni ha lasciato in eredità alla Comunità di Pontelandolfo, in particolare l’opera “In Cammino verso Emmaus” la cui edizione post-mortem è stata curata dal suo successore e attuale parroco don Giuseppe Girardi. Qualche anno prima una sciagura inaspettata colpì il cuore dei pontelandolfesi. Era il 23 aprile 1987, un giorno di quotidiana normalità nella città di Bridgeport negli Stati Uniti d’America, che in un attimo si trasformò in un giorno nero, in una tragica ecatombe che coinvolse anche otto pontelandolfesi emigrati oltreoceano in cerca di speranze per le proprie famiglie. Quella funesta mattina l’edificio Ambiance Plaza, a metà dell’opera, improvvisamente crollò al suolo e con esso anche cinquanta operai: ventotto di essi furono sommersi dalle macerie, gli altri ventidue, miracolati, ebbero salva la vita. Tra i ventotto morti si contarono anche otto operai di Pontelandolfo trapiantati negli USA. Sul luogo dell’accaduto Washington Avenue è stata eretta una statua realizzata dall’artista Old Lyme Norman Lagassie, di un operaio edile, alta sette metri, dedicata alle vittime dell’incidente, i cui nomi sono elencati su una targa posta alla base del monumento. Nel 1992 sul luogo della strage venne costruito un condomino di 81 piani. Tutti i lavoratori dell’Ambiance Plaza e gli eroi volontari che parteciparono alle operazioni di salvataggio e recupero in condizioni proibitive per una tempesta di pioggia che si abbatté su Bridgeport proprio in quelle ore drammatiche, sono stati onorati con un monumento non molto distante da City Hall Park. Anche qui una targa in bronzo elenca gli operai morti, mentre quattro caschi sono sistemati alla base del monumento. Un elemento in granito onora uno dei soccorritori. Otto colombi in bronzo posti alla sommità del monumento eretto a Pontelandolfo, ricorda per sempre i nomi degli operai che in cerca di fortuna nella lontana Amercia, trovarono invece la morte seppelliti dalle macerie di un grattacielo crollato al suolo. Michele Addona, Francesco D’Addona, William D’Addona, Rocco Mancini, Giuseppe Paternostro, Antonio A. Perugini, Anthony Rinaldi e Frank Visconti sono i nomi scolpiti per l’eternità sulla pietra di marmo che sorregge l’opera monumentale.
Gabriele Palladino