Capricci sulla JETTATURA di Gian Leonardo Marugi

RICERCA EFFETTUATA DAL Prof. Renato Rinaldi su : “GOOGLE LIBRI” Dal libro ” Capricci sulla JETTATURA” di Gian Leonardo Marugi – Napoli

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AI CORTESI E BENEVOLI LETTORI

Signori miei, voi me l’avete jettata (1); ma avvengachè, siate oneste e gentili persone, rendovi di ciò infinite grazie, e vi prego istantemente di continuare a mio pro questa per me benefica vostra operazione, terribile soltanto per coloro, che si lasciano trascinare dalle passioni sfrenate, e giudicano all’impazzata delle cose, e del volgar senso delle parole.
(1) Se questa Operetta capitasse ne1le mani di un Italiano più settentrionale, piacemi d’avvertirlo che Iettatura suona lo stesso, che stregoneria, sortilegio, fattucchieria. etc. Questo vocabolo Napoletano è di buonissima lega, e l’etimologia n’è chiara. Viene dalla frase latina jacere sortes, gettar le sorti, incantare, ammaliare, e quindi i maliardi, o Iettatori.

Ed acciocchè vediate che così parlando, non vi vendo lucciole per lanterne, e non esco dal seminato, sappiate che per Jettatura intender qui voglio la favorevole acccoglienza che avete fatta alla mia precedente edizione della Cicalata del Professor VALLETTA sopra quest’argomento, dimodochè, così facendo, avete gettato la sorte in mio vantaggio, e mi avete potentemente incoraggiato a prevalermi del vostro animo ben disposto verso di me, e verso le mie topografiche intraprese. Nè piccol vantaggio ritrarrete voi pure dalla risoluzioue da me presa di pubblicare la seguente Operetta sullo stesso argomento del valente filosofo, per la Dio mercè vivente ancora, sig.GIAN-LEONARDO MARUGI (2).
(2) Questo degno letterato nacque in Manduria in provincia di Otranto, e fin dalla sua gioventù si portò in Napoli. La sua buona morale, i suoi talenti e le sue
produzioni, lo fecero conoscere per un Uomo savio, erudito e letterato. Fu egli prescelto nella Real Acçadena Militare di Napoli in Professore di Matematica, Logica, Metafisica, e Morale. Fu parimenti pensionario della Reale Accademia delle Scienze e delle lettere di Napoli, e socio corrispondente di altre Accademie estere, nonchè Pastore Arcade di numero, sotto il nome di Florenio Salaminio, e sotto il nome stesso pubblicò nel 1788 colle stampe di Filippo Raimondi i sopradetti Capriccj sulla Jettatura.
Fra le Opere pubblicate ancora colla stampa del Sig. Marugj, sono da notarsi quella intitolata “Corso di studio sull’uomo tom. 4, 1794 presso Agnello Nobile; e l’altra sulle malattie flutuose.
Dopo di avere utilmente travagliato per la pubblica istruzione e per la sua gloria nella Capitale, si ritirò a stanza più traoquilla nella sua patria, dove egli conduce una vera vita Patriarcale in mezzo ad uoa popolazione che ne rispetta le virtù, e d’una famiglia che lo adora.

Imperochè se di grandissimo pregio avete meritatamente ripotato il lavoro dell’egregio sig. VALLETTA, d’egual pregio, e forse maggiore troverete questo del sig. MARUGJ ove le qualità distintive damendue piacciavi attentamente considerare.
E per verità, se la Cicalata del primo è commendevole per lo stile festivo e proprio della materia, ed inoltre per l’apposita, e non volgare erudizione da cui è
maestrevolmente condita; i Capriccj che vi presento del secondo, oltre questo dilettevole corredo, vanno eziandio adorni della felice applicazione di fìlosofiche dottrine morali, e dei fisici sistemi immaginati dagli antichi onde spiegare l’influsso dei corpi sugli spiriti, e reciprocamente; i quali sistemi torneranno, per la Dio grazia, e per la felicità del genere umano, all’antico dominio e splendore. Insomma per dirvela in poche parole la scrittura del VALLETTA è più amena, e leggera, quelJa del MARUGJ è più profonda, e istruttiva . Per convincervene dedurrò brevemente questa verità da una mia bizzarra idea, che voglio comunicarvi.
Io credo fermamente nella Jettatura, ma credo altresì che molti se la jettino da se stessi, o che di loro spontanea volontà si procaccino l’altrui Jettatura. Riflettete con posatezza, benevoli leggitori; a questa mia idea, e potrete farne molte felici applicazioni specialmente rispetto a coloro, che invasi da una smodata ambizione si sforzano con ali deboli e corte gareggiare col volo dell’Aquila, ut lapsu graviore ruant.

Questa caduta è l’jmmediato effetto di una certa specie di Jettatura. Imperciocchè siccome non il vero proprio merito, ma la forza di certe circostanze gli hanno innalzati a sfera più sublime; così le persone o le cose, che non possono nuocere al merito possono opporsi, o distruggere quelle circostanze, e questa opposizion e, se ben si esamina, è una vera Jettatura, per cui, come dice il nostro Torquato,

. . Ai voli tropp’alti e repentini

Sogliono i precipizj esser vicini.

Mal giudicherei della vostra penetrazione, cortesi leggitori, se credessi, che non intendiate il mio divisamento, e che non vediate l’importanza, l’ utilità, e helleza della soluzione adeguata di siffatti problemi o storici, o politici, o morali, che nascono dai fatti antichi, e da quelli che accadono sotto gli occhi nostri. Pertanto una siffatta soluzione dipende almeno in buona parte dai principj fisici, metafisici, e morali, che sono sparsi a dovizia nell’Operetta che vi presento, e perciò stimai pregio dell’opera il pubblicarla non meno per vostro che per mio vantaggio. Sappiate approfittarvene, e vivete felici.
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