Le ciabatte numero uno.
Nel l’ingresso degli uffici,dove lavoro, sulla destra, appena si entra, c’è uno stipetto con 21 sportelli. All’interno di ciascuno sportellino ci sono un paio di ciabatte. Negli uffici non si può entrare con le scarpe proprie, bisogna togliersi le scarpe esterne e mettersi in ciabatte (evitare, se possibile i calzini bucati).Tutti osservano la regola, che io ritengo sacrosanta. A me fu assegnato lo scomparto numero uno. E la cosa ci riempie di soddisfazione. A me e alle mie ciabatte. Mi gratifica immaginare che anche tra le ciabatte aziendali ci sia una gerarchia sociale. E alle mie ciabatte piace molto essere le numero uno. Quando, spesso, sono in giro per il mondo oppure in Italia a casa mia, mi piace pensare, talvolta, alle mie ciabatte aziendali che mi aspettano in un oscuro scomparto di un armadio, in una fabbrica in un posto dal nome impronunciabile della zona interna, della Corea del Sud. Mi piace immaginare che quando mi rivedono, le mie ciabatte numero uno abbiano voglia di scodinzolare, solo se avessero la coda. Ora il problema è un’altro. A fianco della palazzina uffici c’è il capannone industriale. Qui sono obbligatorie le scarpe di sicurezza. E siccome io vado più volte al giorno in giro per la fabbrica, ogni volta devo togliere le ciabatte e mettere le scarpe di sicurezza. Poi al ritorno in ufficio togliere le scarpe di sicurezza e mettere le ciabatte. Quindi la mia vita lavorativa qui è tutta: togli le scarpe, metti le ciabatte, togli le ciabatte, metti le scarpe di sicurezza, togli le scarpe di sicurezza, metti le ciabatte, togli le ciabatte…e continua così… Io poi mi confondo e mi dimentico. Qualcuno mi ha visto alcune volte, con le ciabatte immerso in una pozzanghera d’acqua del piazzale e qulcun’altro mi ha notato in una Strada alla moda di Seoul con le mie scarpe di sicurezza ai piedi, che sono utili ma non brillano per il loro fascino. Il tutto si complica perché le mie scarpe personali hanno i lacci. Quindi: slaccia i lacci e togli le scarpe, metti le ciabatte, togli le ciabatte e allaccia le scarpe. Non ne posso più: basta ho deciso, mi compro i mocassini!
Carlo Perugini