Delibera di Giunta regionale sui “Siti non idonei”

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COMUNICATO STAMPA DEL 24/11/2016

C’era parecchia attesa nella pubblicazione della Delibera di Giunta regionale sui “Siti non idonei” che, con grande sorpresa, sono state addirittura due: la n° 532 e la 533.
Una per individuare i siti non idonei e l’altra per valutare gli impatti cumulativi.
Siamo profondamente delusi
Noi, come popolazioni residenti nelle aree sensibili, associazioni e comitati avremmo desiderato di essere almeno consultati ed invece, come in tutte le azioni “democratiche” che attua la Regione Campania, il lavoro se lo sono fatti “internos”. Neppure lo sciopero della fame è servito a farci convocare per un’audizione con il governatore De Luca.
Il Sannio Beneventano completamente ignorati!
Questa è la considerazione che hanno alla Regione Campania delle popolazioni del Matese. Buone solo per votare!
L’impressione che si ha e che i Siti non idonei siano stati individuati in “concertazione” tra la Regione Campania e le società eoliche.
Questa nostra convinzione scaturisce dal fatto che le altre regioni, nell’individuazione dei siti non idonei, sono stati molto più precisi e limitativi verso gli impianti eolici poiché il fine ultimo è quello di tutelare il territorio per la sua conformazione geologica, naturale, biodiversità, risorse naturali ed antropologica oltre che agli impatti cumulativi di impianti già presenti.
Ciò che salta agli occhi è che la Delibera di G.R. ha regolamentato solo ed esclusivamente l’inserimento degli impianti eolici non tenendo presente, come hanno fatto tutte le altre regioni italiane, gli altri tipi di impianti per la produzione di FER come fotovoltaico, idroelettrico e biogas ecc… . In pratica i Siti non idonei sono regolamentati solo per l’eolico mentre tutto il resto si può tranquillamente installare senza limitazioni e vincoli.
Entrando invece nel merito notiamo che nell’individuazione dei siti non idonei in realtà sono siti “parzialmente non idonei” in quanto uno dei parametri di limitazione è dato dalla potenza delle macchine per cui su alcune aree, benché tutelate e vincolate, è comunque possibile installare eolico.
Quindi stiamo parlando non di siti non idonei ma di siti “parzialmente non idonei”
Aggirato completamente la distanza prevista dal DM 10/09/2010 di 50 volte l’altezza della pala (circa 8 chilometri) dai confini dei Parchi, dalle aree vincolate dalla Legge 42/2004 (Legge Galasso) che, in alcuni casi è ridotta tra i 500 e 1.600 metri.
Non sono state previste le distanze di rispetta dai confini Regionali, Provinciali e Comunali. Non sono state previste le fasce di rispetto dai confini delle Aree Important Bird Areas – Zone di Protezione Speciale – Zone Speciali di Conservazione e gli Habitat Prioritari (Direttiva Habitat) che tutte le altre regioni italiane hanno posto in 1.000 metri dai confini delle aree tutelate dalla Comunità Europea.
E’ possibile installare su sorgenti, fiumi torrenti ecc…. quelli cioè non elencati nel R.D. 1775/1933. Sulle montagne oltre i 1.200 mt sarà possibile installare pale eoliche fino a 6,5 mt. (come una casa di 2 piani). Non sono state previste prescrizioni per le zone ad alto rischio sismico.
Ma ciò che più di tutti interessava era il destino degli impianti già autorizzati ed ancora non cantierati.
Ebbene nello specifico la DGR 533/2016, testualmente:”Gli impianti già in esercizio ovvero autorizzati e in costruzione prima dell’entrata in vigore delle presenti disposizioni, al termine della vita utile degli stessi, qualora ricadano in aree individuate non idonee, devono essere invece smantellati. In tal caso, sono consentite solo attività di manutenzione ordinaria”.
Praticamente tutti gli impianti ricadenti nei siti non idonei, comprese le aree ZSC (su cui è tassativamente vietato installare impianti eolici) o su pascoli permanenti gravati da usi civici, potranno essere costruiti e solo dopo 30 anni (scadenza naturale della concessione) dovranno essere smantellati e solo allora qei siti diventeranno effettivamente “siti non idonei”.
Appare chiaro il disegno secondo cui la Regione Campania non ha nessuna intenzione di salvaguardare i territori dalle speculazioni anzi eludendo anche i vincoli esistenti.
Per questo motivo abbiamo già predisposto appositi ricorsi che inoltreremo alla Comunità Europea per la violazione delle norme comunitarie ed al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare al fine di far rispettare le rispettive leggi eluse dalla Regione Campania che denunceremo per “danno ambientale” nel caso permettesse la costruzione di quegli impianti in aree tutelate dalla Comunità Europea e sotto vincolo paesaggistico.
Il portavoce
Giuseppe Fappiano