Paolo Rumiz – Arco di Traiano, «porta» sull’Appia

Arco di Traiano, «porta» sull’Appia tra luci e percorsi ritrovati

Benevento – Il grande bivio. Così definisce l’Arco di Traiano Paolo Rumiz. È il punto di svolta, la scelta dei Romani di viaggiare verso il futuro anche se partivano in direzione di territori che venivano da molto lontano, quel Mediterraneo che oggi è, al contrario, il drammatico passaggio della speranza verso un domani che forse l’Europa non saprà garantire.
Il ritorno al futuro i Romani lo avevano disegnato con l’Appia, la più antica strada d’Europa, forse del mondo. Ne sono passate di Legioni dirette ai grandi imbarchi per la Siria, l’Iraq e gli altri paesi mediterranei. Lì esplosero civiltà e culture, oggi solo bombe.
Tra Campania e Sannio, venti chilometri di traffico e di rumori, l’Appia antica è un cambio di mondo. A celebrarlo, da ieri sera e fino al 25 marzo, l’Arco di Traiano si illumina fino a svelare i suoi più misteriosi segreti. La porta-cerniera tra Europa e Mediterraneo in questi giorni rappresenterà il simbolo del cammino nella storia e verso la storia. Riflettori speciali a cura della Soprintendenza e affidati a «Percorsi di Luce». Luci di quotidianità, invece, nuove segnaletiche luminose, quelle che saranno collocate, come anticipa il sindaco Mastella, per evidenziare il campanile, la facciata della cattedrale, l’obelisco egizio di piazzetta Papiniani, l’Arco del Sacramento e il Toro Apis di viale S. Lorenzo, che sarà coperto anche con una teca trasparente. Luci di «compensazione», rese possibili dal fondo che la Terna dovrà versare al Comune come risarcimento ambientale, quasi un milione di euro. Un minima parte (50.000 euro, ma a questo punto si potrà pensare a un incremento per portare a termine l’impresa) è stata già destinata al restauro degli affreschi Sabariani.