Busta paga, cosa cambia per i lavoratori
Novità in arrivo per la busta paga: i datori di lavoro sono adesso obbligati a versare lo stipendio ai lavoratori solo con versamento in banca o posta
Enrica Iacono – Mer, 01/02/2017
Il disegno di legge che vede come prima firmataria la dem Titti Di Salvo e relatrice Valentina Paris (Pd), prevede che gli stipendi siano versati ai lavoratori solo in banca o in posta e la firma sulla busta paga non costituirà prova dell’avvenuto pagamento.
La proposta sulla “disposizioni in materia di modalità di pagamento delle retribuzioni ai lavoratori” è all’esame della commissione lavoro della Camera come si legge su Studiocataldi.it.
“È infatti noto – si legge nella relazione al testo – che alcuni datori di lavoro, sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione, corrispondono ai lavoratori una retribuzione inferiore ai minimi fissati dalla contrattazione collettiva, pur facendo firmare al lavoratore, molto spesso, una busta paga dalla quale risulta una retribuzione regolare”.
A scelta del lavoratore, dunque, gli stipendi potranno essere versati solo attraverso gli istituti bancari o gli uffici postali. La scelta del sistema di pagamento è rimessa direttamente al lavoratore, il quale potrà optare per l’accredito diretto sul proprio conto corrente, per l’emissione di un assegno (consegnato direttamente al lavoratore o in caso di comprovato impedimento a un suo delegato) oppure per il pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale.
Viene vietato quindi ai datori di lavoro il pagamento della retribuzione a mezzo di assegni o contante. Il provvedimento fissa l’obbligo per il datore di lavoro, al momento dell’assunzione, di comunicare al centro per l’impiego competente gli estremi dell’istituto bancario o dell’ufficio postale che provvederà al pagamento delle retribuzioni al lavoratore, nel rispetto delle norme sulla privacy. Allo stesso modo, l’ordine di pagamento potrà essere annullato soltanto trasmettendo alla banca o alle poste copia della lettera di licenziamento o delle dimissioni del lavoratore.
Il disegno di legge prevede anche che sia stipulata una convenzione tra Governo e Associazione bancaria italiana e la società Poste italiane Spa che individua gli strumenti bancari e postali idonei per consentire ai datori di lavoro di eseguire il pagamento della retribuzione ai propri lavoratori.
Il ddl esclude dagli obblighi introdotti i datori di lavoro che non sono titolari di partita Iva, i quali spesso non sono neanche titolari di un conto corrente. In ogni caso sono esclusi dalla pdl, i rapporti di lavoro domestico e familiare (nei quali i datori spesso sono persone anziane o disabili), così come i rapporti instaurati dai piccoli o piccolissimi condomini (ad es. per pulizia scale o manutenzione verde condominiale).
Sono, infine, previste pesanti sanzioni per i datori di lavoro che nvanno da 5mila a 50mila euro. Chi non comunica al centro per l’impiego competente per territorio gli estremi dell’istituto bancario o dell’ufficio postale che effettuerà il pagamento delle retribuzioni è soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria di 500 euro e al successivo accertamento della direzione provinciale del lavoro, che procederà alle conseguenti verifiche.