Situazione dell’eolico in Campania

fronteFronte Sannita per la Difesa della Montagna
Benevento

Risposta a Assorinnovabili su “Il fatto quotidiano”

 
In riferimento all’articolo di Elena Veronelli de “Il Fatto Quotidiano” del 1° dicembre 2016 vorrei ribadire la nostra posizione relativamente alle dichiarazioni del Presidente dell’Assorinnovabili, Agostino Re Rebaudengo nonché dell’intervento dell’Associazione Nazionale dell’Energia Eolica (ANEV) relativamente alla situazione dell’eolico in Campania.

La Regione Campania è interessata dal fenomeno eolico a partire dai primi anni ’90. Anni in cui si è installato indiscriminatamente senza nessuna regola e nessun vincolo.
Progetti autorizzati in una situazione di totale deregolamentazione che ha permesso agli industriali dell’eolico di installare impianti su qualsiasi terreno loro ritenessero utili generando enormi profitti ed indennizzando i contadini con affitti ridicoli (circa 850 euro all’anno per ogni pala), devastato ampie aree di territorio con la complicità, spesso, di amministratori comunali.
Il risultato è un territorio che ha dovuto cedere migliaia di ettari di terreno agricolo, di pascoli pregiati e di territori montagna incontaminata (ogni pala eolica brucia, in media, 4.500 mq. di territorio) impoverendo in modo esponenziale intere aree geografiche.
Ciò è confermato da una recente indagine de “Il Sole 24 Ore” che ha individuato come l’area italiana più depressa economicamente è la Valle del Fortore, in provincia di Benevento. Una zona che più di tutte ha subito la colonizzazione dell’eolico” con le sue oltre 700 pale eoliche già installate dove gli industriali dell’eolico hanno trasformando un territorio agricolo-pastorale in una immensa centrale industriale per la produzione di energia elettrica.
Ciò è stato possibile solo dalla sinergica azione delle società eoliche e Regione Campania: i primi presentando centinaia di progetti di impianti eolici su qualsiasi territorio, anche vincolato, ed i secondi autorizzando indiscriminatamente eludendo leggi, vincoli e regolamenti.
Giusto per dare un dato statistico: la Regione Campania dal 2006 al 2016 ha autorizzato impianti eolici della potenza complessiva di per circa 3,045 MW attraverso l’istallazione di circa 1.500 pale eoliche oltre a quelle già installate dagli anni ’90 in poi.
Quindi la Regione Campania aggirando leggi, regolamenti e non recependone altri, ha permesso le installazioni di impianti eolici anche su territori tutelati dalla Comunità Europea come Siti di Interesse Comunitario (SIC), Zone Speciali di Conservazione (ZSC), *Habitat Prioritari, Important Bird Areas (IBA) nonché a ridosso di Zone Umide, boschi e pascoli permanenti gravati dagli usi civici. Tutte aree che in una situazione “normalmente regolamentata” sarebbe stato tassativamente vietato installare impianti eolici.
Hanno autorizzato in dispregio del Decreto legislativo 42/2004, in aree contermini con altre regioni -senza coinvolgerle nei procedimenti valutativi-, in prossimità, o addirittura attraversando, il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela – bene archeologico del Demanio Armentizio tutelato storicamente già dal 1939.
I territori dell’Appennino Campano più devastati, come il Sannio e l’Irpinia, hanno pagato un prezzo altissimo in termini di cessione di aree vocate all’agricoltura, alla pastorizia, alla produzione di prodotti tipici ed al turismo deprimendoli, mentre gli industriali dell’eolico hanno generato immensi profitti.
Come comitati ed associazioni poco abbiamo potuto per contrastare questa invasione che, ad oggi, ancora non si è fermata. E, quindi, sembra bizzarro questa alzata di scudi del Presidente Agostino Re Rebaudengo e l’ANEV.
Le popolazioni Appenniniche Campane hanno già dato e la devastazioen di cui sono stati capaci d i fare è sotto gli occhi di tutti; altro che energia verde!.

Chi fino ad oggi è stato danneggiato è il territorio della Campania che ha ceduto terreni pubblici a industriali privati che non fanno altro che speculare con la loro colonizzazione dell’eolico. Colpevole la Regione Campania che con notevolissimo ritardo ha recepito norme e regolamenti che avrebbe dovuto già recepire qualche decina di anni addietro e che avrebbero sicuramente attutito la colonizzazione eolica della Campania. Non vi è stato buon senso nel concedere le autorizzazioni. Anche gli ultimi atti regionali, come l’individuazione dei Siti non Idonei, sono stati disegnati a favore delle multinazionali del vento.
Un esempio su tutti è dato dalla procedura di infrazione attivata dalla Commissione Europea contro l’Italia.
Il 22/10/2015 la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione n. 2015/2163 nei confronti dell’Italia per la mancata designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) che doveva essere obbligatoriamente individuate entro i 6 anni dall’adozione dell’elenco dei Siti di Interesse Comunitario (SIC) e per la mancata definizione dei delle misure di conservazione – Direttiva Habitat.
A seguito di ciò il Ministero dell’Ambiente ha sollecitato più volte il Presidente della Regione Campania ( l’ultima volta con nota n° 16220/GAB del 29/07/2016) chiedendo di adottare celermente, con apposita Delibera di Giunta Regionale, le predette misure entro e non oltre il 31 ottobre 2016 al fine di evitare che lo stesso Ministero potesse esercitare il Potere sostitutivo straordinario dello Stato.

Il data 31 ottobre 2016, sul BURC n. 71 del 31/10/2016, peraltro senza firma, l’U.O.D. 8 – UOD Parchi-gest risorse naturali protette-Tutela habitat marino e costiero
Ad oggi la Giunta Regionale della Campania ancora non ha deliberato anche in presenza del Decreto Dirigenziale n. 51 del 26/10/2016 – Dipartimento 52 – U.O.D. 8 – Parchi-gestione delle risorse naturali protette-Tutela habitat marino e costiero – al fine di applica re Direttiva Habitat che, insieme alla Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2009/147/CE del 30/11/2009 “concernente la conservazione degli uccelli selvatici”
(Direttiva Uccelli), richiede la nuova classificazione da siti SIC in siti ZSC
L’importanza di questa delibera sta nel fatto che nei siti individuati come Zone Speciali di Conservazione è tassativamente vietato installare impianti eolici e cambiare di destinazione i Boschi e Pascoli Permanenti gravati dagli usi civici.
Anche le ultime delibere, la n° 532 e 533 del 04/10/2016 con cui la Regione Campania ha individuato i Siti non idonei, hanno salvaguardato le società eoliche alle quali sono stati garantiti i “nulla osta” a tutte le autorizzazioni già rilasciate ma non ancora cantierate anche se ricadenti in aree individuate come non idonee.
Quindi non si capisce questa uscita “estemporanea e schizzofrenica” da parte del presidente di Assorinnovabili poiché è palese che gli atti della Regione Campania protendono scandalosamente a garantire gli interessi delle società eoliche blindando anche quegli impianti già autorizzati ma non ancora realizzati che incidono sui ZSC e sui pascoli permanenti. Ma questa è una battaglia che continueremo a combattere a tutti i livelli sia Nazionale che con la Comunità Europea affinchè siano garantiti i nostri diritti di Nativi Naturali dei Luoghi per conservare incontaminati i nostri territori la nostra cultura e le nostre risorse.

Benevento, 13/12/2016
Il Portavoce
Giuseppe Fappiano

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