Settantacinque anni fa i bambini erano diversi.

Settantacinque anni fa i bambini erano diversi.

Eravamo allevati con cura, in famiglia. Scuola e famiglia contribuivano a una educazione consapevole dei valori fondamentali, essenziali che regolano i rapporti sociali. Dio, Patria e Famiglia erano i baluardi della società. Nella via, nel quartiere dove abitavamo ci conoscevamo tutti. Amicizia e solidarietà erano caratteristiche “umane” universali. Monarchia e fascismo andavano a braccetto, sospettosi l’un l’altro. Chiese e Oratori curavano le anime, spesso in contrasto con l’autorità costituita. Poi la guerra, la paura la distruzione, il sospetto, l’odio, la vendetta e una “falsa” Pace che lasciò libero un popolo impreparato, alla mercé di valori contrapposti, di idee soggettive che sconcertarono, confusero il popolo. DC e PC divisero, nel vero senso della parola, il popolo. Ricordo, poi, l’avvento della Lega, il primo discorso entusiasmante di Bossi a Torino… poi la farsa delle lauree fasulle, i sacchetti di diamanti, i milioni del partito investiti in Africa per lucrare sul biocarburante. Ed ecco Renzi. Le sue scorribande per l’Italia con il camper per raccogliere voti, con il suo entusiasmo di rottamatore. Poi la delusione. Arrivò il Movimento: Un comico e un “guru”, forti della delusione popolare contro i Partiti, fondarono un “non partito”, un Blog, un essenza del nulla (4/5mila inesperti cittadini che con il loro voto determinano il futuro di un Paese) Queste le premesse di come si può distruggere scientificamente una Nazione, affidata da un popolo che, inconsapevolmente, ha creato un marchingegno burocratico-politico inattaccabile!
Ricordo l’anno 1958. Ero già al Banco di Roma e, a settembre, i quotidiani riportavano la prima proposta di legge presentata al Senato da Don Luigi Sturzo. Quel grande prete era rientrato in patria alla fine dell’ultimo conflitto mondiale. Era fuggito dall’Italia in quanto oppositore del fascismo, avendo accusato Benito Mussolini di “statolatria”! Don Sturzo, a settembre di quell’anno, “poneva come preliminare al problema del finanziamento dei partiti, quello del riconoscimento della funzione di pubblico interesse, con la conseguente assunzione di responsabilità giuridica da parte dei partiti in quanto enti finanziati dallo Stato. Ne conseguiva l’obbligo della pubblicazione e certificazione dei bilanci e delle garanzie per la gestione democratica dei fondi affidati e di ogni altro finanziamento pubblico o privato secondo le norme del codice civile. Quella legge non fu mai approvata perché impediva ai partiti, alle unioni, ai movimenti e a ogni altra congrega che di partito non ha nulla a che vedere, di fare i propri porci comodi! Sindacati e partiti, nelle loro sedi sparse in innumerevoli quartieri, paesi e città, non rendono conto a nessuno dei loro corposi bilanci e delle diverse, palesi e occulte, fonti di finanziamento!
1958 – Don Sturzo elabora la sua proposta sul finanziamento dei partiti: condizione preliminare deve essere il riconoscimento della funzione di pubblico interesse dei partiti. Ciò impone il riconoscimento giuridico dell’organizzazione.
1960 – al convegno di San Pellegrino la Democrazia Cristiana discute approfonditamente l’argomento.
1961 – 1961, l’onorevole Pietro Nenni, al congresso di Milano del il PSI, nella discussione sul ruolo dei pariti nella società, ripropone il problema.
1963 – il Presidente del Consiglio Giovanni Leone si impegna a risolvere il problema.
1967 – Mariano Rumor, Segretario della Democrazia Cristiana, riprende la discussione e, come misura urgente… propone il finanziamento delle campagne elettorali.
1973 – Il PSI presenta una proposta di legge nel merito, e l’Ufficio Studi della Camera è incaricato di preparare una documentazione comparata, in base alle scelte fatte dagli altri paesi europei.
1974 – E’ varata una legge transitoria, incompleta, che non tiene conto dei controlli disposti dal codice civile, che obbligano di precisare nei bilanci l’esatta provenienza di ogni finanziamento pubblico o privato.
Caro Grillo, gridare “onestà, onestà” sono parole al vento, che non rassicurano gli elettori: In un Paese democratico occorre rispettare la legge, e l’unica maniera non è quella di affidarsi alla presunta onestà d’ingenui parlamentari, ma di applicare puntigliosamente la legge. Una legge esiste ed è l’unica che può rassicurare il cittadino… e tu lo sai benissimo. Nessuno è in grado, ora, di controllare il finanziamento dei partiti, nemmeno quello del tuo “non partito”. E tu pensi ancora che, con un “Waffa”, l’onesta di migliaia di politici possa essere controllata… Tutte parole al vento!