Ripamalaportelle – 10 ragioni per dire no all’eolico selvaggio
Il Comitato a tutela e salvaguardia della montagna di Morcone pubblica un volantino di invito al presidio permanente di protesta anti eolico selvaggio alla località di Ripamalaportelle. “Il presidio – scrive il Comitato – costituitosi in seguito al sequestro del cantiere in località Ripamalaportelle da parte dei carabinieri forestali in data 14 febbraio 2017, prende le sue mosse dalla volontà di manifestare pacificamente contro l’ingiustificata decisione di installare un mega impianto eolico formato da 19+15+16 pale di 150 metri in territori montani a vocazione pastorale. Il volantino è anche un decalogo che racchiude le dieci ragioni del no all’eolico così come integralmente riportiamo: “1- Iter autorizzativi contraddittori e non lineari di impianti ricadenti in area Sic, denominata “Pendici del Monte Mutria”, della Rete di Natura 2000 dalla Comunità Europea. 2- L’impianto ricade in area gravata da usi civici utilizzata a pascoli permanente e sottoposta a vincolo idrogeologico, a vincolo paesaggistico ed è a rischio sismico classificata “Zona 1 – E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti”. 3- Mancato blocco di un mega impianto industriale, autorizzato nonostante il suo evidente contrasto con le vigenti norme di tutela della natura e del paesaggio e nonostante il mancato coinvolgimento della Regione Molise, obbligatorio per gli impianti in aree contermini. 4- Incompatibilità tra l’impianto eolico e l’istituendo Parco Nazionale del Matese che comprende territori di incomparabile bellezza e di straordinaria valenza paesaggistica, archeologica e naturalistica. A pochi passi dalle devastazioni in corso c’è il Parco Geopaleontologico di Pietraroja (BN) dove è stato rinvenuto un esemplare di dinosauro d’epoca remota che conferma la ricchezza culturale del Massiccio del Matese. 5- Assenza di aggiornamenti del Piano di Assestamento Forestale (PAF), obbligatorio per qualsiasi intervento in boschi e pascoli demaniali ed imposto come prescrizione nel Decreto regionale di autorizzazione unica all’installazione ed all’esercizio dell’impianto eolico. 6- Impatto ambientale mai più recuperabile né ripristinabile. 7- Snaturamento dei nostri crinali montani dalla caratteristica roccia carsica devastati da pesanti interventi di scavo (fino a 11 metri!), per il trasporto e l’installazione delle pale. 8- Rischio per le sorgenti d’acqua della catena montuosa del Matese che rappresenta il più grande serbatoio di acqua di sorgente dell’Italia Centro-Meridionale. 9- Impatto paesaggistico devastante (pale alte fino a 150 metri) con conseguenze gravi anche per l’avifauna. 10- Compromissione dei redditi degli allevatori e degli agricoltori che vivono in questi luoghi e che sono custodi indiscussi di un territorio unico nel suo genere”. Nelle ultime ore nel mentre sono giunte sul posto le Forze dell’Ordine per presenziare lo smontaggio delle trivelle per portarle via, si è svolto un incontro tra gli allevatori e Raffaele Amore Presidente Provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori da sempre contraria alla installazione incontrollata dei parchi eolici nel Sannio.
Gabriele Palladino